Lui allungò la sua morbida mano verso il mio fianco sinistro. Il suo profumo inebriante mi annebbiava la mente.
Volevo darmi un pizzicotto e svegliarmi nel mio letto, ma così non fu.
Dopo alcuni istanti sentii un click e come risvegliata da quell'ipnosi, aprii gli occhi. Lo ritrovai davanti con un sorriso complice e con lo sguardo seguii il suo braccio. La sua mano era appoggiata alla maniglia mentre cercava di aprire invano la porta.
Mi sentii avvampare dalla vergogna, come sempre avevo frainteso tutto. Ero un' idiota al centesimo grado. Come avevo anche minimamente potuto pensare che lui stesse cercando contatto con me??
Quella sensazione mi colpii come una doccia fredda in pieno inverno. Cercai di nascondere il mio comportamento spostandomi verso destra, in modo da lasciargli via libera, per poter passare.
Mi tuffai nel letto che pochi istanti prima aveva accolto lui a braccia aperte.
Ora la domanda che non smetteva di punzecchiarmi era : Perché mai lui era lì?
Decisi di non farci caso, per me era più importante cercare di calmare il mio stato d'animo. Ancora una volta provavo quella sensazione, stavo annegando nel mare verde dei suoi occhi. Stavo morendo lentamente avvolta in un fascio di mistero.
Lui riusciva a sconvolgermi come un temporale in un cielo limpido, per poi andarsene com'era venuto, per lasciarmi bagnata dalle mie stesse lacrime.
Ogni volta che provavo a vederla con occhi diversi, lui si presentava ad annullare tutti i muri di vetro che creavo per distanziare le nostre anime. No, la mia anima e la sua crudeltà.
Avevo i capelli bagnati ma non m'importava, rimasi nel letto cercando di dimenticare il dolore lacerante che voleva uscirmi dal cuore.
Mi bastava guardare intorno per soffrire, i ricordi di poco fa si animavamo senza il mio consenso.
Forse mi feriva il fatto di aver pensato che lui per qualche secondo avesse potuto pensare a me. Credo che quando lui accorciò le distanze, da qualche parte nel mio corpo ero felice di poterlo sentire vicino a me. Forse desideravo di più di uno sguardo malvagio ... magari un bacio.
No. No no e poi no. Io dovevo smetterla. Mi alzai dal letto, mi recai verso l'armadio dove i miei vestiti giacevano senza vita. Guardandoli non provavo nessuna gioia, normalmente invece impazzivo pensando a quanto fossi bella. Indossavo i vestitini per poi fari migliaia di selfie e cantare a squarciagola canzoni fino a sentirmi una modella in passerella.
Ora invece era diverso. Presi il pigiama bianco, senza alcun disegno o raffigurazione sopra, volevo qualcosa di semplice stasera ... mentre mi allacciavo i bottoni freddi della camicia, feci scivolare la mia mano sul fianco che lui aveva toccato contaminandolo con il suo tocco glaciale, cercavo di riassaporare il suo tocco.
Chi ero diventata.
Una gatta malinconica, senza una casa ... un padrone.
Tuffai le mie mani tra i miei capelli umidi, cercando di tenermi la testa, sembrava che stesse per scoppiare. Chiusi gli occhi per poter capire, per darmi una spiegazione di ciò che stava succedendo dentro me e fuori.
Perché era qui? Cosa stava cercando ... stava aspettando me? E allora perché mi aveva lasciato sola?
"Silvie? Sei sveglia?" domandò la voce di Adelaide.
Ficcai velocemente la testa sotto le coperte, non volevo assolutamente farmi vedere così da lei. Non avevo l'intenzione di essere umiliata pure da lei.
Non risposi, fingevo di dormire. Non avevo neppure altra scelta, farmi trovare in una situazione così scomoda dalla morosa di Harry. E che cazzo! la vita facile avevo smesso di esistere per me?
Sentii i suoi passi avvicinarsi nella direzione del mio letto, strinsi a me le coperte serrando gli occhi.
"Lo so che sei sveglia! Daii che ho bisogno di un consiglio. Ti prego dammi una mano, io ... non so cosa fare o come comportarmi! Dai apri gli occhi." La sua voce implorante stava punzecchiando le mie orecchie che si rifiutavano di volerla aiutare in qualsiasi modo.
