3. Mia

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Iniziai a camminare il più velocemente possibile.

Arrivai al parco... A quel parco.

Entrai nel cuore di quel parco.

Passai il ponte e arrivai dove c'erano i bambini che giocavano sullo scivolo, sull'altalena.

Mi sedetti sull'erba, guardai quei bambini che ridevano, giocavano, non sapevano quello che gli sarebbe aspettato in futuro.

Non è possibile che ogni volta che le cose ti vanno bene, poi c'è qualcuno o qualcosa che ti rovina quel momento di tranquillità, felicità.

So quello che devo fare.

È la cosa migliore per riuscire, magari, a dimenticarlo.

Devo partire. Andare in un posto lontano, lontana da questa città, almeno per qualche mese.

Lo so, non si dovrebbe scappare dai problemi, ma io prima ci ho parlato con lui, ho fatto finire tutta sta storia tra di noi, come se non fosse mai esistita, ora mi tocca solo dimenticarlo.

Mi alzo e mi incammino verso casa.

...

Arrivai a casa, non c'era nessuno. Menomale.

Andai in camera mia, presi il computer e iniziai a cercare un biglietto per una città abbastanza lontana da qui, è una che nessuno possa capire che sia andata proprio lì.

Un'ora dopo...

Bingo!

Un biglietto aereo per Sidney, il volo è per domani mattina alle 4, il costo lo riesco a pagare. Confermo di voler prendere il biglietto dell'andata, quello del ritorno lo prenderò poi, se tornerò...

Inizio a prepararmi la valigia con tutto il necessario, misi anche qualcosa nel bagaglio a mano, infine infilai tutto sotto il letto.

Stampai il biglietto e lo misi nel portafoglio che poi infilai nel bagaglio a mano. Misi anche il passaporto, cuffie e tutto ciò che mi serviva.

"Mia?!" Urlò una voce famigliare.

Cazzo.

Chiusi in fretta il Pc, avrei prenotato dopo un posto dove dormire.

Andai in cucina dove c'era mia sorella.

"Hey" dissi.

"Zia!" Urlò Francesca.

"Ciao piccola peste!" Dissi prendendola in braccio.

Mi mancherà questa piccola peste.

"Come mai siete qua?" Domandai.

"Ho incontrato mamma al supermercato, mi aveva chiesto se potevo portarle la spesa a casa, dato che doveva fare delle commissioni, e mi ha detto che tu saresti dovuta essere a casa da un uscita... Dove sei stata?" Domandò.

"Ho solo fatto quattro chiacchiere con Simone" risposi aiutandola a mettere nei posti giusti le cose che aveva comprato nostra madre.

"Uhm... Francy, vai a guardare un po di cartoni" la figlia annuì e andò in salotto "che è successo?"

"Tre parole: abbiamo completamente chiuso" risposi, mi guardò facendomi segno di continuare "lui adesso ha una famiglia, quindi perché dovrebbe avere ancora qualcosa a che fare con me?!" Domandai.

"Beh, non vuol dire che se ha un figlio con un'altra non debba stare con la sua rag..."

"Ex ragazza" la corressi.

Ruotò gli occhi e continuò "come vuoi te. Comunque... Okay, ha un figlio, deve comunque aiutare Clara a mantenerlo, ma questo non vuol dire che debba stare per forza con lei" disse.

"Quindi, fammi capire bene, tu mi stai dicendo che anche se lui ha un figlio, io comunque potrei starci insieme?!" Domandai e lei annuì "cambiamo un attimo i personaggi. Immagina che Francesca non sia mai entrata a far parte della tua vita, okay?" Annuì "metti caso che Jack, un giorno, arriva da te e ti dice che ha scoperto il fatto che ha un figlio da Alessia, questa cosa tu la prendi malissimo. Perché ami Jack, provi qualcosa per lui che non hai mai provato nei tuoi ultimi 20 anni, e comunque non lo vorresti aver perso così. Ricordiamoci che la ragazza è Alessia De Sgilia, la ragazza, o meglio dire, la troia che tu odi di più in questo mondo. Cosa faresti?" Domandai.

Alessia è una troia, come Clara, forse anche di più, ogni volta che Sam si fidanzava con un ragazzo, Alessia entrava in gioco e si scopava ogni ragazzo che entrava nella sua vita.

"Hai ragione..." Disse "non penso sia proprio piacevole. Ora che hai messo in mezzo Alessia, vorrei proprio rovinarle quel bel faccino rifatto che si ritrova" disse stritolando un tovagliolo che aveva preso.

Lo liberò e scoppiammo a ridere.

"Sai, hanno offerto un ottimo lavoro a Jack... Ma non è in questa città..." Disse e continuammo a rimettere a posto "è anche molto lontano da qua" continuò.

"Uhm... E dove?" Domandai.

"A Sidney" Rispose dopo averci pensato bene.

"Ah..." Merda.

Credevo di odiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora