Primo appuntamento

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Wendy strofinò violentemente la pezza sulla gonna zuppa, alzò lo sguardo e l'immagine disastrosa che le si presentò allo specchio la fece sbuffare di malavoglia. Capelli scompigliati, camicetta stropicciata e un'espressione fin troppo stanca. Continuò senza sosta ad asciugare l'indumento ma al limite della sopportazione, scaraventò all'interno del lavandino il panno ormai umidiccio e rilassò i muscoli, riprendendo fiato. Solo dopo circa cinque interminabili minuti si decise ad abbandonare il bagno del locale, nella speranza che Justin fosse andato via o semplicemente che si fosse arreso all'evidente antipatia che la ragazza nutriva nei suoi confronti.

"Moretta? Sei così poco creativo" la voce roca di Larry richiamò l'attenzione di Wendy che rimase immobile dietro la porta, intenta ad origliare.

"Per via dei capelli!" si giustificò Bieber e la ragazza abbozzò un sorriso istintivo. 

"Non solo il nomignolo orrendo, anche il tè addosso le hai rovesciato!" questa volta invece a proferire parola fu Sebastian.

Per sua più grande fortuna, il bagno era situato proprio di fianco al bancone e non risultò difficile alla ragazza assistere alle ripetute prese in giro di padre e figlio nei confronti di Justin.

"È stata colpa sua!" esclamò quest'ultimo e giurò di averlo visto indicare la porta dove, incredula dalle parole appena pronunciate, Wendy scattò fuori.

Si ammutolirono tutti e tre: Larry e Sebastian cercarono di soffocare una risata, mentre l'imbarazzo per la ragazza aumentava di secondo in secondo.

"Grazie mille per il panno, Larry. L'ho lasciato in bagno se non è un problema" ammise gentilmente.

"Figurati, non preoccuparti" le sorrise di rimando. "E il tè non devi assolutamente pagarlo" aggiunse frettoloso.

"Grazie di nuovo. Ho combinato un gran bel casino" detto ciò, si voltò a scrutare la figura di Sebastian che, straccio in mano, era intento ad asciugare il pavimento bagnato.

"Non è stata proprio colpa tua..." Larry si voltò verso Justin al pronunciare testuali parole.

Gli occhi caramellati di lui si incontrarono con quelli scuri di lei. Successivamente si concentrò sulla gonna e di nuovo sul volto di Wendy che se ne stava in silenzio in attesa di qualche scusa.

"Almeno non era bollente" scrollò le spalle con un sorriso a trentadue denti che andava da una parte all'altra del volto.

La ragazza socchiuse le labbra non riuscendo a credere alle proprie orecchie. Avrebbe tanto voluto schiaffeggiarlo dinanzi a tutti, ma si limitò a stringere i pugni per attutire il colpo appena ricevuto.

"Arrivederci Larry" si voltò verso l'uomo che a stento riusciva a trattenersi dal ridere.

"Ciao Wendy" la salutò a sguardo basso, troppo concentrato a ridersela sotto i baffi. Non lo biasimò, quel Bieber era un idiota.

"Ciao Sebastian" aggiunse, afferrando la borsa da sopra il bancone che aveva gentilmente lasciato in custodia al padre del ragazzo che si appoggiò al manico dello straccio, strofinando il volto e scuotendo il capo, probabilmente incredulo anche egli delle parole dell'amico. La salutò di consueto.

Si diresse verso l'uscita, sperando che il sole cocente di quella mattina che dava il via alla stagione estiva, asciugasse per quel poco l'enorme chiazza sulla gonna azzurra. Ma neanche il tempo di udire il campanellino sul suo capo, che la fastidiosa voce di Justin la richiamò.

"Sai che non è stata colpa mia" sussurrò nervosamente.

"Cosa vuoi da me esattamente?" domandò lei restando la corsa, senza però voltarsi.

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