#16# Escape to Anywhere

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Sam (Qualche ora prima)

Dopo aver parlato con Joshua nel suo soggiorno e avergli spiegato anche le eccezioni, particolari scomodi della storia inclusi, ero stata gentilmente congedata in una camera per gli ospiti, con la promessa solenne che nessun membro della mia famiglia sarebbe mai venuto a sapere dove mi trovassi in quel momento.
E per avere una maggior sicurezza, Back mi seguì al piano di sopra e si coricò nel letto accanto a me: gli stavo simpatica a quanto diceva il padrone...

Non avevo nemmeno avuto il tempo di sollevare una mano e accarezzare il lupo al mio fianco, che la testa si era improvvisamente fatta pesante e io ero crollata nel mondo dei sogni, che ultimamente erano sempre più simili ad incubi fatti ad occhi aperti...

Quando mi ero svegliata, la camera era illuminata solo dall'abat-jour sul comodino, perciò dedussi che fosse pomeriggio ormai inoltrato; mi ero stiracchiata contro voglia, con il corpo che protestava tramite fitte e crampi piuttosto dolorosi, ma volevo essere sicura di riuscire a muovermi abbastanza da poter lasciare la casa di Joshua il prima possibile.
Il mio amico lo sapeva perfettamente che non mi sarei fermata a lungo e l'aveva già messo in conto.

Il muso di Back mi spinse sul fianco, facendomi il solletico e io mi voltai a guardare il cagnone che non mi aveva abbandonata nemmeno per un secondo: - Ehi. - Sorrisi, accarezzandolo con movimenti lenti e pigri. - Andiamo a scroccare cibo? -

Alla parola "cibo" le sue orecchie si drizzarono di colpo e si mise seduto sul materasso, scodinzolando come un dannato. È come me... Pensai divertita. Se Derek fosse stato lì, avrebbe sicuramente fatto qualche battuta su questa nostra similitudine.

- Derek. - Mormorai, chiedendomi se fosse riuscito a portare in salvo mio fratello come avevo sperato.

A fatica, misi i piedi a terra e poi, con l'aiuto di Back che mi spinse dalla schiena, riuscii ad alzarmi dal letto, mugugnando per via del male. Le gambe cominciavano a sentire i postumi della corsa e del mancato stretching, mentre la schiena era piuttosto indolenzita per via della notte passata contro le gambe di Zeus.
La spalla sembrava più leggera di quella mattina, senza il proiettile che ne bloccava i movimenti, però ero certa che senza un po' di "riabilitazione" non avrei risolto completamente il problema.

Fischiai e Back saltò giù dal letto, guadagnandosi un'occhiataccia d'invidia: lui era fottutamente riposato e pimpante, mentre io sembravo uno zombie paralitico, reduce dall'Apocalisse. Karma del cazzo.

Quando ci stava, ci stava.

Uscii dalla stanza ed andai di sotto, annusando l'aria, con la pancia che brontolava sonoramente.
La cucina a vista era illuminata e al suo interno Joshua stava trafficando con un paio di pentole e delle verdure tagliate a cubetti, che buttò in una, fischiettando allegro.

Sorrisi, trottellerando in quella direzione: - Io e Back pretendiamo cibo! - Esclamai decisamente più allegra di prima.

- Lo avrete, morti di fame! - Scherzò il biondo, scoppiando a ridere divertito.

Lo raggiunsi in cucina e sbirciai da dietro una sua spalla le pentole. - Che si mangia? Eh? Eh? - Punzecchiai il suo fianco, facendogli alzare gli occhi al cielo, esasperato.

Si voltó e mi mise un cucchiaio di legno davanti al viso, con delle verdure e qualcos'altro sopra. - Assaggia, Gollum. -

- Gollum ha fame. - Gli strappai il cucchiaio dalle mani e mi allontai, soffiandoci sopra e poi mettendolo in bocca.

Oddio... Sì... Cibo... Chiusi gli occhi in adorazione, sollevando il viso e puntando il naso per aria. - Dio sia lodato. -

Joshua scoppiò a ridere sonoramente, tenendosi la pancia. - Direi che possiamo mangiare. -

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