LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE!!
BUONA LETTURA!!L'ho visto. Era lì!
Nel cuore della notte Leila riprese conoscenza, sentì una mano stringere la sua con la flebo attaccata. Aprì gli occhi, e vide Alberto che la guardava con gli occhi di stava per ricominciare a piangere. Non aveva dormito, e lo capì dalle scure occhiaie che circondavano i suoi bellissimi occhi. "Come ti senti?" Le domandò con voce un po' bassa; "Bene, ho solo un po' di mal di testa. Quanto ho dormito?" Chiese lei massaggiandosi le tempie, e nel frattempo si mise seduta nel letto, stare sdraiata su quel materasso non era il massimo per lei. "Hai dormito molte ore piccola, mi hai spaventato a morte." Anche lei era molto spaventata, quell'incontro con quel tizio le aveva messo paura. "Che cosa c'entra Thomas con quello che è successo stanotte?" Ecco la domanda che Leila si aspettava, sospirò, l'aveva visto di sfuggita, mentre lei era a terra che si contorceva dal dolore. "L'ho visto. Era lì con degli amici, e quello che si è avvicinato a me era il suo amico. Ha capito subito che sono sua sorella. Ha detto che sono amici di sangue." la rossa gli spiegò tutto, tutti i particolari. Dall'incontro con lui, fino alla causa della sua caduta. "Che bastardi. Io li ammazzo." Quasi urlò, e sbatté un pugno sul materasso, non causando però alcun rumore.
"Calmati, non ci pensare adesso. Li troverai e li sbatterai in prigione. Fidati di me." Lo tranquillizzò lei prendendo le sue mani e guardando i suoi occhi, mentre lui si abbassò per baciare la sua fidanzata.
Subito dopo entrò un dottore e la ginecologa della ragazza, entrambi con il viso rilassato. Accarezzò d'istinto il suo ventre ormai sempre più grande, stava per entrare al sesto mese di gravidanza e aveva una gran paura che fosse successo qualcosa di grave al suo principino. Quando la videro così, la dottoressa le fece un sorriso di conforto, come se l'avesse letto nel pensiero e cercasse di tranquillizzarla. "Comincio col dirvi che il vostro bambino sta bene, non ha subito traumi o danni permanenti. Potete stare tranquilli." Leila tirò un sospiro di sollievo e sorrise, il peso che aveva in quel momento, all'improvviso svanì, lasciando solo sollievo e tranquillità.
"La seconda cosa, è che anche tu stai bene, sei una ragazza forte che ha reagito bene ai farmaci. Puoi continuare a lavorare, ma attenta, come sempre a non fare ulteriori sforzi." Continuò sempre la donna. Poi voltò lo sguardo verso il medico, che annuì sorridente, come se si stessero scambiando un messaggio in codice. "E poi c'è un'ultima cosa che dobbiamo dirti. Visto che non hai alcun danno, puoi viaggiare." Disse vaga, la rossa guardò lei, il medico e Alberto molto confusa.
Leila non aveva programmato nessun viaggio.In quel momento entrarono Giacomo e Giulio, seguiti da Bianca e Gabriele, i quali si tenevano per mano. Leila sorrise, capì che finalmente avevano risolto ed erano felici.
"Bella addormentata, dobbiamo dirti una cosa. Io e Giulio ci sposiamo." Si presero per mano, la rossa si portò le mani alla bocca per evitare di urlare dalla felicità. Era veramente contenta per loro. Li abbracciò e si congratulò con loro, avevano realizzato il loro sogno, e Leila non poteva che essere solo felice ed orgogliosa. "Destinazione?" Chiese lei eccitata, tirò fuori l'invito e si mise a leggerlo, guardò fino alla fine e notò il luogo della cerimonia. "Parigi!!" Esclamò la rossa, "Abbiamo preparato tutto, ci sposiamo tra una settimana, e la cerimonia sarà ufficializzata da un nostro amico che lavora qui al comune. Ci seguirà fino a Parigi." Nei suoi occhi Leila vedeva felicità, non l'aveva mai visto così raggiante.
Poi si avvicinarono Bianca e Gabriele. "Avete finito di tirarvi schiaffi?" Ridacchiò lei, la sua migliore amica la guardò imbarazzata, mentre Gabriele si grattò la nuca. "Che simpatica che sei. Comunque si, abbiamo risolto tutto." Si strinse al ragazzo, come se non lo volesse mollare per nessun motivo.
L'amore a volte ti rendeva cieco e incapace di intendere e volere.Una volta che andarono via tutti, Leila rimase sola con Alberto. Avevano un'ultima ecografia, e l'indomani l'avrebbero dimessa dall'ospedale. Odiava quel posto, non le piaceva per niente stare lì. Non era schizzinosa, ma l'odore del disinfettante che circolava nei corridoi la nauseava. "Quando torniamo da Parigi, ti voglio a riposo." le disse, mentre le teneva stretta la mano; "Ma non ho nulla, posso fare tutto quello che voglio. Sto bene." obbiettò lei, "No Leila, ho paura che ti succeda di nuovo qualcosa. Ascoltami per una volta." Rispose lui, stampandole un bacio in fronte, cercando di non far arrabbiare la fidanzata. Lei sbuffò, "Ti ascolto solo perché ti amo." E sul suo bellissimo viso spuntò un sorriso che fece sciogliere la ragazza. Era impossibile essere arrabbiati con lui. Lei almeno non trovava motivo per esserlo. "Anche io ti amo piccolina. Ti sto dicendo questo per il tuo bene. E per il suo." Accarezzò la sua panciona, ricevendo un calcetto. L'avrebbe sicuramente iscritto a calcio quando avrebbe compiuto sei anni. Lui era l'unico che poteva darle calci, i suoi erano giustificati.
Si fece sera. Leila e Alberto non parlarono di Thomas per tutto il giorno. Lui non era andato a lavorare, rimase con lei, a tenerle la mano nonostante non avesse nulla di preoccupante.
Come poteva non amarlo per questo?
Non le andava di pensare a suo fratello dopo quello che era successo. Era delusa da lui. L'aveva sempre aiutata, nel momento di bisogno lui c'era sempre. Quando l'aveva visto, lui la guardava attentamente e anche lei fece la stessa cosa. Notò sofferenza nei suoi occhi, ma non diede un peso a quella cosa. Si, le dispiaceva vederlo soffrire, ma nessuno l'aveva obbligato ad entrare in quella banda. Doveva pagare per quello. E l'avrebbe fatto molto presto.SPAZIO AUTRICE
Helloooooo!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!:)
Vi vorrei invitare a votare e commentare di più i capitoli, così leggo un po' le vostre opinioni, e capisco se la storia vi piace o no.I miei social:
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Un bacio e alla prossima.
Roberta.
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LEILA
RomanceLa ragazza dai capelli rossi aveva progettato tutto. Aveva organizzato il suo matrimonio, per poi mandarlo a monte. Aveva iniziato una nuova vita, con il lavoro dei suoi sogni. Aveva tre amici meravigliosi, che non l'avrebbero mai abbandonata. Un...