Capitolo 13

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"Grazie" Tende le labbra e preme la scarpa su quello che è ormai un mozzicone.
"Amici?" Tende la mano impacciatamente e gliela stringo. Forse potremmo davvero essere amici, conoscerci. È strano anche solamente pensarlo.
"Se non fai cazzate..." Scherzo, pensandolo però sul serio.
"Non te ne pentirai"
Rabbrividisco per la familiare promessa e salgo in macchina legando i capelli in una coda disordinata per tenerli lontano dagli occhi. Non ho idea di come andrà a finire tutto questo, e la cosa mi spaventa.
"Poter dire di essere amico di una ragazza che è stata nel mio letto è una situazione nuova" Ridacchia mettendo in moto. Perché deve entrare in un argomento delicato quando abbiamo appena chiarito? Mi manda su tutte le furie.
Giro la manopola del riscaldamento per liberare la macchina dal freddo pungente e strofino le mani per riscaldarle.
"Cazzo. Scusa se ti ho offesa" Nota il mio cipiglio "Non faccio mai niente di giusto con te..."
Stringe le lunghe dita sul volante con un sospiro.
"Ti sarebbe importato se non ti avessi perdonato?" Chiedo presa da pura curiosità. So che non è così, ma mi piacerebbe credere di sì.
"Sì, mi avevi fatto riflettere su tutto Abby e mi ero reso conto di aver sbagliato. Volevo davvero rimediare"
"Perché allora mi rispondevi in malo modo?" Alzo il tono di voce. Più lo conosco, meno lo comprendo.
"Perché, Abby, sei maledettamente ostinata e permalosa" Sorride fissando la strada. Oggi non dev'essere in vena di litigare, ma a me sta bene così perché questo suo umore scherzoso è piacevole e sinceramente spero duri il più a lungo possibile.
"Non sono permalosa" Obbietto incrociando le braccia al petto. È colpa della sua innata capacità di premere i miei bottoni se sono particolarmente irascibile.
"Vedi? Hai appena dimostrato di esserlo" La risata cristallina di Calum si sparge nell'abitacolo ed io gli schiaffeggio dolcemente il braccio. Non avrei mai immaginato che sarebbe riuscito a farmi sentire a mio agio,eppure è così.
Quando ci fermiamo nel parcheggio del dormitorio slaccio la cintura con un sorriso.
"Sei un compagno di viaggio migliore di quanto pensassi" Lo è davvero.
"Anche tu non sei male" Sorride. Scendo dalla macchina e massaggio le gambe intorpidite per il freddo.
"Vuoi fare un giro?"
"Che?" Vuole fare un giro? Adesso?
"Andiamo, io ormai non ho più sonno. Inauguriamo la nostra amicizia" Ammicca. È così pazzo da uscire a quest'ora di notte?
"Non lo so...." Non penso sia una buona idea, soprattutto se inizieremo a litigare.
"Dai, andremo d'accordo" Insiste per provare a convincermi e devo ammettere che ci sta riuscendo. Sembra eccitante, forse perché non è nella mia natura comportarmi in modo irragionevole, anche se devo ammettere che recentemente sta accadendo molto spesso.
"Va bene" Sospiro. È inutile cercare di dissuaderlo, non sembra avere intenzione di arrendersi.
"Andremo in moto"
"Hai una moto?" Chiedo. Riesco perfettamente ad immaginarlo sfrecciare per le strade, probabilmente anche senza casco.
Si sbaglia di grosso se pensa che saliró su una sottospecie di bicicletta col motore.
"Niente storie" Sogghigna portandomi all'altro lato del parcheggio dove si trova una moto sportiva verniciata di nero.
"Ti piace proprio tanto questo colore eh?" Scherzo facendo riferimento al suo abbigliamento.
"Sì, sali" Ordina sedendosi con un balzo. Resto in piedi squadrando il veicolo.
"Muoviti o ti lascio qui" Minaccia, così mi affretto ad imitarlo, senza la stessa agilità. Sono già pentita di averlo fatto.
"Stai tremando" Osserva voltandosi a guardarmi. "Hai veramente tanta paura?"
Annuisco cercando di rallentare il ritmo del mio respiro. Non voglio che veda quanto possa essere vulnerabile.
"D-dove andiamo?" Cerco di mascherare il panico con scarso successo.
"Hai visitato la città da quando sei qui?" Domanda accendendo il motore che risponde con uno sbuffo. Chi è la ragazza seduta su una moto in attesa di partire con un ragazzo tatuato che conosce a malapena? Di sicuro non sono io.
"No. Non ho avuto il tempo" Rispondo.
"La vedrai stanotte" Riesco ad immaginare il suo sorriso farsi largo sul suo volto.
Mi aggrappo alla giacca di pelle di Calum cingendogli il petto, che sobbalza non appena vi appoggio le dita. Nonostante l'adrenalina averlo vicino mi fa sentire al sicuro, ma probabilmente essere accanto a chiunque mi tranquillizzerebbe in questo momento.
"Più giù" Sussurra spostandomi delicatamente le mani all'altezza della vita. Sospiro profondamente e serro gli occhi con forza, lasciandomi invadere dalla sensazione di calma che mi trasmette prima di sentirmi sfrecciare in avanti.

Nota dell'autore
Mi odierete perché è veramente corto e ci ho messo tanto per scriverlo. Sorry

A NIGHTMARE IN N.Y.CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora