Se poche ore prima in quella macchina i suoi occhi ricordavano il ghiaccio adesso erano incandescenti, due palle di fuoco che non la smettevano di fissarmi, facendomi quasi sentire il loro calore addosso.
"Possiamo andare via di qui? Mi sento fissata da tutti i lati." Il che era vero. Tutta la mia tavolata ci stava fissando come in attesa di qualcosa che movimentasse il loro pranzo.
"Si, vieni." Louis prese la mia mano e sentii come una leggera scossa in tutto il corpo. Aprì la porta e l'aria fredda mi colpì come una serie di coltelli lanciati allo stesso momento.
"Beh quando avevo detto che volevo andare da un'altra parte non intendevo fuori al freddo." Ridacchiai. Lui non si scompose. Ma notò che stavo tremando come una foglia.
"Vieni con me, stai morendo di freddo." Mi avvolse con le sue braccia ed entrammo nel cafè lì vicino.Essendo l'ora di pranzo non era molto pieno. Ci dirigemmo verso un tavolo in disparte e ci sedemmo. Io continuavo a tremare perciò Louis si tolse il cappotto porgendomelo. "Intanto metti questo, appena ti sarai riscaldata puoi anche toglierlo." Il suo tono di voce non aveva lasciato trapelare nessuna emozione, era piatto, distante.
"Come facevi a sapere che ero lì? Mi hai seguita?" Chiesi impaziente. Volevo sapere, volevo sapere tutto.
"È stato tuo padre. Mi ha mandato un messaggio dicendomi che avevi bisogno di me." Avevo davvero bisogno di Louis? Mio padre aveva davvero creduto questo?
"E tu sei venuto? Hai lasciato tutto e sei venuto da me?" Chiesi sbalordita. Lo avevo trattato davvero male. Mi aveva confessato di provare qualcosa per me ed io non gli avevo dato una risposta concreta. E quando finalmente potevo dirgli la verità, quel maledetto telefono aveva cominciato a squillare.
"Cos'altro potevo fare Noelle? Ti ho già detto cosa provo per te e tu non hai fatto altro che respingermi, perché ne sei così sorpresa?" Non fissai i suoi occhi, non mi era più possibile farlo, non ci riuscivo.
"C'è un motivo se stamattina ti ho chiesto di vederci. Ma sembra che il destino non ci voglia venire incontro. Che ci metta sempre un muro di mattoni davanti, sempre più alto, sempre più difficile da buttare giù." Senza pensarci le parole cominciarono a uscire dalla mia bocca in maniera spontanea. "Credi che per me sia stato facile? Credi che sia stato semplice mandarti via quella sera? Credi davvero che non me ne sia pentita subito dopo? Oh Louis, ci sono tante di quelle cose che non sai.." Dissi sollevando gli occhi e incontrando i suoi. Non erano più rossi come prima. Adesso avevano di nuovo quel colorito magnifico, quel colore di occhi che non dimentichi facilmente, che non dimentichi e basta.
"E credi che per me il tuo silenzio non sia straziante? Quella sera avrei voluto urlarti con tutte le mie forze che non mi importava che stessi male, che volevo solo sapere la verità. Volevo che tu mi rispondessi che anche per te era così, che anche tu non riuscivi più a non pensarmi. Che anche tu, ogni volta che sentivi pronunciare il mio nome, avevi come una fitta allo stomaco. Tu non immagini quante notti ho passato fissando il soffitto e cercando di reprimere ogni singolo pensiero su di te. Non hai la più pallida idea di quanto sia straziante guardarti da lontano e sapere che l'unico modo che ho per starti vicino, per vederti sorridere, per vederti felice, è stare il più lontano possibile." Non ero mai riuscita a capire quale fosse il vero colore dei suoi occhi. Erano azzurri, verdi, spesso assomigliavano al mare in tempesta, altre volte a smeraldi brillanti. Questa volta sembravano il cielo di metà dicembre, carico di nuvoloni ma con uno sprazzo di azzurro. Mi fissava con una strana intensità e mi faceva sentire ancora più a disagio.
