"Lo so... So che con le scuse non si risolve nulla... E sai per cosa mi scuso? Mi scuso per il fatto di aver fatto sesso con Clara. Mi scuso per non aver usato le protezioni. Mi scuso che per colpa mia è nato quel bambino. Mi scuso per aver rovinato il nostro NOI. Mi scuso per averti fatto soffrire, perché so che hai sofferto quanto me se non di più. Mi scuso per tutto" le dissi.
Era la verità. Mi faceva male sapere che aveva sofferto.
Sapevo benissimo che aveva sofferto.
Oltre ad avermelo detto Paolo, lo leggo anche adesso nei suoi occhi.
E sapere che l'avevo fatta soffrire tutto per un mio sbaglio, mi faceva andare in bestia!
Mi ero promesso che non l'avrei fatta soffrire, e invece è successo.
Io non ero affatto felice con Clara e Marcello. Non volevo una famiglia con Clara. Ma Marcello era mio figlio, e di certo non avrei lasciato Clara crescerlo da solo.
Ma mai e poi mai avrei fatto la famigliola felice.
MAI.
"Come... Come va con tuo... Figlio?" Domandò sussurrando a mala pena l'ultima parola.
"Va... Ci vediamo ancora come degli sconosciuti. Almeno, io lo vedo ancora così." Risposi sinceramente.
"E... Con Clara?" Domandò ancora guardandomi negli occhi.
"Con Clara niente. Non c'è e non ci sarà mai niente" risposi.
Fece un sospiro... Di sollievo(?)
"Tu come stai?" Domandai.
"Bene..." Mentiva. Si vedeva lontano un chilometro.
"Mia... Rispondi sinceramente"
"Simo... Come dovrei stare?! Male..." Rispose.
Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai a lei, la strinsi forte tra le mie braccia.
Si staccò da me e spostò lo sguardo fuori dalla finestra.
"Dovremmo smetterla di considerarci. Fare in modo che ognuno vada per la propria strada. Tu con la tua nuova famiglia per una strada, io per un'altra strada" disse tornando con lo sguardo su di me.
"Non stai dicendo sul serio... Vero?!" Domandai.
"Sono seria. Fa male a me quanto fa male a te, ma è l'unico modo..." Rispose.
"Sai che più staremo lontani e più staremo male, vero?!" Affermai.
"So solo che se continuo a vederti e sapere che hai un figlio con un altra mi uccide" disse, si alzò dalla sedia e se ne andò dopo aver pagato la cioccolata calda, senza mai voltarsi.
È finita.
Game over.
Non mi vuole più nella sua vita.
E come biasimarla?! Ho un figlio da una troia!
Si, perché Clara è una troia!
Uscii anch'io da quel posto, entrai in macchina e me ne tornai a casa.
Per la testa avevo solo un nome.
Mia.
Arrivato a casa, mi buttai sul divano e iniziai a pensare. A pensare a tutto. Alla mia vita. A quel bambino di quasi sette anni...
Sette anni...
Sono uno stupido!