#21# ~A little bit sweet~

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Sam

Arricciai il naso e sibilai a denti stretti, prima di sbadigliare sonoramente e affondare il viso nel cuscino, nascondendolo.

Dov'ero? Come diavolo ero arrivata fino a quella superficie morbida provvista di cuscini?

Frammenti della sera precedente mi tornarono alla mente: il sorriso sardonico di Kylar che mi fissava coricato sul divano, la proposta di uscire un po' e farci un giro, lo zoo e il pub di Cazzey, i suoi discorsi sul fatto che io e Ky ci piacevamo a vicenda e poi il parco.

Oh, il parco...

Sorrisi contro il cotone bianco della federa, girandomi di lato e portando con me le coperte, mentre mi rannicchiavo in posizione fetale. Mi mossi un po' e poi feci ruotare la spalla.

Pessima idea. Davvero una pessima idea!

Grugnii, mordendo il lenzuolo per soffocare un grido e rimasi di sasso quando sentii qualcosa circondarmi, passandomi tra il braccio e la vita, portandomi di nuovo a pancia in sù: - Scema. Già alle nove del mattino fai danni. -

Kylar. Ed era sveglio, pimpante e maledettamente divertito dalla situazione.
Potevo quasi giurare di aver "sentito" un sorriso sul suo volto, mentre mi canzonava.

Borbottai qualche imprecazione e voltai il capo, trovandolo inginocchiato sul materasso, già vestito con un pantalone della tuta e una maglietta nera tutta sudata.
Mi stropicciai gli occhi e cercai di mettermi seduta, con il suo aiuto, tenendomi la spalla dolorante: Ciao, ciao effetto farmacologico. Pensai affranta, sospirando.

- Da dove arrivi, puzzone? - Storsi il naso, sentendo il tanfo che emanava e lui ghignò.

Mi lasciò libera, sollevandosi e percorrendo la camera alla ricerca di vestiti puliti ed asciugamani: - Al contrario tuo, io non ozio e sono andato a correre un'oretta. -

Lo osservai meglio mentre si sfilava la maglia, dandomi le spalle e un'ottima prospettiva del suo corpo tonico: le spalle scolpite, che si tendevano sotto i movimenti delle braccia e la schiena dalla carnagione un po' più abbronzata della mia. Scesi con gli occhi fino alle fossette di venere e mi sentii morire.

Le gambe erano ancora fasciate dal pantalone, ma sapevo perfettamente che fossero asciutte e toniche come il busto, in quel momento messo di profilo, mentre si asciugava con la maglietta sporca. Potevo scorgere le sporgenze degli addominali a tartaruga e quelle dei pettorali, così come i bicipiti delle braccia e tutto il resto del creato di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo. Alzai gli occhi al cielo, sorridendo.

- Tutto bene? - Domandò Ky, con un tono perplesso.

Annuii subito, velocemente, tornando a guardare lui. Negli occhi. Già, perché non volevo essere beccata a fissarlo come una maniaca psicopatica. - BENISSIMO... - Risposi, sorridendo angelicamente.

Aggrottò le sopracciglia, stralunato, annuendo a sua volta. - Okay... - Mormorò, girandosi dall'altra parte e piegandosi a prendere della roba dai cassetti in fondo all'armadio.

Sgranai gli occhi, avvertendo un'improvvisa ondata di calore travolgere il mio corpo.

- Ricordami che devo andare in chiesa a ringraziare i santi. - Borbottai, buttandomi sul materasso, portandomi il cuscino in faccia.

Sentii che chiudeva le ante dell'armadio e si avvicinava al letto.
Il cuscino si alzò di qualche centimetro, prima che il suo sorrisetto entrasse nello spiraglio creatosi: - Mi hai guardato il culo, Samantha? -

Feci una smorfia, spingendolo via e rialzandomi. - Me l'hai praticamente sbattuto in faccia, sapientone! - Ribattei, scendendo dal materasso con un balzo e superandolo, mentre ghignava come un maledetto idiota.

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