Il mattino fu lento e caotico. Mi svegliai con un forte mal di testa, tra le braccia di Marty. Lentamente mi passarono davanti agli occhi gli avvenimenti della sera scorsa, fino allo svenimento. Notai solo allora che M era sveglia. La cosa era preoccupante, dato che lei era solita ad alzarsi per ultima. Era turbata da qualcosa.
Sembrava pallida e continuava a torturarsi le labbra e le mani, magari le faceva male la testa. Si accorse anche lei della mia presenza così mi guardò e senza degnarmi di nemmeno un sorriso o una parola, si alzò dal letto.
"Dobbiamo tornare a casa. Clear è andata in giro a verificare se è possibile tornare a casa oggi stesso." Io ero senza parole, cosa voleva dire tutto questo? Perché così di punto in bianco stavamo tornando a casa?!
"Non puoi dirmi queste cose così all'improvviso. Dammi una motivazione valida."
Lei silenziosamente si diresse verso l'armadio e cominciò a fare le valige. Potevo sentire la paura accarezzarle dolcemente il volto, ogni suo movimento esprimeva insicurezza. Mi guardai intorno e ritrovai la camera perfettamente in ordine.
Come'era possibile? Mi ricordavo che ieri c'erano vestiti sparsi per terra, bottiglie vuote e riviste sotto sopra.
"M cazzo! Ti ho chiesto qualcosa!Che diamine sta succedendo qui?" domandai furiosa. Senza voltarsi nella mia direzione disse in un sussurro :
"Stanotte si sono infiltrate delle persone in casa, erano dei ladri. Non solo hanno fatto danni all'arredamento, ma... hanno anche vi-violentato Adelaide. Lei purtroppo era in giro per la casa. La polizia ci ha consigliato di ritornare a casa."
Io rimasi sbalordita. Dei ladri? Adelaide? E perché proprio lei? Anche io ero in giro durante la notte, almeno questo era ciò che mi ricordavo...
A qual pensiero, il mio corpo iniziò a fremere dalla dal terrore. Mi alzai dalla mia posizione e mi accoccolai tra le braccia di M.
"Come sta lei? E... Harry dov'è? Anzi dov'era?!" le chiesi con rabbia.
"S, lui è traumatizzato, ieri sera erano insieme fino a che lei si è alzata per bere dell'acqua...
Ma entrando in cucina ha notato due ragazzi mascherati e appena ha capito chi fossero ha cercato di scappare ma..." Marty non riuscì a finire la frase che scoppiò a piangere.
"Ma Silvie sai cos'è la cosa più brutta di tutto ciò?- continuò singhiozzando- E' che è colpa nostra. Noi avevamo la musica molto alta in camera e per di più stavamo urlando. Tutto ciò li ha coperti. Ha coperto le urla disperate di quella dolce ragazza, che invocava aiuto e pietà." Il discorso di M mi spiazzò. Avevo un macigno sopra il petto e non sapevo se mi sarebbe mai andato via.
Lei capendo il mio stato d'animo cercò di rincuorarmi "Lei sta bene ora, i suoi genitori sono qui. Sono in ospedale con lei. Ci hanno detto che non ha subito ferite gravi sul corpo, ma so che da dentro è scossa."
Io non la stavo completamente ascoltando. Non che le sue parole non m'interessassero, ma perché avevo delle domande che continuavano a vorticare nella mia testa, ripetendosi più e più volte.
Ero confusa. Chi mi aveva riportato in camera la scorsa notte? Un brutto presentimento stava iniziando a formularsi nella mia mente.
"M io... chi mi po-portato fino a qui? Mi ricordavo di essere in cucina, forse sono svenuta, ma prima di quel attimo sono certa di aver visto qualcuno" cercai di non balbettare mentre i dubbi uscivano dalle mie labbra.
"Silvie, ma che dici! Tu non sei mai uscita da qui, anche noi eravamo ubriache ma sono certa che eravamo tutte e tre in camera.
Ascoltami bene S, non me ne fotte un cazzo di dov'eri ma fatto sta che era tarda notte e tutto ciò è successo nel baccano della musica, per colpa nostra. Ma ti supplico, non dire a nessuno che eri in cucina. Devi dire che eri qui con noi.
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Little trouble
Romance"L'amore è come una doccia fredda, una volta fatta provi sia freddo che caldo. Ma quando perdi il cuore allora né il fuoco più ardente potrebbe scaldarti e né il ghiaccio perenne potrebbe curare le tue ferite." ----- dialogo preso dal libro: Daniel...