Capitolo 24

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Quel momento in cui scrivi il capitolo 24 completo con tanto amore e all'improvviso si elimina da solo
CHE NERVI!!
Ho passato un'ora a riscriverlo e a ricordarmi tutto.
LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE!

BUONA LETTURA!

Leila

Culla vuota al nido


Leila per la prassi, sarebbe dovuta rimanere in ospedale per cinque giorni. Essendo stata sottoposta ad un cesareo d'urgenza doveva essere controllata più a lungo.
Arrivò finalmente il quinto giorno e Leila poté finalmente uscire.
Non vedeva l'ora di portare a casa il piccolo Edoardo e iniziare una nuova vita.

Nel pomeriggio Leila stava sistemando le borse, quando Alberto fece il suo ingresso in stanza con il nuovo passeggino. "Ce ne hai messo di tempo eh?" rise Leila.
Alberto aveva giusto qualche problemino ad aprire il passeggino. Le settimane che precedevano il parto aveva fatto tante prove per cercare di aprirlo più veloce possibile. Aveva fatto tanti progressi, ma era ancora un po' lento. "Quanto sei simpatica amore. Sto migliorando, apprezza lo sforzo." Rispose ridacchiando il ragazzo. "Fatto sta che sei un imbranato. Ma ti amo tantissimo." Disse la rossa abbracciando il suo compagno.

Leila finì di vestirsi con la roba che aveva il giorno in cui le si erano rotte le acque, e notò che i leggins le stavano un pochino larghi, e la maglietta era enorme: praticamente poteva nuotarci dentro!
"Credo sia normale perdere peso dopo il cesareo amore." Ipotizzò Alberto. La rossa annuì, "Si me l'ha confermato la dottoressa. Col tempo perderò tutti gli altri. Ma per adesso non ci voglio pensare." Sorrise. Non era mai stata così magra, aveva le curve al punto giusto e si sentiva bene così com'era. "Per me sei perfetta così amore." I due ragazzi si baciarono a lungo, finché Leila si staccò e disse: "Forza, finiamo le borse e andiamo a prendere il piccolo."

E dopo aver chiuso tutte le borse, Leila prese il passeggino e si diresse verso il nido, Alberto rimase fuori con le borse ad aspettarla. La ragazza bussò e le aprì un'infermiera anziana: "Buongiorno, sono venuta a prendere mio figlio. Ho già firmato il foglio per le dimissioni." La donna sorrise, "Bene cara, dimmi il nome del bimbo e te lo porto subito." "Edoardo Sabatini." L'infermiera annuì a lasciò la porta aperta per andare verso la culla del piccolino.
Leila entrò dentro il nido, e vide la stanza piena di neonati: in quei giorni c'era stato il boom di nascite. Sorrise nel vedere alcuni bambini che dormivano beati e altri che strillavano come matti.

Ad un certo punto però, dentro il nido ci fu un po' di movimento. L'infermiera era sconvolta, Leila si avvicinò per capire ma non ci fu bisogno di chiedere spiegazioni, perchè guardò con i suoi occhi.

La culla di Edoardo era vuota.
Il bambino era scomparso.

L'infermiera venne colpita da un malore, Leila era sconvolta. Uscì in lacrime da Alberto, che la stava aspettando con il sorriso sulle labbra.

Sorriso che però svanì immediatamente.

"Edoardo non si trova." Alberto dopo quelle parole non riuscì a parlare, entrò nel nido, nonostante le dure parole della responsabile. "Sono il tenente Sabatini e padre del bambino che non si trova." E dopo aver tirato fuori il distintivo, chiamò Gabriele e la sua squadra.
Aveva un disperato bisogno di aiuto.

L'ospedale era circondato di carabinieri che chiedevano ai passanti di un bambino scomparso. Non si poteva parlare ancora di rapimento. Dovevano essere sicuri, e dovevano avere prove certe per confermare.
Leila stava seduta su una poltroncina della sala d'attesa. In mano aveva un bicchiere con acqua e zucchero e con lei c'era Gabriele.

Alberto e un suo collega nel frattempo stavano facendo varie domande alle infermiere del reparto e a chiunque avesse messo piede dentro il nido. All'appello però, mancava un'infermiera.
"Scusate, dov'è Martina?" domandò la caposala alle sue colleghe. "E chi sarebbe questa Martina?" Alberto scrisse questo nome in un foglietto per le indagini; "È la nuova infermiera. È arrivata ieri."
Allora Alberto collegò tutto: Leila aveva ragione. Quell'infermiera era strana e in quel momento  ne aveva avuto la prova.
Sperava che non fosse coinvolto anche Thomas in quel rapimento. Ma non voleva pensarci per non dare di matto.

Si avvicinò a Leila, che fissava fuori dalla vetrata del reparto. "Gabri dovresti controllare le immagini delle telecamere di sorveglianza. Devi cercare una ragazza con un neonato in braccio." Cercò di parlare sottovoce per non farsi sentire da Leila, ma fallì. La rossa si girò verso Alberto; "È stata quella stronza a rapire il mio bambino, vero?" parlò con un filo di voce.

Era incazzata con se stessa. Non era riuscita a proteggere il suo bambino, che probabilmente si trovava nella mani di quella serpe.
"Non ne siamo sicuri piccola. Lei però è sospettata." Leila sospirò, "Lo sapevo. Come sempre è tutta colpa mia."

Leila non ce la faceva più, ebbe un crollo emotivo e si inginocchiò a terra piangendo disperata. Urlò così tanto che stava quasi per perdere la voce.
Alberto soffriva nel vedere la sua compagna in quello stato, le prese il viso tra le mani, cercando di calmarla. "Piccola guardami. Lo troverò e lo porterò a casa. Ti fidi di me?" la ragazza si calmò leggermente e annuì alle parole di Alberto.

"Troveremo Edoardo."

Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo?? Riusciranno a trovare il bambino?
Non dimenticate di lasciare una stellina, un commento e di condividere la storia:)

Twitter: robertabrunette

R.

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