#17# ~Oh, shit~

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Derek

Samantha dormiva beata nel mondo dei sogni da un paio d'ore, mentre io sbadigliavo senza alcun ritegno, non curandomi più di poterla far preoccupare riguardo le mie poche ore di riposo degli ultimi giorni.
Non era la prima volta che passavo la notte insonne e di certo non sarebbe stata nemmeno l'ultima, perciò mi limitai a passare il pollice sul dorso della mano che stringevo e a cercare conforto nella sua presenza assopita.

Quando avevo iniziato il racconto della mia vita, all'inizio, era subito saltata a conclusioni affrettate, ritenendomi capace di mentirgli per tutto quel tempo e di portarla da Luka. Di consegnare la sua vita a chi gliela voleva solo strappare dal petto e basta, senza provare rimorso.

O senza sentire quella strana morsa alla bocca dello stomaco...

Guardai il viso rilassato di Sam, per metà nascosto contro il mio petto; ogni singola fibra del mio corpo che era a contatto col suo bruciava come una supernova.
Avvertivo chiaramente il mio umore molto più vulnerabile e volubile in sua presenza e la costante necessità di sfiorarla se era nei paraggi... E sapevo perfettamente cosa significava tutto ciò, ma allo stesso tempo non potevo ritenerlo qualcosa di sbagliato.

Le regole dell'Agenzia erano leggermente cambiate da quello che era successo con la Heaven, però quella delle relazioni era rimasta e io la stavo ignorando quasi completamente.
Solo dio sapeva quanto cazzo mi ero irritato durante l'appuntamento con Matt: un coglione che non sapeva nemmeno chi aveva davanti.

Già, perché Samantha era un cazzo di angelo sceso in terra a donare speranza e luce alla vita lugubre di disagiati come me; una manna dal cielo; un qualcosa per lenire le ferite della vita, che prendeva a schiaffi le persone più di quanto le graziasse.
E quell'idiota se l'era lasciata scappare, per cosa poi? Per correre dietro ad una che gliel'avrebbe data, anziché ad una che gli mostrava la differenza incredibile tra l'arancio del tramonto e quello dell'alba. O che si infilava le sue felpe per fare un dispetto, risultando solo incredibilmente dolce e buffa.

Più volte mi aveva rubato delle maglie dall'armadio, convinta che la cosa mi desse fastidio, ma la verità era che purtroppo quasi nulla di lei mi irritava, o stonava anche solo un pochino ai miei occhi. Nemmeno il carattere solare, al quale non ero minimamente abituato e che spesso si scontrava con il mio freddo ed abituato alla solitudine.
Nemmeno la sua venerazione per il cibo, o quella per Robbie Ammel, il protagonista di Tomorrow People...

Okay, quella mi infastidiva parecchio, tanto che ad ogni apprezzamento della moretta per i suoi addominali, il mio broncio si allungava sempre di più e parlavo ancora meno, sbuffando in continuazione.
Era stato un pessimo, pessimo, errore guardare The Duff con lei, in cui Robbie muoveva i suoi pettorali con non-chalance.

Io non ci riuscivo... Cazzo.
Con tutto il tempo che passavo in palestra, i miei pettorali dovevano saper ballare la samba a comando! Altro che qualche spasmo sù e giù...
Eppure nulla. Quei maledetti si rifiutavano di collaborare.
Mi ricordavo la sera dopo il cinema, quando dopo altri apprezzamenti sul personaggio, fatti davanti a del succo di frutta, avevo sventolato bandiera bianca e mi ero ritirato in religiosa frustrazione nella stanza per gli ospiti: avevo trascorso quaranta minuti e passa a fissarmi il petto e a concentrarmi per muovere quella parte dei miei muscoli, ma senza alcun risultato.

Nada. Niet. Un cazzo sotto viagra era più collaborativo.

- Fottuto Robbie delle palle. - Borbottai, sbuffando sonoramente e muovendo delle ciocche castane, che finirono sul viso della ragazza.

Lei arricciò il naso e gliele spostai, piuttosto intenerito dalla scena.
Senza pensarci troppo, sfilai il cellulare dalla tasca e aprii l'applicazione della fotocamera, impostandola su quella interna, prima di girare l'obiettivo verso di noi e fare una faccia buffa.
Volevo ricordarmi quel momento. Volevo poter rivivere esattamente le stesse sensazioni di calore e pace che mi stavano scaldando dentro in quel frangente nuovo per me; lei era viva e, fra tutti quelli che poteva scegliere per scappare, aveva cercato proprio me. Non il fratello adorato, o i genitori super addestrati e pronti ad uccidere chiunque per la propria figlioletta.

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