"Non sai che dire eh? Beh, me lo aspettavo. Mi hai sempre detestato e non c'è nulla che io possa fare per farti cambiare idea. Sarò sempre il ragazzo ubriaco che ha provato a baciarti. Il ragazzo che si è messo in mezzo alla tua storia d'amore perfetta. Il ragazzo che ti ha allontanata dagli amici di una vita. Sarò per sempre il ragazzo che ti ha portato via tutto ciò a cui tenevi. Il ragazzo che ti ha portato via il passato, rovinato il presente e che non avrà mai un posto nel tuo futuro." Questa volta fu lui ad abbassare lo sguardo.
Mi sentivo abbastanza accaldata così tolsi il cappotto e mi accorsi che non era per quello. Ero furiosa e allo stesso tempo imbarazzata e triste. Ero un miscuglio incasinato di emozioni. Il mondo aveva smesso di girare, c'ero solo io e guardavo quel ragazzo davanti a me, quello che si era finalmente liberato di quell'armatura opprimente e forse era il momento che lo facessi anche io.
"Louis.." allungai una mano e la poggiai delicatamente sulla sua, lui sussultò leggermente. E fu in quel preciso istante che ripensai alle sue parole. La storia d'amore perfetta, gli amici di una vita. Se era davvero così allora perché ero rimasta sola? Perché non mi fidavo più di questa gente? Perché la mia storia perfetta era diventata un garbuglio di odio e rancore? Perché gli amici di una vita non erano più quelli di prima o meglio, non erano più gli stessi? Forse Louis, nel tentativo di dirmi tutta la verità, a sua insaputa mi aveva spinta a ragionare su una cosa molto importante; se questa gente avesse davvero tenuto a me, non sarebbe finta così.
"Forse dovremmo cominciare ad abbattere qualche muro." Al suono delle mie parole lui alzò di scatto la testa.
"Cosa..cosa vuoi dire?" Balbettò. Non sembrava nemmeno lui.
"Quella sera al Luna Park, quando stavi con quella ragazza, non è vero che a me non importava. Tutt'altro, mi dava fastidio, un fastidio strano, un miscuglio di rabbia e..delusione. Delusa da me. Delusa da te. Delusa e basta. Volevo esserci io al suo posto, volevo esserci io su quelle montagne russe, seduta accanto a te, con il tuo braccio che mi proteggeva. Non lei, io. E mi odiavo per i pensieri che avevo, perché tu ogni singola volta mi facevi del male." Feci una pausa per prendere fiato, lui continuava a fissarmi. "Sono stanca di giocare a fare la dura con te. Ogni volta che non ci sei ti vorrei accanto. Quando ci sei vorrei che tu rimanessi ma sono costretta a cacciarti via perché mi fa male. Mi fa male averti vicino e sapere che a te non importa come importa a me. O meglio, mi faceva male. Ora che so cosa provi per me, ho capito immediatamente che tutto quell'odio nei tuoi confronti era solo un'armatura che mi ero imposta, cercavo di crearmi una barriera attorno per non lasciare che ti prendessi l'ultimo briciolo di me che riusciva a dirti di no. Ma adesso, in questo momento, ho capito che non mi importa. Che voglio solo te e questi muri li butterò giù, anche se dovesse costarmi una vita intera, li butterò giù per te."-----
Prima di tutto volevo ringraziare tutti i miei lettori, sono davvero felice che, anche se in pochi, a qualcuno faccia piacere leggere la mia storia. Ora voglio chiedervi cosa ne pensate. Fino ad ora vi sta piacendo? Se vi va di lasciare oltre ad un like qualche commento, mi fareste davvero felice. Spero di aggiornare presto xx
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Just a moment || Louis Tomlinson (In revisione)
FanfictionSpesso si crede che il primo amore sia il più bello, il migliore. Si dice che non si scordi mai e che si porti sempre nel cuore la prima persona della quale ci si è follemente innamorati. Ma non sempre è vero. Chiunque può entrarti nel cuore e spazz...