New York,
6 giugno 1950
Le vacanze estive erano ormai alle porte. In realtà, per Pauline e Wendy erano iniziate già qualche settimana prima, ma quel giorno, solo pochi minuti le dividevano dall'essere definitivamente libere. L'euforia era tanta, e Wendy sentiva l'eccitazione salire alle stelle. La gonna che le ricadeva dolcemente sulle gambe, sotto il banco, era ormai un cartoccio unico dopo che le mani tremanti della ragazza avevano preso a strofinare sul tessuto. E quando la campanella, l'ultima di quell'anno scolastico e della sua vita riecheggiò tra le quattro mura della stretta aula, un sorriso a trentadue denti si fece spazio tra le sue gote rosee. Si voltò verso Pauline, la quale era già scattata sull'attenti. Afferrarono entrambe le proprie borse e senza proferire parole corsero fuori l'aula, senza degnarsi neanche di salutare la professoressa.
"Oh mio Dio finalmente" esultò Pauline, inserendo la combinazione dell'armadietto. Allentò il foulard che le accerchiava il collo, indossando gli occhiali da sole neri come la pece.
Wendy si limitò a recuperare ogni singolo bene e scaraventarlo all'interno della borsa, chiudendo in fine l'anta, per l'ultima volta.
"È tutto finito" disse Wendy. L'amica riuscì quasi a percepire un lieve velo di malinconia nella sua voce.
"E non sei contenta? Addio scuola, addio studio, addio stress" sventolò in aria la mano, delineando le carnose labbra con un rossetto rosso.
"Certo che lo sono, solo che..." lasciò in sospeso la frase, sperando che l'amica riuscisse a comprendere il suo disagio. Ma niente affatto, Pauline afferrò semplicemente la mano dell'amica e la trascinò fuori l'edificio, senza che Wendy potesse obbiettare.
"Adesso goditi quest'estate, per favore" quasi la pregò, fortificando la presa. Wendy roteò gli occhi al cielo.
"Sai che lo farò" aggiunse successivamente. "Il problema non è l'estate, ma ciò che verrà dopo"
"Quanto sei noiosa" sussurrò l'amica. La trascinò ancora per qualche metro, giù per le scale. Poi mollò la presa.
Wendy si voltò verso l'amica inarcando un sopracciglio, cercando di capire il perché avesse deciso di allontanarsi così bruscamente da lei. Con una mano, Pauline era intenta ad abbassare leggermente gli occhi dal naso così da poter vedere meglio. L'altra invece era occupata sul petto, mentre le labbra socchiuse rilasciarono uno strano stridulo di entusiasmo.
"Guarda che bel pezzo" sorrise lievemente, più che altro rimase incantata a fissare un punto ben preciso nel parcheggio della scuola.
Wendy seguì la traiettoria dei suo occhi, che si andarono a soffermare su un ragazzo piuttosto alto e muscoloso. Capelli neri, occhi azzurri e lineamenti ben definiti. Indossava la solita giacca nera in pelle e non potette di certo dare all'amica tutti i torti. Era davvero un bel ragazzo. Poggiava sulla sua Nash - Healey nuova di zecca.
"Mi sono innamorata" proseguì il solito monologo che Wendy era costretta a sopportare ogni qual volta si imbattevano in un qualche bel ragazzo. "E guarda i suoi occhi"
Wendy ne aveva abbastanza di quel suo caratterino smielato, che per quanto tutta la sceneggiata durasse sì o no cinque minuti, qualcosa in lontananza attirò la sua attenzione. Tom Jackson era intento a mettere in moto la sua Vespa malandata. Senza pensarci su due volte, abbandonò Pualine e corse verso il ragazzo.
"Tom!" urlò a squarciagola, pregando che l'avesse sentita nonostante il frastuono di chi se la rideva e di chi invece festeggiava la fine della scuola. "Tom aspetta!" abbassò di poco il tono della voce quando notò lo sguardo di quest'ultimo che scrutò da cima a fondo la figura di Wendy.
STAI LEGGENDO
Tutto Il Coraggio Del Mondo
FanfictionWendy Casey trascorre gli ultimi anni della sua vita insieme ai suoi figli e nipoti nella casa che l'ha vista crescere, a New York. Giorno dopo giorno ricorda gli anni della sua adolescenza spensierata, ma soprattutto del suo primo vero amore, Justi...