Capitolo 20

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Non mi accorsi quando tra le lacrime mi addormentai.

L'unica cosa che sentivo era skyfall di Adele che suonava a pallone, nel piano inferiore. Non si poteva neanche dormire in pace in quella casa. Mi pentivo delle stupide decisioni che avevo preso, anche perché la sfortuna era la mia migliore amica. Eravamo come inseparabili. Mi ero illusa che potessi passare delle vacanze in santa pace, senza preoccupazioni, senza tormenti. Senza i suoi pensieri che affollassero la mia mente.

Sentivo la testa pesante, mi bruciavano gli occhi per i fiumi che avevo versato la sera scorsa. Cercai di riaddormentarmi ma fu tutto inutile. Le persone che erano giù avevano deciso di rompermi l'anima già dal mattino come se tutto quello che era successo non bastasse. Notai che tra quelle c'erano anche C e M dato che i loro letti erano tutti rifatti. Ma cosa saltava in mente a quelle due?? Non erano in grado di vivere come normali esseri viventi?

Appunto, loro voglio vivere, mentre tu vuoi solo annegare nella depressione in santa pace mi rinfacciò la mia inutile coscienza.

Scesi a malavoglia dal letto, dirigendomi verso il bagno, ma appena dentro quasi mi spaventai nel vedere ciò che avevo davanti.

Era una ragazza consumata, come un fiore che veniva calpestato e rimaneva a terra, guardando verso l'alto, verso ciò che non avrebbe mai potuto raggiungere. Come un girasole, che seguiva il percorso del suo amato da lontano, oramai consapevole delle distanze incolmabili che li dividevano.

Aveva gli occhi arrossati dalle emozioni versate, il trucco colato come una persona trascurata e del sorriso non c'era neanche la minima traccia. Non ero io, quella era il riflesso di ciò che lui mi faceva provare. Dolore.

Dopo alcuni minuti decisi di lavarmi, ma entrata sotto la doccia realizzai che l'acqua bollente che mi si rovesciava addosso non era in grado di levare tutte le delusioni, dentro le quale annegavo oramai da tanto.

Così uscii e mi avvolsi nel asciugamano che avevo appoggiato sul termosifone. Le mie emozioni rispecchiavano i miei sentimenti. Sentivo il freddo gelido dentro le ossa e l'asciugamano caldo cercare di spegnerlo. Ma di certo non sarebbe bastato uno stupido asciugamano ad scongelarmi . Avevo bisogno di una cosa, anzi di qualcuno. Ma no! Non mi sarei arresa e avrei lottato per me, perché io venivo prima di lui o di qualsiasi cosa. Ero io la mia priorità.

Non mi rimisi i vestiti del giorno scorso e dato che ero a carenza di quest'ultimi decisi di uscire in asciugamano. Tanto camera mia distava solo pochi passi dal bagno. Così feci appello alle briciole di fortuna che erano per sbaglio rimaste su me, per poter arrivare in camera senza che qualcuno mi sorprendesse in quello stato.

Uscii furtiva e veloce come un fulmine in una notte nera e dopo aver controllato cento mila volte il corridoio riuscii ad arrivare in camera mia sana e salva. Chiusi piano piano la porta e quando mi voltai per esultare della mia vittoria, mi ritrovai ad urlare per lo spavento. Lo vidi. Era proprio lì, seduto sul mio letto, che osservava i miei minimi movimenti. I suoi occhi stavano setacciando ogni singolo centimetro del mio corpo lasciato scoperto.

Ero la davanti a lui con solo uno straccio addosso, con circa il 90% del mio corpo lasciato inquisire dai suoi occhi verdi e curiosi. Diventai rossa fuoco. Ma come si permetteva?

"Esci subito!" cercai di urlarli, ma ciò usci dalla mia bocca fu solo un sussulto.

Feci un passo indietro quando lo vidi scendere dal letto e fare un passo verso di me. Sembrava in un altro mondo. I suoi occhi verdi erano diventati più scuri, non riflettevano più la speranza, si erano spenti. L'osservai in volto, i suoi denti si erano impossessati delle sue labbra rosee e carnose.

" Ti ho detto di uscire! Harry!" gli urlai questa volta con tono deciso, per mascherare il terrore che stavo vivendo. Ma come se non mi sentisse fece un altro passo verso me e così feci anche io, ma verso l'indietro. Molto presto mi ritrovai contro la porta, tremavo a contatto con il freddo e duro materiale di questa e con una mano mi tenevo stretta l'asciugamano cercando di coprirmi il più possibile.

Ero terrorizzata, mi venivano in mente le parole di B. Lui era uno squilibrato che aveva barattato la morosa per la libertà. Pensieri lugubri m'invasero la mente metre ero percossa da leggeri brividi dal freddo.

Ma lui non aveva intenzione di smettere e continuò a venirmi incontro. Lo ritrovai a pochi centimetri da me, sentivo il suo respiro caldo lambire la mia pelle, mentre i suoi occhi cercavano di imprimersi nella mente ciò che vedevano. Mi sentivo bruciare dalla vergogna. Cercai di dirgli qualcosa ma dalle mie labbra con usci nemmeno un sussurro. Ero paralizzata, tutta quella vicinanza mi dava alla testa. Il mio corpo non riusciva più a ragionare e reagire. Ero come ipnotizzata.

Lui allungò la sua mano calda, mentre io chiusi gli occhi in attesa della mia condanna.

A/N

Ciaoo a tutti! Grazie mille per tutto il vostro supporto, per essere sempre così partecipi, dandomi anche consigli per migliorare. Apprezzo veramente chi mi sostiene e mi incoraggia! Vi voglio un sacco di bene. Scusatemi per il capitolo corto, ma "purtroppo" vado in vacanza e volevo assolutamente pubblicare, dato che non sono sicura che riuscirò ad avere la connessione! Starò via un mese.
Ps non dimenticatevi di dirmi come trovate la storia ♥


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