Di cosa mai poteva aver bisogno, così in mezzo alla notte? Mistero, uno fra tanti.
"Silvie, sai Harry? il mio fidanzato? Hai presente quello a tavola? Dimmi di si? Please?!"
"Ti prego lasciami dormire, ho molto sonno. Ora non riesco proprio ad aiutarti.... quando esci fammi un favore chiudi la porta... " dissi fredda.
"Silvie ti prego, lui ed io oggi pensavamo di combinare qualcosa... solo che io sento che non ho nulla di abbastanza hot per l'occasione. Posso prendere la tua camicia da notte bianca trasparente? Dai dimmi di si" chiese cercando di convincermi ad accettare ciò che mi stava proponendo.
Come si era solo permessa di pensare che avrei contributo a qualcosa del genere? Prestati la mia camicia preferita per consumare una notte in sua compagnia? Ridicolo.
"Non ho nessuna camicia del genere... forse l'avrò a Milano ma qui proprio non ho nulla." Specificai spazientita.
"Silvie Harry mi ha detto che tu hai una bella camicia .... Lui l'ha vista nel tuo armadio stasera. Ha detto che io starei benissimo in quella oggi... ti prego. " le parole di quella ragazza mi avevano lasciato solamente amarezza in bocca.
Lui era entrato in camera mia senza il mio consenso per sbirciare il mio armadio e poi dire alla sua ipotetica morosa di chiedermela in prestito?!
Disgustoso.
" Perché lui era in camera mia?!" Alzai leggermente il tono, mettendomi seduta sul letto così com'ero.
"Silvii stavi piangendo?" Chiese sedendosi vicino a me nel letto, ignorando completamente la mia domanda.
" No... ho fatto la doccia e mi entrato il sapone negli occhi... sono sempre così. Dimmi perché mai lui è dovuto entrare in camera mia e ha guardato dentro le mie cose?!" La mia voce stava lasciando capire la mia ossessione verso la risposta che tardava ad arrivare.
Il mio respiro si era fatto molto più affannato, non potevo crederci che avesse parlato a lei di me. Qualsiasi cosa lei sapesse, ora io volevo conoscerla.La guardai intensamente negli occhi, cercando di farle intendere la serietà della faccenda.
" Bè... stavamo giocando tutti ad obbligo e verità e lui è stato obbligato ad entrare nella vostra stanza. Ti avevamo vista uscire... anche Clear e Marty erano con noi, hanno detto di essere d'accordo. Harry doveva trovare nel tuo armadio l'abigliamento a te più caro, che avresti usato magari col moroso per sembrare bellissima ed attraente. Lui era contrariato all'idea ma dopo ha dovuto farlo." Rispose come se quello che stesse dicendo fosse la cosa più naturale al mondo.
"Quindi lui era qui per questo?! Solo per questo?" La delusione che provavo veniva crudelmente portata a galla dala mia voce che usciva addolorata.
"Si, bè cosa pensavi? Guarda che il mio Harry è uno con il cervello apposto" disse alzandosi dal letto, ferita dalle mie accuse.
"Scusami, non volevo intendere nulla di sbagliato. Solo che non sapevo niente, allora mi è venuto naturale dubitare sulla sua affidabilità" replicai acida. Non tolleravo, non riuscivo a digerire l'idea, la verità. Lui con Adelaide.
"Tornando a noi... mi presti la tua camicia? Harry mi ha detto che è nel tuo armadio... dai a te stasera non serve quanto serve a me. Sai è la prima volta per noi... lo so che non dovrei parlarti di queste cose ma il fatto è che ci tengo che sia tutto perfetto come io l'ho sognato."
Si recò verso l'armadio e comincio a rovistare la mia roba, finché non trovò quello a cui ambiva.
A/N
Ciao, scusate il forte ritardo. sono stata molto occupata, tra vacanze e ritorno ho avuto delle piccole complicazioni. Grazie per aver aspettato S & H.
#littletrouble
Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3
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Little trouble
Romance"L'amore è come una doccia fredda, una volta fatta provi sia freddo che caldo. Ma quando perdi il cuore allora né il fuoco più ardente potrebbe scaldarti e né il ghiaccio perenne potrebbe curare le tue ferite." ----- dialogo preso dal libro: Daniel...