Capitolo 47

195 7 8
                                    

"Ora è come se ci fosse un grande vetro fra la mia vita e la tua, non ho potuto più raggiungerti ma ho sempre potuto vederti ancora e hai potuto farlo anche tu. E ogni tanto ho sentito così forte il bisogno di una tua carezza, con le mani incollate al vetro senza poterti toccare davvero."
(Massimo Bisotti)

25 dicembre 2009

"Noe, su, svegliati." Sentii una voce urlare nel mio orecchio e scuotermi. "È Natale e al piano di sotto ci sono tantissimi regali. Vieni giù, fa presto!" Esclamò contento il mio fratellino.
"Ty, ma sono le nove del mattino. Sei impazzito?" La mia voce era impastata dal sonno. Aprii gli occhi a fessura, accecata dalla luce proveniente dalla finestra.
"Ma è Natale." Annunciò fiero e felice. "Dai sorellona, vieni con me." Prese una mia mano e cominciò a tirarla forte. Per avere dieci anni era forte.
"D'accordo, d'accordo, fammi almeno mettere le ciabatte." Mi stiracchiai, strofinai gli occhi e messe là ciabatte mi lasciai tracinare al piano di sotto.

"Questo è mio!" Ryan si buttò su un pacco enorme.
"No! È il mio." Ribatte Dylan scatenando una lite. Entrambi i gemellini si buttarono sul regalo cercando di prevalere l'uno sull'altro.
"Questo non è né tuo, Dylan, né tuo, Ryan." Li interruppe mia madre prendendo il pacco fra le mani. "Ecco a te, tesoro." Disse porgendolo a Tyler. Una luce di gioia gli illuminò gli occhi e sul suo volto prese spazio un grande sorriso. "Questi sono vostri." Mio padre si avvicinò con tanti regali fra le braccia e li passò ai miei fratellini, poi venne da me. "Questi sono tuoi, invece. Tanti auguri, tesoro mio."
"Grazie mamma, grazie papà. Tanti auguri anche a voi." Diedi un bacio ed un abbraccio ad entrambi. "Anche per voi c'è qualcosa." Sorrisi alzandomi per andare a prendere i regali.
Pochi secondi dopo rientrai nel salone con un busta contenute dei pacchetti per entrambi i miei genitori.
"Ragazzi, non dovevate." Disse mia madre carezzandomi il volto.
"Adesso basta chiacchiere. Apriamo i regali!" Esclamò Tyler.
"Prima vorrei dire una cosa." Lo interruppe mio padre. "Sono così felice di avere una famiglia così bella. Non tutti hanno la fortuna di passare un Natale con le persone più importanti e avervi tutti qui, mi riempie il cuore di gioia. Noelle, Tyler, Dylan e Ryan, siete la cosa più belle che mi sia mai successa. Vi amo con tutto il mio cuore e farei di tutto per voi. Barbara, amore mio, averti al mio fianco è ciò che mi rende un uomo così sicuro e felice. Riesci a rendere tutto più semplice e illuminarmi ogni giorno con i tuoi sorrisi. Ti amo così tanto e non potrò mai smettere di ringraziarti per avermi donato una famiglia così bella e dei figli meravigliosi. Non ho bisogno di festeggiamenti e regali, perché se ho voi, ho tutto ciò che mi serve per essere felice e realizzato." Concluse mio padre.
Quando guardai mia madre, notai che i suoi occhi erano lucidi. Mio padre la teneva stretta fra le sue braccia e lei sorrideva come faceva quando era davvero contenta.

25 dicembre 2018

Ero sveglia da un paio di minuti, ma non volevo ancora scendere al piano di sotto.
La sera precedente non era stata granché. Con Louis avevamo discusso tutto il giorno, soprattutto quando era entrato in camera mia.
Era stato strano.
Speravo di poter passare un bel Natale, ma era evidente che non doveva andare così.
Ripensai a quanto fosse facile gli anni passati, alla felicità che portava questo giorno, alla famiglia, a mia madre. Ed ogni anno era sempre la stessa storia.
Decisi che rimanere a letto a pensare al passato mi faceva solo stare male, perciò, mi alzai e scesi al piano di sotto.

Mentre scendevo le scale sentii la voce di mio padre. Parlava piano con qualcuno. Mi accovacciai sugli scalini e cercai di ascoltare.
"Vedi figliolo, questo è un giorno complicato per la nostra famiglia. Da quando mia moglie è andata via, le cose sono diventate difficili." Stava parlando con Louis. "Ogni anno Noelle torna a New York per non lasciarci soli, per festeggiare insieme, ma so che per lei non è facile. Mia figlia è sempre stata una ragazza così dolce e premurosa. Ha sempre messo gli altri prima di lei, nonostante avesse bisogno di aiuto più di chiunque altro. Anche se diceva di voler seguire l'onda, di cogliere l'attimo, non lo ha mai fatto realmente. Non è mai stata così spensierata. A volte era ribelle, testarda e difficile da comprendere, ma mai sciocca. So che sei rimasto qui perché la ami, lo hai sempre fatto. Non mi sono mai andati a genio i suoi ragazzi, erano tutti troppo stupidi, superficiali e non riuscivano a capirla davvero e a renderla felice, anche se lei diceva tutto il contrario. Poi sei arrivato tu e hai cambiato le regole del gioco. L'hai fatta soffrire, questo non lo nego, ma l'hai anche resa diversa, le hai fatto capire cosa fosse la vera felicità, ed io, per questo, non potrò mai smettere di ringraziarti. L'hai amata come nessuno ha mai saputo fare, l'hai compresa, aiutata. Capisco quanto sia difficile per te rimanere qui, festeggiare con noi, starle accanto, ma scappare non ti servirà. Con questo non ti sto dicendo che sei obbligato a rimanere qui, è pur sempre la tua vita e devi fare le tue scelte. Non posso dirti cosa fare, non sono mai stato bravo a dare consigli amorosi, ed il mio matrimonio ne è la prova, ma posso darti una mano.
Quando ho saputo che tornavi qui per lei, mi sono sentito meglio, almeno qualcuno poteva starle vicino in questi giorni difficili, però, allo stesso tempo, sapevo che il tuo ritorno avrebbe risvegliato in lei alcuni sentimenti che aveva cercato di mettere da parte quando vi siete lasciati. Prima che tu possa pensare male, ci tengo a puntualizzare che non voleva ferirti, che non ha mai voluto fare del male a nessuno. Noelle è sempre stata ferita dalle persone a lei più care, da quelle che credeva veri amici, dalle stesse persone che dicevano di volerle bene, di amarla, ed è per questo che cerca sempre di far sì che tutti stiano bene, perché sa cosa significa essere feriti, soffrire. L'abbandono di sua madre è stato un duro colpo da accettare e anche se diceva di essere forte, di dovermi aiutare, in realtà io stavo bene, avevo ormai accettato la cosa. Le verità era che lei non riusciva a farsene una ragione e non voleva ammetterlo, così le lasciavo credere di aver bisogno del suo aiuto se questo serviva a farla stare meglio.
Se devo essere sincero, nemmeno Jordan mi piace così tanto, neanche lui riesce a capirla davvero, ma lei sembra amarlo ed io non voglio e non posso interferire.
Voglio solo chiederti di starle vicino, di aiutarla finché rimarrai qui, di non crearle altri problemi e non farla star male. Falla sorridere, falla divertire e falle capire che la vita non è fatta solo di sofferenze, che c'è qualcuno che tiene davvero a lei e farebbe di tutto per non lasciarla sola e renderla felice. Falle capire che tu sei qui per lei. Nonostante la vostra storia sia finita, ciò che provate l'uno per l'altra vi lega ancora e sapere che tieni a lei come una volta, non può che farla star bene.
Fá che questo Natale sia diverso dagli altri, Louis. Ho bisogno di sapere che ogni volta che sorride non lo fa per finta, voglio che sorrida davvero, come una volta, come quando c'eri tu. Ti prego, amala." Quando mio padre terminò di parlare, misi una mano davanti alla bocca cercando di non farmi sentire. Stavo piangendo come una bambina. Avrei voluto urlare, distruggere tutto, scappare via, invece rimasi accovacciata su quelle scale a piangere in silenzio e osservare Louis abbracciare mio padre e annuirgli.
"Lo farò, lo farò perché la amo e perché lei è sempre stato così gentile con me, quando io, se fossi stato al suo posto, mi sarei preso a pugni in faccia. Non ho mai meritato l'amore di sua figlia, né tantomeno la sua benevolenza, signor Carter, eppure lei sta affidando il cuore di Noelle a me, e non potrei essere più felice di così."

Just a moment || Louis Tomlinson (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora