Tramonto.

5.1K 280 0
                                    

È da circa quindici minuti che sto mettendo a posto la mia camera e non trovo una posizione adatta per questa lampada.

Cameron: mettila sul comodino. Ti sarà più facile accenderla e spegnerla dal letto, non credi?

Sorrido. Probabilmente mi sta guardando dalla finestra. Decido di non rispondergli.
Appoggio la lampada sul mio comodino e attacco la spina alla corrente. Sistemo le coperte sul letto e il cuscino.

Cameron: ehi ma perché non rispondi?

Sorrido ancora. Non so perché, ma solo a pensare a Cameron mi riporta ai nostri bacetti dell'altro giorno e quindi sorrido. Sembro proprio un ebeta quando sorrido in quel modo.

Cameron: guarda che vedo i tuoi sorrisetti.

Isabella: non hai di meglio da fare piuttosto che fissarmi?

Cameron: sono nato per fissarti, piccola.

Sorrido. Quando Cameron si mette a scrivermi cose così è la fine del mondo, in modo positivo.

Isabella: hai ragione per quanto riguarda la lampada, è più comodo usarla se è sul comodino.

Cameron: dov'è tua mamma?

Isabella: via

Lo guardo dalla finestra e lo vedo fare una faccia scocciata, rido.

Cameron: ho notato, quando ritorna?

Isabella: non lo so, probabilmente sta notte sta dalla mamma di Nash. Le ha chiesto di stare da lei sta notte.

Cameron: quindi hai casa libera? Non viene Nash da te?

Isabella: sembra di no. Vuoi venire tu?

Cameron: posso? Non è che dopo mi fai dormire per terra o sul divano? Dormo con te eh.

Passo un attimo a pensarci. Ho il pigiama azzurro con i pinguini, sono struccata e ho uno chignon fatto alla cazzo. Non so se è la cosa giusta.
Dopo qualche altro attimo gli rispondo.

Isabella: vieni, ti aspetto. La porta è aperta.

Dopo questo non mi risponde, quindi penso che si stia preparando. Dopo dieci minuti sento la porta aprirsi e chiudersi.

"Bells, sono arrivato. Sei in camera?" Sento urlare dalle scale.

"Sali." Rispondo.

La porta, che avevo lasciato socchiusa, si apre ed entra Cameron. Indossa un paio si jeans aderenti, una maglietta azzurra e un giubbino di jeans chiaro. Con la mano destra sorregge un borsone nero.
Restiamo a guardarci per non so quanto tempo.

"Sei bellissima anche ridotta così." Sussurra poi.

"Ridotta così? Così come?" Chiedo, abbassando lo sguardo e guardando come sono conciata. Forse ha ragione, sono ridotta proprio male.

"Non fraintendermi." Dice facendomi alzare lo sguardo. Appena lo incrocio, Cameron lascia cadere il suo borsone a terra e si affretta ad avvicinarsi a me, per poi appoggiare le sue labbra sulle mie.
Sono sicura che in questo momento siamo uno spettacolo, io e lui, insieme, tra i vari ansimi e schiocchi di labbra, più belli del sole che sta tramontando alla nostra sinistra.

I need you. (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora