7. Mia

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Il giorno prima ero stata tutto il giorno in camera.

Ricevetti una chiamata da Simone ma, come sempre, non risposi.

Ero sicura che prima o poi avrei risposto, se mi avesse ancora chiamato, o lo avrei chiamato io stessa, ma per ora non riuscivo a parlargli.

Dopo essermi vestita, scesi nella sala da pranzo dell'hotel per fare colazione, erano appena le nove.

Dopo aver preso del pane tostato e della marmellata di fragole, cosa che si mangia un po dappertutto, andai a sedermi ad un tavolo vicino alle finestre giganti. Purtroppo non c'era la Nutella, in questo momento ne avevo proprio bisogno.

Mentre mangiavo mi guardavo un po in torno, non è proprio normale, ma notai un ragazzo che lavorava in questo hotel che preparava qualcos'altro da mangiare e ogni tanto mi guardava, gli sorrisi e lui imbarazzato ricambiò il sorriso e tornò a cucinare.

Era un ragazzo molto carino. Alto, i capelli castani scuro quasi neri e il sorriso è uno di quelli che potrebbe anche ucciderti.

Dopo aver finito, mi alzai e tornai in camera.

Presi il telefono dal comodino e avvertii Sam di non chiamarmi perché sarei uscita e non avevo internet.

Presi una borsetta e ci infilai il telefono, dei soldi e le chiavi della camera.

Uscii dalla stanza e uscii dall'edificio.

Iniziai a camminare, passando per un parco e molti edifici. Sinceramente non mi sarei aspettata Sidney così bella.

A volte entrai nei negozi e comprai qualche nuovo vestito e accessorio.

"Mia?!?" Sentii una voce chiamarmi, non ci feci caso e continuai a guardare tra le vetrine.

Sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla, mi voltai e vidi un volto famigliare.

"Andrea!" Esclamai e lo abbracciai.

"Che ci fai qui?!?" Domandammo nello stesso istante e scoppiammo a ridere, mi fece parlare e dissi che ero venuta a fare una 'vacanza'.

"Io, sono con la mia ragazza, Giacomo e la sua ragazza in una vacanzetta dall'università" disse.

"Ho sempre detto che siete degli ottimi studiosi" ammisi "ma dov'è Giacomo?" Domandai.

"È andato a prendersi le sigarette, ma penso si sia perso" disse guardandosi intorno, per poi tornare con lo sguardo su di me "cavolo! Non sei cambiata di una virgola!" Esclamò.

"Forse, ma sono diventata più vecchia. Come te del resto!" Risposi.

"E gli altri? Simone? La mia piccola Camilla? Paolo? La mia piccola Sam?" Domandò.

"Una domanda per volta. Comunque sono cambiate u bel po' di cose da quando ve ne siete anda..." Fui interrotta da una voce.

"Mia?!?" Giacomo con gli occhi sgranati, ma poi venne ad abbracciarmi.

"Stupido! Sei arrivato sul più bello!" Lo rimproverò Andrea.

"Di che parlavate? Come stai?" Domandò Giacomo.

"Mi aveva chiesto come stavano gli altri e stavo per dirglielo" risposi con un sorriso stampato in faccia nel rivedere i miei amici.

"Di là c'è una panchina, andiamo là e ci racconti" disse Giacomo indicando una panchina leggermente distante da noi.

Ci sedemmo sulla panchina e mi dissero subito di parlare.

"Allora... Da dove inizio... Paolo e Camilla continuano con la loro storia d'amore, tra di loro non ci sono stati molti problemi come a volte capita, e tra tre mesi si sposano..." Non mi lasciarono continuare che subito parlarono.

"Si sposano?!?" Domandarono nello stesso momento.

"Si..." risposi un po' incerta.

"E noi non siamo stati invitati?" Fecero i finti offesi.

Forse non dovevo partire da la.

"Beh, non hanno ancora inviato gli inviti, quindi non c'è bisogno di preoccuparsi. Credo che inviteranno anche voi" risposi.

"Sarebbe il minimo! Siamo amici dalle elementari!" Rispose Giacomo.

"Continua" disse Andrea.

"Beh... Sam, dopo che ve ne siete andati, ha conosciuto un ragazzo che era un nuovo alunno della nostra scuola, Jack, e hanno una figlia di poco più di un anno. Si chiama Francesca ed è una bambina bellissima" dissi.

"Non me la immagino mamma" disse Giacomo.

"Aww, la mia piccola Samanta è diventata mamma!!!" Disse Andrea saltando sul posto e battendo le mani.

"A volte non ti capisco..." Disse Giacomo guardando l'amico.

"Tu e Simone?" Domandarono.

"Beh..." Fortunatamente venni interrotta da due voci femminili che chiamavano i ragazzi.

Si guardarono, guardarono i rispettivi ragazzi e poi guardarono me.

"Beh... Loro sono le nostre ragazze. La ragazza bionda è la mia Abigail" sussurrò Andrea.

"La ragazza rossa è la mia Lucy" continuò Giacomo.

"E sono molto gelose" dissero all'unisono.

Bene...

Credevo di odiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora