Chicago

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New York, 

22 gennaio 1951

I fiocchi scendevano silenziosi sulla città, comprendo tutto ciò che era visibile agli occhi di Wendy; i tetti innevati delle case erano uno spettacolo da mozzare il fiato, per non parlare degli alberi spogli e i piccoli giardini di ogni abitazione che erano oramai lastre bianche. Ad ogni passo, la ragazza rischiava di perdere l'equilibrio sentendo il piede affondare nella neve di almeno una decina di centimetri. Il primo mese dell'anno nuovo era ormai agli sgoccioli e mancava poco più di una settimana al diciottesimo compleanno di Wendy. Mai come quell'anno era tanto entusiasta di aggiungere una candelina sulla torta: avrebbe festeggiato insieme alle persone che più amava, dal padre a Justin, da Pauline e addirittura il signor Larry con il quale nell'ultimo mese aveva stretto un rapporto assai curioso. 

Ventidue giorni erano trascorsi da una delle notti più indimenticabili della sua vita: il miglior capodanno era stato proprio quello del '50. Tutto fu assolutamente come lo aveva immaginato, dallo scoccare della mezzanotte, alla bottiglia di champagne bevuta in meno di dieci minuti in compagnia di Justin, Pauline e Sebastian. Quella notte se ne restarono tutti e quattro a dormire sotto il portico di casa Casey. Harry aveva addirittura acconsentito a lasciarli divertire da soli, controvoglia di Wendy che lo avrebbe voluto tanto al suo fianco. Non avrebbe mai scordato la ramanzina che il giorno seguente dovette subirsi dall'uomo che nello svegliarsi all'alba, si ritrovò inerme davanti ad una scena buffissima. Ciononostante Wendy non si pentì di aver trascorso la notte precedente nel migliore nei modi, divertendosi come era giusto che fosse e facendo ciò che più si era sentita di fare.

Ventidue giorni dopo si sarebbe disputato il primo incontro di boxe dell'anno, uno dei più importanti, come lo considerava Justin. Wendy stringeva il lungo cappotto intorno alla sua figura e ad ogni sospiro, una nuvoletta fuoriusciva dalle sue crespe labbra. Il piccolo palazzetto non era poi così lontano rispetto all'altro o nel quale si erano disputati i precedenti incontri che lo avevano visto vincere ogni volta, quello dove si incontrarono per la prima volta. Un po' di amaro in bocca era rimasto purtroppo, sapendo che per questioni di sicurezza dovute al mal tempo, le successive gare si sarebbero tenute nella piccola palestra a pochi isolati da casa di Wendy. Per quanto agevolata fosse, la ragazza odiava non poter mettere più piede nel luogo in cui tutto ebbe inizio circa sette mesi prima. 

Continuava a camminare a grandi falcate sorreggendo l'ombrello con la mano destra mentre l'altra era immersa nella calda tasca del cappotto. Una lunga fila di automobili affiancava il marciapiede che dava sul palazzetto e grazie al lavoro degli spazzaneve, le vie erano perfettamente pulite, non un solo cumulo di neve. Entrò frettolosa all'interno della struttura e una calda ventata la invase tutta, sovrastando il gelo. Chiuse l'ombrello e  sbottonò uno ad uno i bottoni del pesante indumento, si incamminò verso gli spogliatoi notando con suo immenso piacere che gli spalti erano già abbastanza colmi di spettatori, mentre una lunga scia di impronte dovuta dalle scarpe zuppe seguiva la sua figura, venne richiamata all'attenzione da Justin che, proprio sotto il ring, non si era reso conto della presenza della giovane.

Accelerò il passo per accoglierlo con un caloroso abbraccio ma qualcosa nel suo sguardo, soprattutto in quello di Sebastian, il quale era intento a conversare con Bieber, la fece rallentare e avvicinare cautamente. C'era qualcosa che non andava, glielo si leggeva negli occhi. Gesticolava, sembrava avere il respiro affaticato e la vena sul collo era più rilevante del solito. Quando fu abbastanza vicina per origliare, Sebastian spostò lo sguardo sulla sua figura e lei si ritrasse automaticamente, sperando che non si fosse reso conto che si stava praticamente facendo gli affari loro.

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