Capitolo 12

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"Mi dici cosa ti prende? S?" chiese preoccupata, poggiando le sue mani tra le mie.

"Sto male. Non te ne sei accorta ... ma capisco non potevi immaginare. La festa è stata un disastro. Io mi sono sentita così a disagio. Non l'hai notato?"

Volevo sapere la verità, lei non poteva continuare a giocare a nascondino e mandar avanti così le cose, tra noi.

Era una mia amica , possibile che Dan non le avesse detto niente di quello che mi aveva fatto? Era la sua migliore amica, se era pentito sicuramente ne aveva parlato con qualcuno.

"Davvero?"

Le sue parole uscirono naturali dalle sue labbra, come se realmente lei non fosse al corrente di tutto.

"Si... Dan ... basta. Non ho voglia di parlarne ..." replicai secca.

Perché mai dovevo condividere i miei problemi con una che era collegata a uno del genere.

"Oh S! pensavo che ti sarebbe piaciuto! Un ragazzo grande e bello ai tuoi piedi" i suoi occhi si fecero più piccoli "non era quello che cercavi? Uno ricco?! Non puoi dirmi di no" Sbuffò.

Già. Tutto il mio mondo, le mie strade si stavano sgretolando ... avevo paura di farmi male, affezionandomi troppo alle persone. Non mi volevo fidare neppure di C. Non riuscivo a darle la mia fiducia.

Da quando avevo conosciuto H, tutto era cambiato. Almeno dentro me.

La situazione fuori era uguale. Mi sentii sola, le parole di Harry e Dan mi giravano in testa.

Potevo evitare di risponderle?

" Si, ma non così! Cazzo! Mi stava forzando" dissi affidandomi alle lacrime, che scendevano senza fermare.

"S non sempre si può avere tutto, nei modi che vogliamo! L'hai detto tu non siamo in una favola, qui la pioggia la devi far cadere tu! Non basterà guardare il cielo. Se vuoi che lui si comporti bene con te, ricambialo. Dagli un'occasione, lui ... migliorerà. Insegnagli come si ama una ragazza!"

"Lo dici tu questo? Veramente la pensi così? Io non voglio vivere la vita così, si ho detto che i soldi contano ma non mai detto che il resto viene dopo." Sibilai in preda all'emozione.

Non si trattava di un emozione, ma di tante emozioni.

" Perché non vuoi capire? Lui ti vuole! Sta a te farti amare."

Mi rinfacciò le sue parole come schiaffi.

" Scusami C, ma non credo di saper capire un uomo, loro sono tutti uguali. Sanno solo ferire. Si fidanzano solo per sesso per poi lasciarti quando non te l'aspetti. Io non voglio questo. Non ci tengo a fare questa fine!" singhiozzai come una bambina in preda agli ormoni.

"Ti rendi conto di quello che stai dicendo?S? sei sempre tu?" domandò.

"Sai magari non avrò la risposta alla tua domanda in questo momento, ma tu invece di farmi l'inquisitorio, ora avresti dovuto portarmi in un posto al caldo. Sai sono in pigiama! Credo di avere la febbre, la mia amica invece di preoccuparsi di me manda uno sconosciuto da me. Invece di portami in casa, mi fa domande! Se è questa l'amicizia che ci lega allora fa schifo."

Ecco l'avevo detto.

" Silvi, non sono tua madre. Sono una tua amica, il mio dovere è dirti dove hai sbagliato. Mi dispiace se ti da fastidio. Dimmi tu da che parte ti stai comportando da amica? non fidandoti di me!" si alzò in piedi "sono stufa di questa situazione! Ora ti porta in casa, non voglio più discutere!"

"Clear dovevi dirlo prima! Ora me ne andrò da sola! Sai che ti dico? Prenditelo H! non me ne frega niente, se mi stai facendo torto per quello allora sei sulla strada sbagliata."

"S ? che stai blaterando? Cosa c'entra lui ora? Hai perso letteralmente la testa" urlò.

Anch'io mi stavo chiedendo cosa stessi facendo, ma non sapevo niente. Confusa come mai. Avevo solo bisogno di andare a casa mia e dormire.

Il freddo mi stava uccidendo.

Presi la mia bici e me ne andai. Lasciandomi tutto alle spalle.

Volevo stare bene, senza essere così, volevo avere delle certezze. Io non avrei messo piede nella vita di H. Ero finalmente pronta a accettare la realtà.

Lui non era mio e ne lo sarebbe stato.

Potevo ancora sentire in lontananza le urla di C che mi chiedevano di fermarmi.

Ero corsa via senza dire niente altro.

Finalmente ero arrivata a casa mia nel mio letto che profumava di tranquillità, nulla mi sembrava più impossibile.

Si ero indecisa, ma non ero debole. Dopotutto ero Silvie Mariani, non sarebbero bastate poche parole e qualche gesto per cambiarmi.

Detto ciò, dalla coperte allungai la mia mano verso il telecomando, nella tv stavano dando un film .

Non avevo niente da fare e l'unica cosa giusta da fare ora per passare il tempo era guardarlo. La storia mi prese così tanto che per mezz'ora dimenticai i miei problemi.

Mi aveva dato la forza di andare avanti, involontariamente.

Nel film la protagonista era una ragazza fragile, mentre la sua dolce metà era tutto tranne dolce e lei passava tutto il giorno a piangere.

Io non ero così. Questo mi bastò per capirmi, per riscoprire il sorriso.

Potevo finalmente andare a dormire mandando a fanculo tutti. Nella mia vita la priorità ero io e solo io.

Nessuno mi poteva mettere i piedi in testa.

La stanchezza era così forte che il sonno non tardò ad arrivare, colmando il senso di vuoto che mi avvolgeva. Portandomi allo scoperto, attraverso il subconscio. Oltre. Oltre alla realtà, alla ragione, semplicemente più in là, ad un passo dalla verità assoluta. Mi lasciai prendere la mano dal Morfeo.

Quello che vidi fu magnificamente orribile.

Un altare, H che mi aspettava, tutti che mi fissavano mentre tutt'intorno l'atmosfera di un matrimonio avvolgeva l'aria. Fui portata all'altare. Ero felice, mi stavo sposando. Un sogno che diventava realtà. Lui mi porse la sua mano gentile, l'afferrai per stagli a fianco per sempre.

Potevo percepire la mia tensione, ero una sposa! Non una qualunque ma la sua !

Lui mi stava leggendo le sue promesse, stavo letteralmente per morire.

"Non ti amerò, non ti bacerò, non ti farò mai felice. Soffrirai "disse con un sorriso.

Cosa?

Erano queste le parole che mi riservava? Ero disgustata.

Gli invitati battevano le mani, felici per noi. H sorrideva mentre leggeva quelle parole a me.

Nessuno si era accorto di quello che stava succedendo?

"Meriti di soffrire, io non ti sposerò. Ho amato e continuo ad amare Barbara" con queste parole dure come mattoni, mi spinse via.

Tutti sorridevano, applaudivano di gusto. Un'altra sposa era entrata in chiesa, mentre io ero stata dimenticata sui gradini.

"Mamma, da grande voglio essere bella come Barbara! Anch'io voglio un matrimonio così" disse una vocina tra gli invitanti.

Lei salì al mio posto, lo baciò. Incoronò il suo sogno tra i petali di rose rosse come il sangue che scendeva dalle mie lacrime.

Mi sveglia di colpo. Ero bagnata, dalle mie lacrime. Continuavano a scendere, mentre cercavo di recuperare la calma.

A/N

Eccomi!! sono sempre io e anche questa volta voglio sapere cosa ne pensate! ve lo giuro sono una ragazza molto curiosa quindi fatevi avanti :) accetto oltre volentieri anche le critiche. <3

H ha cominciato a penetrare nel cuore di S, sarà vero amore? Dan riuscirà a mostrare il meglio di se?

#Littletrouble

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