"L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo."
(Paulo Coelho)Tornai a casa totalmente sconvolta da quell'incontro con Louis.
Da quando avevo ricevuto il suo messaggio non avevo fatto altro che fantasticare sul momento in cui lo avrei rivisto. Mi ero immaginata di ridere e scherzare come facevamo una volta, di abbracciarlo e di raccontargli come procedeva la mia vita e sapere come andava la sua. Avevo pensato a troppe cose ma non avevo pensato che tra noi non c'era più il rapporto di una volta. Gli anni che avevamo passato separati ci avevano cambiati, così come avevano cambiato il nostro rapporto.
"Ha detto di amarmi. Me lo ha urlato in faccia, quasi come fosse disperato. Ha detto che in tutti questi anni non ha mai provato sentimenti diversi dall'amore ed io, invece, l'ho già rimpiazzato." Dissi ad Abby.
"Non lo hai rimpiazzato, Noe. Anche lui si è fidanzato con un'altra, anche lui è andato avanti, è una cosa normale." Rispose lei cercando di farmi ragionare.
"Non è la stessa cosa. Lui l'ha lasciata diverse volte, non teneva a lei come teneva a me, ha detto così." Mi sembrava così strano tornare a disperarmi per Louis.
"Può anche averti mentito per non doverti dire la verità. Magari non voleva ammettere che aveva detto quelle cose alla sua ragazza perchè non ne aveva il coraggio."
"No, impossibile. Non lo avrò visto per anni, ma lo conosco fin troppo bene. L'ho guardato negli occhi mentre raccontava la storia, era sincero.." Scossi la testa e mi gettai all'indietro sul letto.
"Lo dirai a Jordan?" Chiese la mia amica con aria titubante.
"Non lo so.. Non voglio che si arrabbi con Louis, ma non voglio nemmeno che tra noi ci siano problemi. Stiamo insieme da tanto tempo, lo conosco e non voglio creare problemi di alcun genere, perciò devo trovare la soluzione migliore." Risposi mettendo le mani a coppa sul viso. "Perchè la mia vita è così difficile quando c'è di mezzo Louis?" La mia voce risultò ovattata.
"Non è così. Quando c'è lui la tua vita prende una strada diversa, più spericolata e divertente. Devi ammetterlo, Louis ti rende le giornate meno noiose del solito." Ridacchiò Abby. "Ahia!" Esclamò quando le tirai un cuscino in faccia.
"Non complicare le cose." Le lanciai uno sguardo truce ma divertito, in fondo non aveva tutti i torti."Ecco a voi." Un uomo alto e con dei baffi esageratamente lunghi si avvicinò al tavolo posando due immensi piatti di carne davanti a noi. "Buona cena, per qualsiasi cosa chiamatemi pure." Disse prima di andare via rivolgendoci un sorriso.
"Credo che troverò dei peli nel mio piatto.." Mormorò Louis.
"Immagina se anche il cuoco ha dei baffi in quel modo." Ridacchiai tagliando un pezzo di carne.
"Grazie, adesso credo mi sia passata la voglia di mangiare." Sbuffò lui prima di sorridermi.
"Louis, posso chiederti perchè siamo qui?" Non lo guardai negli occhi, continuavo a fissare la carne facendo finta di ispezionarla.
"Credevo non saresti venuta." Rispose, anche se non era proprio questo quello che volevo sapere.
"L'ho fatto perchè non mi va che tra noi ci sia questa situazione. Ti voglio bene e non voglio perderti, non di nuovo." Notai che le mie parole ebbero un effetto strano sul mio amico, il suo viso si incupì leggermente.
Mormorò qualcosa che non riuscii a sentire, probabilmente era proprio ciò che voleva.
"Ascoltami, ho dato buca a Jordan per venire qui da te, perciò non farmi pentire di averlo fatto." Parlai con tono quasi arrabbiato.
"E ti ha lasciata venire?" Chiese mettendo in bocca la prima fetta di carne.
"Ehm...veramente non lo sa. Ho preferito non dirglielo." Risposi sentendo le guance diventare rosse.
"Ah, davvero? Credevo foste una di quelle coppie che non si nascondevano nulla. Che si avvertivano anche quando andavano in bagno." Parlò con un tono derisorio che non mi piacque assolutamente, così mi alzai e presi il cappotto.
"Noelle, aspetta." Si allarmò allungando una mano nel tentativo di fermarmi.
