Capitolo 23

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BUON  NATALEEE!!

*SE CI SONO ERRORI, SCUSATEMI!

Leila

Infermiera sospetta

La mattina seguente, Leila si stava riprendendo sempre di più. La visita con la sua dottoressa era andata più che bene. Il giro dei controlli per mamme e figli era appena terminato e in quel momento si stava godendo il suo bimbo, che era appoggiato sul suo petto. Alberto quella mattina era ritornato a lavoro; fu accolto da tanti auguri e regalini per il bimbo, che avrebbe portato sicuramente a Leila all'ora di pranzo.
Nella stanza entrò l'infermiera del pomeriggio precedente e un'altra molto più giovane. Doveva essere nuova, perché non si era mai vista nel reparto maternità. "Allora Leila, come stai oggi?" Chiese dolcemente la donna, "Molto bene grazie, stiamo bene tutti e due." Sorrise accarezzando la testolina del bimbo; "Bene, sono molto contenta. Nessuna si è mai ripresa così in fretta dopo il cesareo. Tu sei molto forte e coraggiosa." Disse l'infermiera elogiando Leila. "Ti presento Martina, è nuova in questo reparto e sta facendo il giro delle visite con le più veterane per imparare qualcosa." La nuova ragazza porse la mano a Leila, "Tanti auguri." Esclamò la giovane, "Grazie mille, auguri anche te per il lavoro. Speriamo di incontrarci spesso." Rispose Leila; "Oh si, lo spero anch'io." E in quello sguardo, Leila notò qualcosa di strano, ma non lo fece vedere, magari gli ormoni erano ancora in circolo. Ne avrebbe parlato in seguito con Alberto.
"E il fidanzato cara, dov'è?" chiese la giovane infermiera, "È in caserma a quest'ora, è un tenente quindi ha tanto lavoro da fare. Passa all'ora di pranzo comunque." Rispose la rossa.
"Ma quanto è carino questo bimbo. È così morbido." Prese ad accarezzarlo e a fissarlo. Leila cominciò a perdere la pazienza. Non vedeva l'ora che quella serpe se ne andasse. "Adesso mio figlio dovrebbe dormire, quindi avrei bisogno di silenzio." Annunciò la ragazza, ormai spazientita. "Certo, hai bisogno di aiuto?" Chiese la giovane invadente, "No grazie. Ce la faccio benissimo da sola." Rispose sfoggiando un sorriso falso. E quando tutte e due uscirono, Leila poté finalmente addormentare il piccolo Edoardo. Pensava che quella tipa fosse strana, e aveva paura che suo figlio finisse tra le sue mani. Aveva una strana sensazione.

Anche quando arrivò l'ora di pranzo la giovane infermiera si comportò in modo strano e questa cosa successe per tutto il giorno; appena il bimbo finiva di mangiare Leila non aveva neanche il tempo di spupazzarselo che l'infermiera entrava in stanza e lo portava via con la solita scusa:
"Il bambino deve riposare"
Ne parlò con Bianca di questo suo dubbio, ma la sua amica le disse che era magari era solo una sua impressione e che era normale provare gelosia per il figlio appena nato. Ma quella di Leila non era gelosia. Sentiva qualcosa di strano. Ed era molto preoccupata; se l'infermiera avesse fatto del male a Edoardo non se lo sarebbe mai perdonato. Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo, persino portarlo nella sua stanza e dormire con lui accanto. Non vedeva l'ora di uscire da quell'ospedale per non rivedere mai più quella ragazza e coccolare suo figlio in tutta tranquillità.

Nel tardo pomeriggio arrivò Alberto, che vide Leila un po' pensierosa, "Amore che hai?" le chiese preoccupato, "C'è qualcosa di strano in questo ospedale." Se ne uscì così lei. Alberto scoppiò a ridere, "Divertente, sei sicura di star bene?" il modo in cui Leila disse quella frase fece sorridere molto il ragazzo, magari aveva ancora ormoni in circolo, pensò. "Non ridere coglione. Sto cercando di dirti che sono preoccupata per il bambino. C'è una nuova infermiera che non si stacca un attimo da lui. E non dirmi che è gelosia perché c'è ben altro dietro tutto questo." Confessò la rossa, Alberto iniziò a preoccuparsi, ma cercò di tranquillizzare la sua compagna. "Amore tranquilla. Domani porteremo il bambino a casa e sarà al sicuro con noi." e la baciò delicatamente.

"Con te sono tranquilla."

Twitter: robertabrunette

Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo??
Avrà ragione Leila su quell'infermiera oppure no?

R.


LEILADove le storie prendono vita. Scoprilo ora