La verità

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Dopo che Cameron se n'è andato, vado in salotto, notando che Matt non era andato via, prima.

"Non è un nascondiglio originale, quello." Ammetto.

"Non volevo essere originale, volevo nascondermi. E ci sono riuscito." Dice, spuntando da dietro la tenda.

Sospiro. "Cosa ci fai qui?"

"Volevo vederti. E parlarti." Dice serio. Si siede sulla poltrona portandosi un dito sulla bocca.

"Di cosa?" Chiedo.

"Non sei curiosa di sapere tutta la verità?" Chiede, socchiudendo gli occhi. È un po' inquietante.

"Tutta la verità?" Decido di rispondere alla domanda con una domanda.

"Sì. Sul perché Cameron mi odi, su tua madre, su nostro padre..." Mormora.

Socchiudo le labbra. "E hai deciso di venire proprio oggi?"

"Sapevo che oggi è il compleanno di Dallas e sapevo che sarebbe venuto da te, quindi ho colto l'occasione per..."

"Infastidirlo." Finisco la frase per lui.

"Vedo che sai ragionare. Non sei stupida. Cameron non doveva dirtelo." Dice e mi pare sincero. Distolgo lo sguardo.

"Era arrabbiato." Alzo le spalle. "Lo capisco. Ma come facevi a sapere che io non gli avevo detto che noi siamo fratellastri?"

"Semplice. Non lo sapevo." Risponde.

"Ma allora..."

"Ho provato e ci sono riuscito. In realtà avevo un certo presentimento che mi diceva che tu non gli avevi detto niente, forse perché non hai avuto occasioni o forse perché eravate troppo presi a sbaciucchiarvi." Dice.

"Non ti deve interessare chi mi sbaciucchio." Ribatto.

"E invece sì. Dopotutto siamo fratellastri e penso che io ci tenga a te, anche se non ci conosciamo da molto. E poi lo vorrebbe anche papà." Mormora.

Passiamo minuti a guardarci negli occhi e mi accorgo che ha gli stessi occhi di nostro padre.

"So a cosa stai pensando." Dice.

"Cosa?" Corrugo le sopracciglia.

"Anche mia mamma me lo dice, a volte. Anzi, me lo diceva. Ho i suoi occhi." Sussurra l'ultima frase. Sento un nodo alla gola.

"Somigli più tu a lui di quanto gli somigli io." Osservo.

"La somiglianza non è data dalla quantità di tempo passata insieme." Ribatte.

"Ma voi non avete passato del tempo insieme." Dico.

"Ricordi i suoi viaggi di lavoro? Quelli che duravano anche alcuni mesi? Veniva da noi, da me." Spiega.

Non apro bocca. Perché non me lo avevano detto, i miei genitori?

"Diceva che doveva prendersi cura anche di me, perché comunque ero suo figlio. Mi parlava spesso di te." Dice. Mi vengono le lacrime agli occhi.

"Diceva che eri bellissima, che eri la bambina più bella che aveva mai visto, la più dolce. Diceva che eri buffa, sopratutto quando facevi i tuoi primi passi." Continua. Tiro sù col naso e alzo gli occhi cercando di far rientrare le lacrime che volevano uscire.

"Basta." Lo imploro. 

"Cosa vuoi sapere? Sono qui per raccontarti tutto quello che vuoi."

"Perché tu e Cameron vi odiate?" Chiedo.

I need you. (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora