Capitolo 6

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE 
BUONA LETTURA:) 

Non avere paura

"Dai Leila è tardi!!" Leila scese di 'corsa' le scale del palazzo e raggiunse Bianca, che quella mattina era molto nervosa, "Eccomi, un attimo. Ricordati che non sono sola." Disse per tornare in tema. Erano passati alcuni giorni, circa tre, e per tutti quei tre giorni lei non fece parola di questa cosa, né lei, né gli altri ragazzi. Non fece parola neanche con i suoi genitori, che non vide per altri motivi. "Scusa tesoro, è che sono parecchio nervosa oggi. Non voglio prendermela con te." le disse.

"Quanti caffè hai bevuto prima di uscire di casa?" Ridacchiò la rossa sistemandosi la sciarpa, "Non ho bevuto nulla, il problema non è quello." Capì che era successo qualcosa con il tipo che aveva portato alla festa. "Cos'è successo Bianca? C'entra il ragazzo della festa?" Le chiese, e Bianca annuì, "Quel tipo è strano, dice che mi ama, che vuole costruire qualcosa di serio e poi dopo vuole tempo per riflettere. Non lo capisco." sputò all'improvviso, "Mi dirai mai il nome di questo tipaccio?" Chiese Leila, sperando di strapparle una risata, e ci riuscì, "Mi sono completamente dimenticata. Comunque si chiama Gabriele, fa un lavoro strano per me. Anzi devo dire che abbiamo qualcosa in comune io e te." Disse, "In che senso strano?" In quel momento Leila rise veramente, "Perché fa lo stesso lavoro di Alberto." la rossa si bloccò, Bianca si mise una mano per tapparsi la bocca, forse per pentimento, "Scusa non dovevo nominarlo." Si scusò una marea di volte, che la sua perse anche il conto. "Non è per quello, tranquilla. Secondo te sono colleghi?" Chiese, Bianca alzò le spalle, "Non ne ho idea guarda. Fatto sta che sono due coglioni!" Disse, anzi, urlò perché le donne che stendevano i panni nei loro balconi la guardarono male, e le persone che stavano sedute al bar dell'ufficio posarono i giornali, si girarono e guardarono la scena con tanta curiosità. Non avevano di meglio a cui pensare, quello era certo!

"Forse è meglio se corriamo verso l'ufficio, evitiamo di farci sputtanare almeno per questa volta." Leila la prese per mano e la trascinò via, però lei tirò la sua amica per un braccio e la fermò, "Forse tu dovresti rimanere fuori." La rossa la guardò confusa, le fece cenno di girarsi e vide la persona forse meno gradita in quel momento. Alberto. "Riesci ad affrontarlo da sola?" Le domandò Bianca, "Si, credo, tu vai a lavoro. Ci vediamo dopo." Lei annuì ed entrò nell'edificio. Leila prese un bel respiro e camminò verso Alberto, che si trovava sulla scalinata. "Ti aspettavo, vorrei parlarti." le disse, forse anche lui aveva un cuore? "Che vuoi?" Fece uscire quella domanda dalla sua bocca, avrebbe dovuto strapparsi la lingua certe volte prima di parlare. Era stata un po' troppo maleducata con lui, in fondo voleva parlarle in modo civile. Si scusò subito, dicendogli che non era proprio giornata. "Tranquilla, ti capisco. Forse è anche colpa mia se stai così." Disse, e la rossa non disse nulla in quel momento, si sentiva in imbarazzo. "Comunque, ti dovevo parlare riguardo a quello che abbiamo fatto." lei lo fermò subito, "Non ti disturbare, tra qualche giorno non sentirai più parlare del bambino. Mi hanno fissato un appuntamento." Lui la guardò, sembrava dispiaciuto, "Era quello che volevi, giusto?" Alzò la voce lui, mentre Leila lo guardava incazzata, "Come scusa? Sei tu quello che non vuole 'problemi' e che vuole solo divertirsi. Fosse per me lo avrei tenuto il bambino" iniziò ad alzare la voce anche la ragazza, "Tu lo vuoi veramente questo bambino? Inutile che fai la santarellina. A te piacciono le avventure di una notte e basta." a quel punto Leila non ci vide più e gli diede uno schiaffo, "Non ti permettere di fare la morale a me, io lo voglio questo bambino, l'ho sempre desiderato. Devi stare solo zitto." lui si massaggiò la guancia, "Io sono venuto qui per dirti che mi prenderò le mie responsabilità e farò il padre. Ti basta?" la prendeva sicuramente in giro. "No, non mi basta, anzi, non mi interessa più. Troppo tardi Alberto." prese la borsa e cercò di andare a lavoro, ma la mano di Alberto la fermò, "Che vuoi dire scusa?" Lei sbuffò, "Vuol dire che tra quattro giorni andrò in ospedale per dimenticare tutto, per dimenticare anche te. Non ti voglio vedere mai più." E lo lasciò al freddo e solo, come fece lui qualche giorno prima con lei.

Leila entrò come una furia nel piano in cui lavorava e si rifugiò in bagno per nascondere le sue lacrime, però una voce la fece sussultare. "Leila, cosa c'è?" La sua capa la vide in terra singhiozzando e si sedette al mio livello, "Nulla, sono solo un po' triste." Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, o almeno, ci provò. Non cessavano di scendere. "C'entra un ragazzo per caso?" Quella le leggeva nel pensiero, "Ha indovinato, è tutto un casino. Le posso confidare un segreto?" Le domandò la rossa, facendo sorridere leggermente la donna, "Certo tesoro, dimmi, ti ascolto." Leila si calmò un attimo, "Sono incinta." Disse, "Oh, cara è una cosa bellissima, ma perché sei triste?" la ragazza sospirò, alla fine erano tutti contenti di questo bambino. Leila raccontò tutti i dettagli, anche della conversazione avuta qualche minuto prima. "Che coglione." La sua capa che diceva parolacce nell'orario di lavoro? Assurdo. Leila rise per quello che disse, "Sono contenta di averti fatta ridere. Comunque, anche io sono rimasta incinta alla tua età. E anch'io ero della tua stessa opinione – disse, nei suoi occhi la rossa vedeva la felicità e l'emozione nel rivivere quei momenti – Poi ho capito che io quel bambino lo volevo a tutti i costi e che nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Quindi ho continuato ed è nato il mio bel bambino, che adesso ha trent'anni e mi ha reso già nonna.

Se la tua voglia di diventare mamma è altissima, non avere paura, affronta la realtà e non compiere un gesto di cui in futuro potresti pentirtene." l'abbracciò, come una mamma che stringe in un caldo abbraccio i suo bambino. "Grazie, le voglio un gran bene." Confessò Leila, anche se la sua testa le portava a ricordare quel quindici gennaio, il giorno in cui avrebbe dovuto fare quel maledetto intervento che molto probabilmente le avrebbe stravolto la vita; oppure l'avrebbe migliorata..

SPAZIO AUTRICE
Hello!!
Come state?? Spero benissimo:)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così, lasciate una stellina e un commento:) 
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Un bacio e alla prossima.
Roberta. 




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