#24# - Roy!!!! -

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Avevo detto che avrei aggiornato dopo lunedì, ma l'alluvione mi ha "regalato" un giorno di vacanza in più e sono riuscita a buttare giù il capitolo prima del previsto.

Buona lettura, membri del FANDOM di Kylar&Samantha

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Derek

- Cosa le hai detto, idiota? - Guardai seccato il nulla davanti a me, mentre mangiavo dei cereali comprati dal pazzo che aveva chiamato mentre dormivo quella mattina e che aveva EVIDENTEMENTE traumatizzato la mia ragazza.

Il messaggio in cui supponeva io fossi rude era un indizio, ma dovevo accertarmene, in modo da poter riflettere con calma sul tipo di morte da infliggergli.

Lenta e dolorosa, o rapida ed indolore?
Impiccagione? Mutilazione sequenziale? Osso del collo spezzato?
CASTRAZIONE?

Okay, l'ultima non era una morte, ma per lui equivaleva ad una condanna simile... Solo sadicamente più divertente per me.

Roy rise, cazzeggiando come al solito sul computer. Se l'avessero beccato al telefono sul posto di lavoro, l'avrebbero licenziato. - Nulla di grave. -

Mugugnai qualcosa, mandando giù il boccone. - Certo. "Nulla" vuol dire aver bloccato la sua cresciuta, lo sai? -

Rise ancora.

Ma che diavolo aveva?! Come riusciva a ridere così tanto?!

Era felice. Beato lui!

- Senti... Se lo chiedo a te me lo dici? - Sussurrò, circospetto, probabilmente per non farsi sentire da qualcuno nelle vicinanze.

Aggrottai le sopracciglia e mi preparai mentalmente al peggio. - Cosa... -

- Te la sei portata a letto? Sei come Christian Gray e scopi forte? - Sembrava... In brodo di giuggiole per questa cosa.

A parte essermi congelato all'istante sulla sedia della cucina, sentii che uno strano calore partiva dalla punta delle dita dei piedi, risalendo fino a quella delle orecchie, facendomi sentire una sorta di torcia umana ambulante.

Che.Diavolo.Le.Aveva.Chiesto.

Chiusi gli occhi ed inspirai profondamente, contando fino a venti e poi buttai fuori l'aria trattenuta, con un unico getto esasperato. - Io ti ammazzo, lo giuro. - Ringhiai.

- Mettiti in coda, ragazzone. Prima ci sono io. - Sam fece il suo ingresso in cucina, proprio in quel momento e io rimasi un attimo ad ammirare il suo culetto tondo, fasciato da un paio di jeans chiari che non le avevo mai visto addosso.

In effetti, se ci pensavo, prima di trovarli avevo dovuto mettere a soqquadro almeno tre cassetti del suo armadio in California. Non erano nuovi, ma lo sembravano e la targhetta di metallo pinzata alla tasca posteriore riportava il marchio di D&G.

Un regalo di Cole, quasi sicuramente. Ecco perché non li metteva: erano griffati.

Sembravano una seconda pelle tanto erano aderenti e, di certo, non mi aiutavano, dato che l'immaginazione poteva lavorare ben poco. Con quelli vedevo tutto e molto bene...

Dall'altra parte della linea Roy la stava scimmiottando: - Ragazzone? Ragazzone? Rag... -

- Roy!!! - Urlai, attirando l'attenzione della rossa, che mi lanciò un'occhiata perplessa. - Dacci un taglio, o ti ammazzo davvero. -

- Sono anni che mi minacci, ma non mantieni mai la promessa. - Se la giocò sulla mia pazienza, che in quel momento era prossima al limite.

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