"Devi smetterla di prendermi in giro." Dissi con tono duro mettendomi di nuovo a sedere. "Voglio sapere perchè mi hai chiesto di uscire."
"Volevo passare qualche altra ora con te prima di ripartire e non volevo andare via sapendo che mi detestavi per ciò che avevo fatto poche ore prima. Non lo avrei sopportato."
"Io non ti detesto, Louis. E' solo che.."
"E' solo che non mi ami più." Concluse la frase che non avevo il coraggio di dire.
"Perchè vuoi già andare via?" Chiesi cambiando argomento.
"Ero venuto qui nella speranza di rivederti e passare il Natale con te e la tua famiglia, non potevo sapere che avevi altri piani." Era ovvio che si riferisse a Jordan e mi dispiaceva sentirlo parlare così.
"Questo non vuol dire che non puoi rimanere!" Esclamai. "Mio padre sarebbe più che felice di rivederti."
"Non capisci, vero?" Appoggiò le posate sul piatto e passò il tovagliolo per pulirsi le labbra sporche di sugo. "Non ho mai visto nè conosciuto il tuo ragazzo, ma so già che non lo sopporterei. Tu eri la mia ragazza e lui ti ha portata via da me. Non sopporterei il fatto di vederti fra le sue braccia o mentre vi baciate e vi coccolate, perchè una volta, al suo posto c'ero io. Una volta ero io quello che ti stringeva forte al suo petto quando le cose non andavano o che ti faceva sorridere cantando canzoni idiote a squarciagola per le strade di New York mentre tu, seduta sul sedile del passeggero, abbassavi il finestrino lasciando entrare l'aria fresca. Nessuno, forse nemmeno tu, potrà mai capire cosa io abbia provato per te e cosa continui a provare. Hai sempre pensato che i miei fossero capricci, che fossi un idiota, ma non è mai stato così, tu non sei mai stata un capriccio. Perciò, no, non puoi chiedermi di restare con voi a Natale, perchè non sopporterei di vederti con qualcuno che non sia io, e chiamami pure egoista, sono felice di esserlo se si tratta di te, perchè io ti amo e non riesco a pensare di averti persa e non poterti più riavere." Allungò una mano e la poggiò sulla mia che decisi di non allontanare, non potevo fargli anche questo.
"Louis, voglio che tu sappia che per me non è stato facile separarmi da te, che i primi giorni sono stati un'agonia e anche le settimane ed i mesi successivi. Nemmeno io potevo sopportare l'idea di averti perso e avevo anche pensato di lasciare Stanford per te. Poi ho pensato a mio padre e ai sacrifici che ha dovuto fare per me e allora sono rimasta, però la California non era lo stesso senza te, non era quello che avevo sempre desiderato. Volevo Stanford ma volevo anche la felicità, ma purtroppo si trovava a ottomiladuecentotre chilometri di distanza. Non ti ho mai chiamato perchè ritenevo giusto che anche tu vivessi la tua vita ed il tempo è passato. Ho conosciuto Jordan e mi sono fidanzata con lui, ma non credere che io mi sia dimenticata di te, di quello che abbiamo fatto e passato, delle risate e dei pianti, del nostro primo appuntamento che è stato esattamente nel locale accanto a questo. Io non dimentico ciò che mi ha fatta sorridere e mi ha resa la ragazza che sono ora, e non dimentico te." Risposi in totale sincerità, lui lo aveva fatto, era stato diretto, non aveva senso mentire. "Capirò se vorrai tornare a Dublino, ma sappi che io non ti ho rimpiazzato con Jordan e non l'ho mai voluto fare. Tu sei stato il mio primo vero amore e, a quanto pare, quello non passa mai." La mia mano era ancora sotto la sua, calda e forte.
"Odio stare a parlare qui dentro con la gente che ci origlia facendo finta di cenare, possiamo andare via?" Chiese guardandomi con occhi supplicanti.
"Si, andiamo.""Amo New York nel periodo di Natale." Dissi guardandomi intorno. Le strade brillavano fra mille luci di colori e forme diverse e gli alberi erano tutti innevati e agghindati.
"Si, lo so." Rispose con un leggero sorriso. "Noelle, volevo scusarmi per oggi, per quel quasi bacio e per tutto quello che ho detto. Ti ho riempito la testa di parole che non avresti voluto sentire e da quando sono arrivato non ho fatto altro che creare problemi, perdonami, sono un disastro." Abbassò la testa e la chioma di capelli gli avvolse dolcemente il viso. In quel momento ricordai i nostri baci, quelli in cui le nostre bocche si scontravano in caldi e veloci baci, come se ognuno di essi volesse dire qualcosa. Ricordai quando le mie mani scorrevano fra i suoi capelli e le sue mani toccavano dolcemente ogni punto della mia schiena facendo tremare la mia colonna vertebrale sotto piccole scosse; amavo sentirmi a quel modo. Era strano da ammettere, ma con Jordan non mi era mai successo. Per quanto lo amassi non mi sentivo allo stesso modo.
"Tranquillo, non fa niente. E smettila di dire che hai portato solo problemi, perchè non è così." Risposi dolcemente per non farlo sentire in colpa.
"Si è fatto tardi, forse è meglio che ti riaccompagni a casa." Sollevò di colpo la testa senza replicare a ciò che avevo detto poco prima.
"D'accordo." Questa era l'ultima sera in cui lo avrei visto, non poteva essere un totale disastro, non volevo crederci. "Dove vai a dormire?" Chiesi mentre ci incamminavamo verso l'auto.
"In hotel, credo." Rispose titubante.
"Ti va di rimanere a...a dormire da me?" Le ultime parole mi si spezzarono in gola quasi come fosse difficile pronunciarle.
"No, tranquilla, non vorrei creare problemi. Prenderò una camera in un bed and breakfast qui vicino."
"Vuoi davvero farlo? Sei pazzo. Sai benissimo che non riuscirai a chiudere occhio, ed in più ti verrà a costare troppo, siamo nel periodo di Natale." Gli ricordai indicando le strade intorno a noi.
"Chiamerò qualche amico, allora." Perché cercava in tutti i modi di evitare casa mia?
"Ascoltami Louis, non voglio che rimani in mezzo alla strada la sera prima della Vigilia di Natale. Da me c'è una stanza in più per gli ospiti e puoi.."
"Si, Noelle, lo so che c'è una stanza per gli ospiti e so che a tuo padre farebbe piacere avermi a casa ma non posso, d'accordo?" Non riuscii a vedere il suo sguardo perché stavamo salendo in auto, ma potevo capire dalla sua voce che si stava per arrabbiare.
"Ti conosco e so che stai per infuriarti ma non mi importa. Voglio saperti al caldo e al sicuro. Stanotte dormi da me, caso chiuso!" Esclamai decisa sul da farsi.
Aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito dopo, poi accese il motore dell'auto e partì."Buonasera." Entrai in casa sorridente salutando tutti: mio padre, Tyler, Dylan, Ryan, i genitori di Jordan e Jordan. Oddio, Jordan! Cosa cavolo ci faceva qui?
"Ehm..sera." Dissi nuovamente ma con tono meno allegro e con una espressione sconvolta sul viso.
"Finalmente sei tornata." Il mio ragazzo si alzò e venne a salutarmi nel momento stesso in cui Louis entrò in casa.
"Ho posteggiato la tua auto nel garage, va be..." Si bloccò alla vista di Jordan.
Messi a confronto erano abbastanza sproporzionati; Louis era molto più basso, capelli castani e occhi verde azzurro, corporatura non esile ma nemmeno muscolosa, Jordan, invece, era alto, capelli biondo cenere e occhi azzurri, un azzurro molto intenso con piccole pagliuzze dorate. Spalle grandi e forti e una postura del tutto diversa da quella del mio amico.
"E tu chi sei?" Jordan lo fissava come se avesse visto un alieno.
"Louis, sei proprio tu? Quanto tempo." Disse mio padre alzandosi e venendoci incontro.
"Ah, quindi tu sei il famoso Louis Tomlinson. Ho sentito molto parlare di te, piacere io sono Jordan." Tese una mano e lui la strinse fingendo un sorriso. "Però ho una domanda improntante da fare." Il mio ragazzo si voltò per guardarmi. "Perché sei con lui?"------
Buongiorno :) finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Come sempre, se vi va, lasciate qualche commento e cliccate sulla stellina ⭐️
Per eventuali errori correggerò più tardi. Al prossimo capitolo❤️
STAI LEGGENDO
Just a moment || Louis Tomlinson (In revisione)
Hayran KurguSpesso si crede che il primo amore sia il più bello, il migliore. Si dice che non si scordi mai e che si porti sempre nel cuore la prima persona della quale ci si è follemente innamorati. Ma non sempre è vero. Chiunque può entrarti nel cuore e spazz...