Revenge Angel

#3# Marry Pre-Christmas

Sam

Più guardavo Cole e più mi convincevo del fatto che non fosse felice... Non lo era per nulla.

Seguii la direzione dei suoi occhi e li trovai puntati sullo specchietto retrovisore, nel quale la figura del SUV grigio dietro di noi non si allontanava mai di mezzo metro, nè tantomeno si avvicinava. Derek ci stava seguendo da quando eravamo partiti, non che non lo sapessimo, ma faceva uno strano effetto sapere di essere sorvegliati anche mentre andavamo giù in Svizzera da nostro nonno, per le vacanze di Natale.

Non riuscivo a metabolizzare bene il concetto di "Sorveglianza" nei miei confronti, perché semplicemente non ne vedevo alcuna ragione utile... Andavo ai corsi, tornavo a casa e facevo i compiti. Okay... Magari nella maggior parte del mio tempo libero scarabocchiavo cose a caso, fregandomene di studiare la letteratura moderna, ma quelli erano dettagli irrilevanti nella vicenda.

Mi scomposi sul sedile quando il mio mp3 cominciò a suonare Boulevard of Broken Dreams dei Green Day e Cole se ne accrose, dato che distolse gli occhi dalla macchina dietro di noi e mi sorrise divertito, spegnendo la radio e muovendo la bocca per dirmi qualcosa, che io non capii.

Notai che picchiettava con le dita il ritmo della batteria sul volante e mi resi conto che, molto probabilmente, il volume della mia musica era estremamente alto, tanto che non sentivo nemmeno ciò che mi aveva chiesto. - Eh? - Sfilai una cuffia e lui sbuffò, sapendo che ormai ero un caso perso.

- Potresti almeno tenermi compagnia durante il viaggio? Non ci vediamo da un po'... - Chiese quasi supplichevole, facendo una piccola smorfia simile ad un labbruccio tenero.

Sorrisi, perché lui ci provava, ma non era al mio livello. Non lo era mai stato... Ero io quella che riusciva a convincere chiunque a fare quello che volevo col potere del labbro tremolante e degli occhioni da gattina dolce ed indifesa, tecnica che mio padre mia aveva accuratamente tramandato quando avevo nove anni e che mi aveva aiutato a perfezionare nel corso degli anni.

- Va bene, ma attacco i Green Day. - Sfilai anche l'altra cuffia, collegando il lettore musicale alla sua radio, mentre mormorava qualcosa, contrariato.

Era sempre stata una lotta in macchina per decidere quale della nostra musica ascoltare: io che spaziavo in tutti i campi e lui che rimaneva fisso nel suo pop melodico e sul country. Uno che correva in macchina, come minimo, doveva farsi le orecchie di Nickelback, Linkin Park e Sum41. Lui invece era per i The Script, The Fray, Adele, Jessie J... Praticamente era più donna di me.
Ma adoravo mio fratello anche per questo suo lato inaspettatamente sensibile e particolare, nel quale potevi percepire i suoi pensieri: bastava stare a sentire le canzoni che ascoltava per capire di che umore fosse...

Mi chinai a prendere nella borsa, che si trovava in mezzo ai miei piedi, il block notes e l'astuccio in cui tenevo il kit da viaggio, per poi mettermi a gambe incrociate e cominciare a buttare giù l'ennesimo schizzo. Tracciai le linee, conoscendo ormai il soggetto a memoria e diedi solo qualche sbirciata all'angolo della bocca curvato all'insù.

- L'hai quasi finito? - Cole mi guardò con gli occhioni grigi brillanti che aveva sempre quando stava con la famiglia. Era felice quando era circondato da chi gli voleva davvero bene e dalle persone a cui lui voleva bene; agli altri di solito regalava qualche occhiata inespressiva e, molto raramente, un piccolo sorriso gentile. Perché era fatto così...

Cole era il classico ragazzo grande e grosso, con quel cipiglio sul viso a dir poco impenetrabile, ma che dentro era tenero come pochi a quel mondo di gente falsa e ipocrita.

- Ti avevo promesso che lo avrei finito per Natale, perciò sì, mi sono impegnata. - Mi voltai felice, dopo aver contato solo un paio di fogli bianchi dopo quello e lui sorrise di rimando, sinceramente contento. - E poi, che sorella sarei se non facessi in modo di avere il tuo regalo pronto la mattina di Natale? -