Era là, chino, con la mano destra premuta sull'addome ed il braccio sinistro appoggiato al lato della porta in alto, più sopra dell'altezza delle sue spalle rivolte verso il basso.
Era come se stesse per cadere stremato da non so cosa.
Gli corsi incontro preoccupata e lo feci sdraiare sul letto. Aveva la pancia invasa da grandi e scuri lividi ed evidentemente Ryan riuscì ad inclinargli una costola. Si notava attraverso la pelle che aveva una piccola conca, completamente livida.
«Cosa posso darti?», chiesi agitata.
Prima non era ridotto così, almeno sembrava.«Non lo so. Ghiaccio? Acqua calda? Una pomata? Bho... Dammi un antidolorifico.», disse dolorante.
«Se', ora ti do un'intera farmacia.», risposi ironica per camuffare la preoccupazione, «Vado a prenderti l'antidolorifico più forte che trovo.»
Per fortuna, Chris portava sempre con sé medicinali base come il paracetamolo.
Presi in prestito due compresse e le portai a Rick con un bicchiere d'acqua. Sarei dovuta andare in farmacia e comprare altre Tachipirine o Brufen, che era più efficace.
Gli porsi il medicinale che ingerì subito speranzoso di trovare sollievo immediato.
Rimase ore steso sul mio letto a lamentarsi dal dolore per ogni minimo movimento.«Ce la farete a suonare te e Ryan sta sera?», chiesi in pensiero per entrambi.
«Ce la dobbiamo fare!», rispose determinato. Cercò di alzarsi senza riuscirci e mugolando.
«Dove pensi di andare? Ora tu rimani qua e ti riposi il più possibile!», gli ordinai perentoria.
«Non accetto scuse.», aggiunsi notando che stava per protestare.«Almeno vieni qua con me.», m'implorò con voce lamentosa e sbattendo la mano sul copriletto, nel punto dove voleva mi stendessi.
Mi sdraiai vicino a lui poggiandomi su un fianco e lo guardai sognante.
«A che pensi?», mi chiese notando la mia espressione inebetita.«Alla scorsa notte. Continuo a pensarci.», confessai rendendomi gli zigomi velati di rosso.
«Lo so, sono molto bravo.», commentò civettuolo, scoppiando a ridere e peggiorando la situazione sulle mie goti, presto, però, il dolore al busto gli impedì le risate e si ricompose.
«Anche io. È surreale il modo in cui ti ho trovata, eppure è come se ci fossi sempre stata.», mi spiegò addolcendo il suo tono fino a farmi diventare le guance arrosto.
Si sporse verso il mio viso e mi regalò una scia infinita di baci che mi rapirono e mi portarono in un'altra dimensione.
«Sai... Cosa... Potrebbero rendere... Migliore... Questo mo... Momento?», domandò retoricamente a singhiozzi, interrotto dai continui baci.
Mugugnai come risposta negativa e mi rivelò, «Del... Mmh... Cioc... Cioccolato.»Alzai la testa di riflesso al quella parola.
«Ora lo prendo subito!», annunciai lasciandolo in attesa sul letto.
Sapevo che quel nuovo, favoloso, regime alimentare a base di cioccolata mi avrebbe ridotta ad una porchetta ambulante, ma dopo quella notte pensai che mi sarebbe bastato fare l'amore per perdere tutte quelle calorie in eccesso.
Be', sì. Magari sarei stata porchetta ambulante comunque, ma non per il peso.
Sì. Faccio schifo.Tornai con quella prelibatezza e ne gettai almeno 500g sul meterasso, alla portata di Rick.
Questo si appropriò subito di una tavoletta, la scartò con solerzia spargendo i resti di carta ed alluminio per il copriletto.
Assaporò un riquadro di fondente 70% lasciandosi sfuggire un "Cibo degli dei!"
Mi persi ad osservarlo finché il mio stomaco non mi impose di rivendicare la mia parte di cibo.«Ingordo! Lascimene un po'.», mi lamentai. Dopo poco mi arrivò un messaggio da un numero anonimo.
«Chi è?», mi domandò sporgendosi un po' per sbirciare il mio telefono.
Il numero non appariva e il messaggio era criptato, i caratteri erano sostituiti da riquadri bianchi.
Senza pensarci feci scorrere il dito sulla notifica, ignorando che potesse celarsi un inganno della polizia.
Solo quando composi il codice di sblocco concepii il potenziale pericolo di quel messaggio.
La paura mi irrigidì lasciando i miei occhi spalancati.
Quando si materializzò il messaggio sulla schermata del cellulare, ciò che c'era scritto esasperò le mie preoccupazioni.
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City Lights
Fanfiction"Fin da piccola ho saputo distinguere le ambizioni per il futuro dai sogni, perché questi possono diventare incubi." Sofia, la sera precedente al suo diciottesimo compleanno, si era concessa il regalo più grande, la realizzazione del suo sogno: vede...