Capitolo 9

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE.
BUONA LETTURA!! 

Io mangio per due!

Dopo la visita a casa dei suoi genitori, Leila tornò a casa e aspettò Alberto. Era ancora scossa da quello che le avevano riferito qualche ora prima. Thomas un criminale? Era praticamente assurdo. Pregò che tutto quello fosse uno scherzo, che la stessero prendendo in giro. Voleva le prove, voleva vedere suo fratello, parlare con lui faccia a faccia e chiedergli perché stava facendo tutto quello. Tra tutti quei pensieri pregò che allontanassero Tom da quei tipi prima che facesse un casino. Non avrebbe mai avuto il coraggio di vedere suo fratello dietro le sbarre.

Il suo bambino forse non avrebbe mai visto suo il suo unico zio, e Tom forse non avrebbe mai visto suo nipote nascere. Erano cose che facevano star male Leila, cercò di non pensarci, si fidava di Alberto, ed era sicura che avrebbe riportato Thomas a casa pulito.

Leila sentì la porta aprirsi, e capì che Alberto finalmente era tornato a casa. Andò verso la rossa con una bustina in mano e lo guardò confusa: "Ecco il tuo cellulare." Poi capì, "Ah, grazie mille." Lo prese e lo buttò dall'altra parte del divano, non aveva voglia di smanettare con quello. "Come stai?" Le domandò togliendosi la giacca e sedendosi di fronte a lei, "Non capita tutti i giorni di scoprire che tuo fratello è un criminale e che potrebbe far fuori delle persone, non sto per niente bene." Confessò lei, ma non con la solita acidità o freddezza, ma quella volta parlò con un tono preoccupato e sconvolto. "Lo so, ti capisco. Tu però devi stare tranquilla, salverò Thomas da questo casino. Prometto." le sorrise e lei ricambiò. "Grazie Albe." Disse Leila abbracciandolo, sentì il suo profumo riempire le sue narici, quella cosa la fece impazzire di brutto. "Allora, prepariamo qualcosa da mangiare?" Le domandò alzandosi, "Sii ho un sacco di fame." si alzò anche lei e si rimboccò le maniche, "Strano, non mangi mai tu." Disse un po' troppo sarcastico, "Ti ricordo caro, che io mangio per due, quindi la porzione raddoppia!" Andò in cucina a prendere un bicchiere di acqua, "Certo, sei giustificata per altri cinque mesi" Ridacchiò, "A proposito, ti ricordi che domani ho l'ecografia? Se devi lavorare vado io con Bianca." Gli ricordò dell'appuntamento, lui non era mai andato ad un ecografia, vedeva solo le foto che poi la ginecologa di Leila stampava. "Ah no. Per domani sono liberissimo, nessuno mi deve rompere. Ci sarò per mio figlio." Disse appoggiandosi allo stipite della porta, la rossa sorrise, "Bene, domani mattina dobbiamo alzarci presto, dato che starò tutto il giorno a fare analisi." Il giorno dopo sarebbe stato molto stressante, la dottoressa parlò alla ragazza di prelievi di sangue, di bicchierini di acqua e zucchero o bicchierini con altra cosa dentro, non ricordava bene. "Bene, allora mangiamo adesso, così andiamo a dormire presto. Sono stanchissimo." Leila sorrise e si intenerì nel vedere Alberto che si stiracchiava, sembrava un cucciolo di orso; era tenerissimo.

Stava diventando troppo smielata con la gravidanza, però quella scena era troppo dolce.

In totale, Leila mangiò tre piatti di pasta, aveva la pancia gonfia, il 20% era costituito dal bambino, mentre il restante 80% era aria di come mangiò, era diventata un porco, mangiava ogni ora, e ogni volta finì per star male. Era diventata troppo grassa, ed era solo al quarto mese. "Sono pienissima." Sprofondò nel divano e si toccò la pancia, "Ci credo, con tutta quella pasta che ti sei mangiata. Io al tuo posto starei male." Alberto si sedette accanto alla ragazza e le porse un bicchiere con acqua e limone; dicevano che aiutava a digerire in fretta. "Non è colpa mia, è solo che la fame quando mi prende non mi lascia più." Bevve un sorso di acqua e per un attimo si sentì meno gonfia, "Va meglio?" Le domandò appoggiando il bicchiere sul tavolo. Leila annuì, anche se in quel momento si sentì di nuovo male, tutto quello che aveva mangiato poco prima le risalì piano piano, assunse una posizione dritta, sperando di migliorare la situazione, ma non fu così. "Tutto bene?" Alberto le accarezzò la schiena, la rosse scosse la testa, "Ho solo un po' di nausea." E dopo quella frase, Leila corse immediatamente al bagno per rimettere la cena. Due mani le raccolsero i capelli, stava veramente male. Rimase circa dieci minuti abbracciata al suo amico water, poi alzò la testa e incontrò gli occhi di Alberto. Il ragazzo la sollevò dal pavimento, così che lei si avvicinò al lavandino per lavarsi la faccia, "Ti senti un po' meglio ora?" Lei annuii, vomitare l'aveva aiutata, stava molto meglio. "Mi è passato tutto." Disse, e dopo qualche secondo le scappò uno sbadiglio, lui ridacchiò, "Qui qualcuno sta per crollare." Leila si unì alla risata, uscì dal bagno per andare a sdraiarsi sul lettone che condivideva con Alberto.
Si dormivano insieme. Era un cosa alquanto strana ed imbarazzante.

Si buttò di schiena su quel letto super morbido e Alberto fece lo stesso. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi lui iniziò a parlare: "Domani scopriremo il sesso, vero?" Nella sua voce c'era un pizzico di felicità, "Si, ormai sono al quarto mese e dovrebbe farsi vedere questo mostricciatolo." Rispose la rossa accarezzando il suo pancino, che così piccolo non era. Aveva anche sbagliato il calcolo delle settimane, non era alla fine del terzo, ma era quasi a metà del quarto, e il tempo correva con una velocità incredibile. "Tu che cosa vorresti? Maschio o femmina?" Le domandò Alberto, lei alzai le spalle, "Non so, la cosa importante è che sia sano, però io spero in un maschietto. Tu invece?" Lui sorrise, "Non so perché, ma io ho sempre desiderato avere una bimba, tutta da viziare e difendere dai ragazzi quando sarà più grande." Sorrise lei d'istinto, "Secondo me è maschio. Me lo sento." Replicò la ragazza, "Allora non dico niente. Lascio fare al tuo istinto femminile, quello non sbaglia mai." Disse Alberto, alzando le mani e ridendo, "Bravo ti conviene non dire nulla, potresti fare fine brutta." E Leila continuò a parlare, ma non si accorse che Alberto si era addormentato accanto a lei. Era praticamente crollato, si vedeva che tornava da una giornata di lavoro faticosa, dopotutto aveva scelto lui di fare quel mestiere, ed era contento da quello che raccontava alla coinquilina. Leila lo guardò dormire, aveva il viso rilassato, era molto tranquillo, sembrava un bimbo buono e bravo, e si chiese perché non era così anche da sveglio.
Sarebbe stato bellissimo vedere Alberto nelle vesti di papà, e di certo non vedeva l'ora di osservarlo per ore e ore. Ma sul fatto del sesso del bambino nessuno l'avrebbe contraddetta.
L'istinto di Leila non falliva mai!!

SPAZIO AUTRICE

Helloooo!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto:)

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Roberta. 





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