#9# ~Discussioni~

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Sam

- Colpisci. - Derek sollevò di nuovo la mano coperta dal cuscinetto nero.

Io ero piegata in due, con le mani sulle ginocchia e il cuore che cercava di uscirmi dalla bocca.
Scossi la testa in negazione, sbuffando e riprendendo a respirare affannosamente.

Tra lui e mia madre, quella domenica, avevano deciso di uccidermi: lei che mi chiedeva di andare a fare la spesa e lui che proponeva una "leggera sessione di cardio", con tanto si sorrisetto incluso.
E fu così che finii a litigare con Derek per la mia colazione, sulla mia scelta di bevande caloriche, le carni grasse e il pane non integrale, in primo luogo. Ma dopo una baguette in testa si era zittito e mi aveva lasciata in pace, progettando la sua dolce vendetta.

Infatti, la iena, mi aveva portato a correre al parco. Un'ora.
Poi in palestra di mia madre, chiusa quel giorno DI RIPOSO, aveva programmato un percorso di cardio con pesi alle caviglie, corde da saltare con pesi alle caviglie, step con pesi alle caviglie e... Addominali. Con pesi sul torace.

Fuck.

Pesi, pesi, pesi, morte, pesi, addio polmoni, pesi...

Il ragazzo sbuffò: - Certo che sei fuori forma. Non mi stupisce tu abbia la pancetta. -

Alzai gli occhi di scatto, guardandolo omicida: IO NON AVEVO LA PANCETTA!
Era solo la cover degli addominali e non era nemmeno molto consistente...

- Di questo passo Matt ti mollerà per la bio... - Gli arrivó un pugno nella pancia, talmente veloce che nemmeno ebbe il tempo di reagire.

Si riprese quasi subito, sorridendo maledettamente divertito: - Bel gancio. -

Incrociai le braccia al petto e mi voltai dall'altra parte: - Faccia da culo. -

Scoppiò a ridere e, senza nemmeno accorgermene, sorrisi. Era bello sentirlo ridere e, ultimamente, lo faceva sempre più spesso; non tanto davanti ai miei genitori, ma di più in classe, mentre tornavamo a casa o ci mettevamo sul divano a studiare.

L'ultima volta mi aveva fatto cadere infilando un piede sotto al mio sedere e lanciandomi giù, l'idiota.

Eravamo finiti a prenderci a librate. Poi, nel tentativo di placcarmi, Derek mi aveva preso per i polsi, ma io, da brava furba, mi ero piegata per sflilarmi la felpa. Solo che lui mi aveva fatto togliere solo le maniche, prima di tirarmi verso di sé e annodarmele intorno, facendomi diventare un insaccato.

Si era divertito a lasciarmi così mezz'ora. Dannato demonio.

Mi rimisi in piedi, dopo essere rientrata in fiato e mi avviai verso il frigo nell'atrio, a prendere una bottiglietta d'acqua.

- Come hai fatto a capire che ti piaceva Matt? - Domandò Derek, dall'altra stanza.

Cercai di ricordarmi come e quando, ma soffrivo di un leggero alzheimer un po' in tutto.

Tornai nell'enorme sala di parquet scuro, tappezzata di attrezzi e altra roba da atleti e pompati.

Un tempo ci passavo sei ore alla settimana, quando ero più piccola e sognavo di poter avere una vita avventurosa e simile a quella della mia mamma.
Io e Cole avevamo pensato più volte di poter essere come lei e di viaggiare il mondo senza lasciare una nostra traccia; poi eravamo cresciuti e il nonno e la mamma ci avevano fatto mille discorsi sulla vita problematica e solitaria di un'Agente e anche sui tanti pericoli che potevano incorrere in quella carriera.

Perciò io e Cole avevamo scelto vite un po' più... normali.

Lui amava l'adrenalina come mamma e io invece ero per la vita di mondo e le arti, qualità ereditata da mio padre, che sotto sotto era un ottimo disegnatore ritrattista.
Ed era finito a dirigere aziende.

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