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Sam

Uscii appena dopo il suono della campanella, che segnava la fine dei corsi e sorrisi: finalmente le vacanze di Natale erano cominciate.
Mi sembrava strano dire "vacanze di Natale", perché mi sentivo bambina dentro a quelle parole, però in fondo mi piacevano davvero, dato che mia madre e mio padre erano entrambi a casa per le ferie e che non sarebbero andati a lavorare fino a dopo la metà di gennaio.

Erano due gran lavoratori, di quelli che non prendono mai le ferie. A parte mio padre quando stavo male... Ma anche se non le prendeva, mi rimettevo benissimo da sola.

Sbuffai al ricordo, con un piccolo sorriso sul viso; durante quel breve periodo che avremmo trascorso in famiglia, saremmo dovuti andare alla baita di Nonno Mark, in Svizzera, dove lui si trovava già da un mesetto, dato che voleva renderla presentabile e abitabile durante le vacanze.
Poi mamma e papà si sarebbero fatti un piccolo viaggio in Francia e Germania da soli, mentre io e Cole saremmo rimasti da soli con il nonno e Zio Dustin. Nonostante tutto, nonostante non avessimo veri zii di sangue e il fatto che in nonno da parte di papà non si facesse sentire quasi mai, avevamo una bella famiglia. Phil, Ben e Cameron erano altri zii adottivi, o neo-nonni, come li devifiniva Cole, data la loro età pressapoco vicina a quella di nonno Mark.

Guardai il cielo un po' grigio e sospirai, tirando fuori dalla tasca del giubbotto un berretto di lana grigio molto largo e infilandolo; dopodiché mi misi la sciarpa che faceva parte del completo e mi andai a sedere sul muretto accanto alle scale, aspettando che uscisse anche Brian.
Volevo accompagnarlo a casa e salutarlo prima di partire per la Svizzera.
Anche lui aveva un programmino niente male per le vacanze di Natale... Infatti sarebbe andato a trovare alcuni amici di famiglia che abitavano in Italia, un paese che avevo sempre desiderato visitare. Infatti, quando me l'aveva detto, lo avevo maledetto tantissime volte, ottenendo come risposta solo una risata sguaiata, odiosissima.

Presi un lungo respiro, prima di buttare fuori l'aria e osservare la spessa condensa che si materializzò davanti a me, impedendomi di vedere oltre.

- Ehi. - Sobbalzai, sentendo quella voce e arrossii di colpo, abbassando lo sguardo sugli stivaletti di camoscio chiaro che conoscevo benissimo.

- Ciao. - Lo salutai.

Matt, il compagno di corsi di Brian, nonché mia grandissima cotta, mi stava parlando... Ero... Confusa? Per non dire altro...

Era da quell'estate che gli andavo dietro, dopo averlo visto ad una gara di Cole, quando Brian era venuto a sostenere il fratello maggiore, appassionato di motori quanto il mio.
Il ragazzo biondo con gli occhi azzurro cielo mi era rimasto impresso nella mente come marchiato a fuoco. Lo avevo disegnato più e più volte, senza mai ottenere un risultato soddisfaciente, dato che la sua bellezza era a dir poco disarmante.
Matt mi superava di qualche centimetro, ma aveva un fisico davvero stupendo. Non andava in palestra e non aveva muscoli che le sue magliette non riuscissero a contenere, non aveva gambe muscolose e non praticava sport fisici che richiedessero forza. Ma era snello e asciutto, con una postura dritta, che lo faceva sembrare più grosso di quanto non fosse; era magro al punto giusto, con un leggero accenno di tono muscolare nelle braccia e sul petto, dovuto al fatto che aiutasse il padre nella sua officina, affiancato dal fratello di Brian, ogni tanto.

Lui faceva parte di quella categoria di ragazzi ormai in via d'estinzione: i bravi ragazzi. Lui era il tipo che se aveva una ragazza le rimaneva fedele, che apriva la porta alle "donzelle", che le offriva da bere qualcosa di non alcolico, che amasse fare quattro chiacchere così e non per rimorchiare. Il classico tipo bravo, non idiota o puttaniere. Quel raro principe azzurro che le adolescenti vogliono.

- Aspetti anche tu il bradipo? - Chiese divertito.

Annuii distratta, intenta a giocare con le punte degli stivaletti, all'improvviso molto belli. Sentii che si sedeva accanto a me e mi imposi di respirare normalmente, o sarei potuta anche svenire lì, su due piedi. Quando la sua spalla si scontrò con la mia, per un lieve contatto, trattenni il respiro e alzai la testa per vedere se dalla porta d'ingresso si fosse deciso ad uscire il mio migliore amico. Dannazione, ti fiondi sempre fuori ogni giorno, ma non l'ultimo prima delle vacanze?!

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