Nash.

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Io e mia madre viaggiavamo verso l'areoporto con i finestrini dell'auto abbassati.

Volevamo passare una bella vacanza a Miami da una sua cara e vecchia amica, cercando di dimenticare la morte di mio padre. Due anni fa gli avevano diagnosticato un tumore ai polmoni ed è morto circa da tre mesi. I tre mesi più brutti e lunghi della mia vita.

Alzo il volume della radio, come per cercare di nascondere la tensione che si sta creando tra noi.

Per la mamma è stato un brutto colpo, e si vede. I suoi capelli, un tempo lisci e lucenti, ora sono crespi e sempre raccolti in una crocchia. La sua pelle è diventata più giallastra, malaticcia. Sotto gli occhi ha le occhiaie, come se non dormisse da giorni.

Anche io non ero messa benissimo ma cercavo di migliorare il mio aspetto con il trucco, cosa che la mamma non fa.

Dopo circa mezz'ora arriviamo in aeroporto e saliamo subito sull'aereo.

Guardo i biglietti e mi accorgo che io e la mamma non abbiamo i posti vicini anzi sono lontanissimi, abbiamo circa 30 persone in mezzo. Ma cosa pretendevo? Abbiamo preso i biglietti due giorni fa.

Vado alla ricerca del mio posto sperando di non essere vicina ad uno psicopatico o ad un vecchio che russa.

Le mie preghiere non sono servite a niente. Sono obbligata a sedermi accanto ad un vecchio e sono sicura che in meno di mezz'ora sarà già appoggiato su di me a russare.

Mi accorgo di essere immobile in mezzo al corridoio quando sento la voce di un ragazzo dietro di me.

"Io vorrei sedermi. Se tu vuoi restare in piedi almeno fai passare gli altri."

Mi giro di scatto e incontro subito due occhi blu intenso.

"S-scusa" riesco a dire.

È tutto quello che riesco a dire? Sul serio?

I suoi lineamenti si addolciscono e mi sorride.

"Fa niente. Ma cerca di non stare in mezzo." Detto questo si gira e se ne va.

Si va a sedere nel posto B14. E io ho il B15. 'Bene' penso 'almeno non dovrò sopportare solo un vecchio russone.'

Mi siedo anche io.

"Piacere, mi chiamo Nash."

I need you. (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora