Capitolo 4

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"Wilson, Abby Wilson" Ripeto il mio nome all'anziana segretaria dai capelli grigi tirati in una crocchia.
"Veramente qui c'è scritto Abigail" precisa sistemandosi gli occhiali sul naso adunco
"Sì, Abigail" sbuffo picchiettando nervosamente con l'indice sul bancone che ci divide. Detesto il mio nome completo e sto davvero iniziando ad innervosirmi.
"E Samantha Scott" la mia amica fa capolino da dietro la mia schiena e sorride falsamente alla vecchietta che batte sulla tastiera prima di gracchiare:" Stanza 155 e 189, ala ovest, terzo piano"
Annuisco e sistemo il pesante borsone nero sulla spalla.
"Le valigie le hanno già portate nelle camere ma le borse pesano" piagnucola la mia amica fissando le unghie laccate.
"Dai Sam, se non ci perdiamo potrai correre e gettarti sul letto prima di quanto pensi" Ridacchio senza staccare lo sguardo dalla piantina dell'edificio.
"Siamo alla NYU ancora non riesco a crederci" squittisce e non posso fare a meno di sorridere per il suo entusiasmo "Ma siamo in stanze diverse"
"Ci vedremo a psicologia" accenno ad un sorriso e abbraccio la ragazza che è voluta venire con me a tutti i costi. Anche se,in fin dei conti si era iscritta al college tempo fa, non aveva la minima intenzione di trasferirsi a New York prima di un semestre.
"Mi mancherai sai, anche se ci vedremo ogni settimana" sussurro fra i suoi capelli chiari poi sorrido prima di allontanarmi sbilanciata qua e là dal borsone fastidiosamente ingombrante.

Vago per quelle che sembrano ore nei stretti corridoi ricoperti da una moquette rossa,perfettamente uguali fra loro, finché non mi siedo sconsolata poggiando la schiena contro il muro ruvido.
Una porta si apre improvvisamente dietro di me e una ragazza dalla corta chioma blu si affaccia con un sorriso.
"Oh scusa tu sei? Sto aspettando la mia compagna di stanza" sospira con un forte accento del Texas, girando la testa a destra e a sinistra senza focalizzarsi su un punto preciso.
"Sono Abby Wilson" borbotto muovendo i piedi fasciati nelle converse nere
"Ma allora sei tu la mia compagna di stanza!" scoppia in una risata fragorosa e mi soffermo ad osservarla meglio. I suoi occhi non sono blu come i suoi capelli ma castani ed espressivi e indossa una camicia a quadri verdi ,dei pantaloni neri le fasciano le gambe e non riesco a non fissare sgarbatamente l'anellino che spunta dalla narice destra.
"Beh scusa allora, non ho molta capacità di orientamento" mi scuso usando le mani per alzarmi da terra.
"Sono Lindy" mi offre la mano e io gliela stringo prima di entrare in quella che sarà la mia camera per i prossimi quattro anni.
I muri candidi sono già stati ricoperti, sul lato di stanza di Lindy, da poster di band e disegni di volti umani così dinamici da sembrare reali. Il suo letto è sfatto mentre il mio, dall'altro lato della stanza è  intatto.
L'arredamento è semplice: un armadio ad ante scorrevoli, degli scaffali per i libri sopra la testiera del letto e due scrivanie accanto alle due finestre che danno su un cortile interno.
"Mi piace, è carino" commento lasciandomi cadere sul morbido copriletto.
"Sì anche a me piace. È certamente meglio che vivere sotto lo stesso tetto con mio fratello" scherza imitandomi
"Hai un fratello?"chiedo. La curiosità è un difetto che mi appartiene fin da bambina.
"Sì gemello,si chiama David. Ma basta parlare di me, dimmi di te"
Ecco che improvvisamente il desiderio di sapere mi si ritorce contro diventando fastidioso.
"Ci sarebbe troppo da dire" mi limito a rispondere "È stato un periodo difficile ma sono qui"
"Capisco" torna a sedere "Se lo vorrai mi racconterai"
Mi stupisco che non sia delusa che non abbia voluto aprirmi con lei.
"Lo farò presto" sorrido prima di decidermi a sistemare i nuovi vestiti comprati al centro commerciale "Tu vieni dal Texas giusto?"
"Sì. Spero non si noti tanto" ride ed è davvero contagioso "E tu?"
"Io in realtà sono di Albany, a due ore di viaggio da qui ma cambiare città e lasciare tutto sembrava la soluzione migliore quindi...eccomi qui" racconto piegando una maglietta nera.
"Ti piace New York?"chiede e io non posso che annuire. New York è un sogno nonostante la stia usando come scappatoia così ci lanciamo in discorsi su tutto ciò che di bello ha da offrire questa città. Non è difficile sentirsi a proprio agio con Lindy, mi aiuta a non pensare a Ethan e Albany.
"Vuoi vedere un film?"mi propone indicando un vecchio portatile sul comodino "Ti avverto che questo dannatissimo pc ci mette dei giorni"
Rido e la raggiungo sul suo letto avvolta in una coperta azzurro cielo.
"Guardiamo Titanic?" La prego implorandola con lo sguardo
"E me lo chiedi? È uno dei miei film preferiti! Poi Leonardo è un gran figo" sorride alzando e abbassando le sopracciglia. Non posso che darle ragione e mi godo una delle storie d'amore più belle e non posso evitare, fra i fazzoletti coperti di lacrime e trucco, di sognare di essere amata e amare in quel modo, amare così tanto da essere una cosa sola.

Angolo scrittrice
Per il momento sembra tutto andare bene. Voi cosa pensate che succederà?
Bisoux

A NIGHTMARE IN N.Y.CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora