Capitolo 5

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Quando la sveglia mi trilla nelle orecchie il Sole sta filtrando debole attraverso le tende rosa delle finestre.
"Sveglia Lindy" la chiamo infilando i piedi in un paio di soffici ciabatte pelose per raggiungerla camminando sul parquet freddo. Dei mugolii provengono dal mucchio irregolare di coperte nere così le alzo per trovarmi faccia a faccia con degli scompigliati capelli blu puffo.
"Odio quelle tende" sbuffa prima di afferrare l'intimo dall'armadio e chiudersi in bagno. Sorrido, e nel frattempo scelgo di studiare la piantina della scuola, così mi siedo sul letto non ancora rifatto e mi stiracchio cominciando a leggere.
"Ho recuperato un pó di sonno" scherza facendo capolino nella stanza dopo qualche minuto. Si è legata i capelli asciutti in uno chignon disordinato al che ricordo che per crogiolare sotto l'acqua tiepida devo usare le mie scarse conoscenze dell'edificio.
"Buon per te. Io ho bisogno di una doccia" piagnucolo pettinandomi i capelli annodati dalla notte con le dita.
Qualche secondo dopo prendo il beautycase assieme all'asciugamano, abbasso la maniglia in ottone e mi avvio in punta di piedi per gli estesi corridoi mentre la moquette affonda sotto i miei piedi attutendo il rumore dei passi.
Finalmente leggo una targa appesa su di una porta ed entro furtivamente, ma sono sola. Apro il getto d'acqua bollente e mi abbandono alla sensazione benefica del calore sulla mia pelle; non riesco a resistere alla tentazione di canticchiare mentre strofino con cura le gambe coperte di schiuma ma mi blocco non appena avverto la presenza di qualcuno.
"Chi sei?" balbetto mentre posso letteralmente sentire l'ansia impadronirsi di me per tutta la spina dorsale.
"Chi sei tu" la voce è maschile e allegra con un leggero accento australiano ma non esito ad avvolgere il corpo nella ruvida asciugamano.
"Non ti voglio stuprare. Ora entro così puoi uscire" scoppia in una risata e, quando sento l'acqua scorrere sospiro di sollievo.
Strizzo le lunghe ciocche bagnate e le lascio gocciolare ovunque.
"Perché sei qui?" non riesco a frenare la mia curiosità.
"Per fare la doccia" risponde divertito mentre fa scorrere la tendina.
"Questo l'avevo capito ma perché proprio adesso? È presto"
"Potrei farti la stessa domanda" ridacchia "Comunque sono qui per fare una sorpresa alla mia ragazza. Forse la conosci, non passa inosservata"
"Che romantico" sussurro stringendo il tessuto tra le dita
"Sì, diciamo di si. Vivo a Philadelphia ma i miei amici e la mia ragazza sono qui. Quindi vengo spesso" la voce è storpiata dal fragore dell'acqua.
Come ci è finito a Philadelphia un australiano?
"Non parli più?" mi risveglia dai miei pensieri
"Stavo pensando' ammetto senza però dare una voce ai miei pensieri per non apparire troppo indiscreta e impicciona.
"Ah si... la mia ragazza ha i capelli blu e parlerebbe persino con un sasso. La conosci?"
Lindy! Ma certo come ho fatto a non pensarci prima? Lei di certo non passa inosservata.
"Sì è la mia compagna di stanza" ridacchio uscendo dalla cabina "Direi che ci vedremo presto"
"Sì " risponde entusiasta "Aspettatemi in camera e non dirle nulla"
"Ok" annuisco prima di chiudere la porta dietro di me e correre inciampando nelle ciabatte umide.

Non appena varco la soglia mi dirigo frettolosamente in bagno sotto lo sguardo divertito di Lindy. So che non ci vorrà molto prima che il ragazzo arrivi in camera e non voglio farmi trovare mezza nuda quindi infilo la biancheria, dei semplici jeans e una camicia bianca; trucco leggermente gli occhi con la matita e arriccio le punte dei capelli col ferro di Lindy.
Il risultato è carino e il mio riflesso nello specchio sorride soddisfatto giusto in tempo per sentire bussare alla porta.

"Michael!" le grida di Lindy alla vista del suo ragazzo mi perforano le orecchie e non sono stupita quando mi accorgo del suo colore di capelli: rosso fuoco. Rimango però incantata dai suoi occhi chiari, di un raro verde-azzurro.
Sono perfetti l'uno per l'altra.
"Abby lui è Michael" ci presenta quando nota il mio sguardo compiaciuto.
"Ci siamo conosciuti prima" ridacchia il rosso giocherellando con un piercing al sopracciglio che tiene tra le dita.
"Già" sorrido poggiando una borsa di pelle a tracolla sulla spalla "Io vi lascio soli. Ci vediamo dopo"
"Sicura?"
"Certo"
Non ho intenzione di fare da terzo incomodo e se non mi sbrigo arriverò persino in ritardo a economia.
Le mie previsioni sono esatte e me ne rendo conto quando entro nell'ampia aula già gremita di studenti. Scelgo di sedermi al centro, non troppo avanti, né troppo indietro.Noioso, come me.
"Buongiorno" il docente fa il suo ingresso in classe zittendo il chiacchiericcio. È di aspetto giovane e simpatico decisamente contrario alla sua materia.
"Sono il professore Bryan Mill e vi insegneró economia. Vorrei pregarvi di non avere pregiudizi sulla materia ma anzi, di osservarla con una prospettiva differente e vedrete che sarà più semplice, per me e per voi. Detto questo, iniziamo" parla a voce alta attirando l'attenzione di tutti, persino quella del ragazzo dai capelli color grano seduto accanto a me che fino a qualche secondo prima stava scarabocchiando su di uno spartito. La lezione, come preannunciato, trascorre fluidamente tanto che non mi accorgo del tempo che passa.
"Per oggi abbiamo finito, andate in pace" scherza prima di stringere la sua cartella e andarsene senza dire altro. La classe comincia a vuotarsi , così infilo il quaderno degli appunti, do un'ultima occhiata curiosa al mio compagno di banco ancora chino ed esco, con la fastidiosa sensazione di essere osservata.

Angolo scrittrice
Abby ha conosciuto Michael, il ragazzo misterioso nelle docce comuni ehehhehehe. Un altro capitolo si è concluso.
Bisoux

A NIGHTMARE IN N.Y.CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora