Capitolo 26

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Probabilmente leggendo il capitolo precedente avrete notato che c'era qualcosa che non andava ahah ho sistemato tutto. Per chi non se ne fosse accorto, parlo della "situazione" di Noelle. Scrivendo due storie contemporaneamente spesso dimentico dei dettagli e nello scorso capitolo avevo dimenticato che Noelle avesse ancora le stampelle. E così ho riscritto la parte sbagliata :)
Adesso godetevi il nuovo capitolo :**

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Ero seduta sul sedile della macchina di Louis intenta a fissarlo. Era così bello. I suoi occhi erano fissi sulla strada ma la sua bocca di muoveva. Non avevo idea di cosa stessa parlando perché il mio cervello era andato del tutto in tilt. I suoi capelli, la forma delle sue labbra, la sua semplicità, il modo in cui era vestito e quel cappotto che gli stava maledettamente bene. Sembrava un vampiro, uno di quelli super sexy ai quali è impossibile resistere. D'un tratto si girò fissandomi come in attesa di una risposta. "Allora, cosa ne pensi?" Merda! Lo sapevo. Mi aveva fatto un discorso al quale avrei fatto meglio a partecipare invece di fantasticare sul suo aspetto. E adesso? Cosa potevo rispondere?
"Si, sono d'accordo." Risposi sorridendo e sperando di aver detto la cosa giusta.
"Okay allora che Mc Donald's sia! E il giro a cavallo vuoi farlo prima o dopo aver mangiato?" Chiese lui sorridendo. Cosa? Giro a cavallo? Ma che avevo combinato?!
"Ehm...." Non sapevo cosa dire. Sentivo le guance avvampare per l'imbarazzo.
"Noelle, ovviamente sto scherzando. Non ci sarà nessun giro a cavallo e nemmeno una cena al Mc, a meno che tu non lo preferisca." Ridacchiò tornando a fissare la strada. "A cosa pensavi?" Mi domandò non facendo alcuna allusione al colore delle mie guance.
"Io...io sono un po' nervosa." Inventai la prima scusa che mi venne in mente.
"Tranquilla, non ti mangio mica." Disse sorridendo e fissandomi per un attimo.
Per mia fortuna non si era accorto di niente.
"Oh, la prossima volta però voglio un dollaro per ogni minuto che mi sento osservato." Nell'auto scoppiò una risata fragorosa ed io sentii il sangue affluire di nuovo sulle mie guance.
"Io....io, ehm." E scoppiai a ridere insieme a lui. "Non è colpa mia se stasera sei dannatamene sexy!" Esclamai poco dopo.
"Non sono l'unico." Ribatté mordendosi un labbro. Mi voleva morta. "Comunque, fra poco saremo arrivati." Continuò Louis.
"E dove mi porti di bello?" Chiesi incuriosita.
"Sorpresa." Mi guardò sorridendo e poggiò una mano sulla mia gamba. Louis stasera aveva intenzione di farmi sciogliere come un ghiacciolo. Senza pensarci posai la mia mano sulla sua e fu solo quando sussultò che mi accorsi di quello che avevo fatto. Lui però non la sfilò e mi sentii meno sciocca.

"Arrivati." Louis posteggiò la macchina e scese venendo ad aprirmi lo sportello aiutandomi con le stampelle. Eravamo nell' Upper West Side, un quartiere situato nel borgo di Manhattan Avrei preferito togliere prima questo maledetto gesso ma ormai mancava poco. Fuori faceva freddo e maledissi Abby per avermi costretta a vestirmi elegante. In questi giorni mi riusciva davvero difficile indossare qualsiasi cosa a causa del gesso e sicuramente l'abbigliamento di questa sera non era tra i più comodi.
"Non dovrai camminare molto, il ristorante è qui vicino." Sorrise e si mise accanto poggiandomi delicatamente una mano sulla schiena.

"Eccolo, è questo!" Esclamò fermandosi davanti al Lincoln Square Steak.
"Louis ma questo posto è carissimo! Sei sicuro di voler entrare?" Chiesi sbalordita. Nemmeno Calum aveva mai speso così tanti soldi per portarmi fuori a cena.
"Sono stato più volte qui ed è tutto ottimo, il prezzo è un po' alto ma non mi importa, stasera voglio che tu sia felice." Rispose compiaciuto notando ancora l'espressione sconvolta sul mio viso.

Non appena varcammo l'entrata sentii tutto il mio corpo riprendere calore. Non ero mai stata in questo posto ma alcuni amici me ne avevano parlato. Era molto bello, elegante azzarderei dire. C'erano lunghe travi rosse che sostenevano un soffitto al quale erano appese delle lampade molto semplici. Le pareti erano dipinte di un rosso acceso e sia su di esse che sulle travi vi erano appesi dei quadri o delle semplici cornici raffiguranti le diverse generazioni di proprietari. Vi erano anche dei grandi specchi su alcune pareti. Era un ristorante molto grande, vi erano tavoli ovunque, al centro della sala, vicino alle pareti e a quanto mi avevano detto, c'erano anche delle stanze a parte dove tenevano tavoli per grandi occasioni. Per essere domenica non era molto affollato il che mi piaceva, non amavo la confusione.
Vidi un uomo alto vestito di tutto punto avvicinarsi a noi.
"Salve, avete un tavolo prenotato?" Chiese guardando Louis.
"Si, a nome Tomlinson." Sorrise il ragazzo ed il cameriere annuì.
"Prego, seguitemi." Si incamminò verso un tavolo al centro della sala. "Ecco, questo è il vostro. Tornerò tra poco per prendere l'ordinazione, qui ci sono i menù." Disse con lo stesso tono gentile di prima e si allontanò.
Louis si avvicinò alla mia sedia e la spostò per farmi sedere appoggiando le stampelle alla trave che si trovava dietro di me. "Oh ma che gentiluomo." Commentai scherzosamente.
"Non ti ci abituare, è solo per fare colpo." Rise lui prendendomi in giro.

Just a moment || Louis Tomlinson (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora