18. Mia

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"COSA?!" Domandai urlando(?)

Nessuna risposta da lei, continuava a piangere.

"Mia, calmati, non le mettere pressione e lasciala parlare" mi disse Luca.

Poco dopo Jason entrò nella stanza sorridendo e si bloccò. Guardò mia sorella che piangeva, il suo sorriso sparì, poi spostò il suo sguardo su di me e Luca.

"Che succede?" Domandò.

Una lacrima mi rigò il viso mentre continuavo a guardare il vuoto. Poi un'altra. Un'altra e un'altra ancora, finché non scoppiai a piangere.

Andai verso Sam e la abbracciai.

"Sono... Morti..." Sussurrò tra le lacrime.

Poi altre mani ci strinsero, c'erano anche i ragazzi.

"Lory..." Mi staccai dall'abbraccio, presi il telefono e lo chiamai.

Bip... Bip... Bip...

"Mia!"

"Ale!" Risposi "l'ha saputo?"

"Si... È da mezz'ora che continua a fissare il televisore spento... Ho provato a svegliarlo dal suo stato di trance, ma non ci riesco..." Disse "voi come state? Sapete cos'è successo?"

"Noi... Siamo tutte intere e... Solo che siamo morte dentro... Non so molto bene cos'è successo, Sam non è riuscita a raccontarmi bene, so solo che hanno avuto l'incidente e... Che sono... Morti sul colpo..." Dissi tra i singhiozzi e poi scoppiai a piangere.

Non ci potevo ancora credere... Non poteva essere vero... Loro non potevano essere morti...

Anche Alessandra era scoppiata a piangere.

"Mi dispiace così tanto..." Disse tra i singhiozzi.

Si sentii un brusio, poi una voce tremante maschile che diceva "shh... Non piangere"

"Mia?"

"Lory..." Dissi tra i singhiozzi.

"Non doveva accadere anche a voi!" Sentii la voce di Ale.

"È vero?" Domandò "ti prego, dimmi che non è vero. Dimmi che mamma, papà e Tommy sono lì a casa. Dimmi che mamma sta preparando una torta, papà sta guardando il telegiornale alla TV e che Tommy sta giocando con le macchine. Dimmi che non sono morti..." Piangeva.

Altre lacrime rigarono il mio viso, guardai Sam che continuava a piangere e diceva a monosillabi di dire a jack che quella sera non sarebbe tornata a casa, mentre Jason la abbracciava.

"Non può essere vero!" Urlò dall'altra parte della linea "papà è sempre stato attendo alla guida!" Continuò ad urlare.

"Lo so..." Sussurrai.

Silenzio.

Si sentivano solo i singhiozzi.

"Mia?" Domandò.

"Si...?"

"Ci vediamo domani, okay?" Domandò ancora.

"Sì" risposi.

"Ti voglio bene, sia a te che a tua sorella" disse.

"Lo so, anche noi ti vogliamo bene, Lory" risposi.

"A domani, piccola" disse.

"A domani" e chiusi la chiamata.

Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.

Mi alzai di scatto "sai dove sono?" Domandai a mia sorella.

"Si" rispose sussurrando, si era leggermente ripresa, come me.

"Andiamo" dissi.

Uscimmo di casa, salimmo in macchina e seguii le indicazioni che mi disse Sam.

...

I corpi dei miei genitori sul parabrezza, insieme a quello del mio fratellino, che come sempre si era messo nei sedili dietro in mezzo senza mettersi la cintura di sicurezza.
La macchina schiantata contro un albero.

E poi... Tanto sangue.

Tanti agenti.

Due ambulanze e qualche macchina della polizia.

Dicono che il pirata della strada sia scappato subito dopo aver causato l'incidente, sicuramente non si sarà nemmeno accorto di ciò che ha causato.

Lo odio.

Chiunque sia stato, lo odio da morire.

Guardai mia sorella che piangeva tra le braccia del suo ragazzo, fortuna che ha lasciato Francesca a casa dei suoi. Jason si era allontanato insieme a Luca, dato che non riusciva a vedere queste cose senza sentirsi male.

Due braccia mi strinsero da dietro, mentre continuavo a guardare quei tre corpi morti. L'odore del suo profumo mi invase subito le narici, appoggiai le mie mani sulle sue e lasciai che ci fosse quel contatto.

Credevo di odiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora