Capitolo 27

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"Come ci gestiamo per la spesa, il pranzo, la cena e eccetera?" Domandai. "Io direi di andarci subito a fare la spesa, così ci togliamo il pensiero. Anche perché penso che non ci sia nulla da mangiare." Propose Iman, sedendosi sulle gambe di Valerio. "Sì, sono d'accordo." Aggiunse Elisa. "Allora. Non possiamo andarci tutti perché qualcuno deve rimanere qui a sistemare." Dissi.
"Sì, ma non possiamo mandarli da soli questi tre che chissà con cosa si presentano." Rispose Elisa e scoppiammo a ridere tutte e tre. "Facciamo prima ad andarci tutti." disse Giorgio, capitan ovvio.
E così facemmo, non trovando altra soluzione.

"I cereali Nesquick sono assolutamente da prendere!" Esclamai mentre giravamo il supermercato. "Le birre sono indispensabili!" Aggiunse Valerio.
"Raga, per favore ragionate con la testa non con il culo una volta tanto. Pensiamo alle cose serie da comprare. Non andrete avanti per una settimana con cereali e birra." Ci rimproverò Elisa. Io e Valerio alzammo gli occhi al cielo all'unisono.
"Te li compro io i cereali se ti comporti bene." Disse Giorgio, con un sorriso beffardo. "Guarda che ci conto!" gli puntai il dito contro chiudendo gli occhi a fessura.
Alla fine non si capiva nulla, non riuscivamo a metterci d'accordo su cosa comprare. Iman e Valerio finirono per litigare per una stronzata, Elisa faceva da mammina a tutti, io e Giorgio bisticciavamo come bambini e Giulio faceva avanti e indietro con il carrello come un bambino.
"Basta siete insopportabili. Ed è stata una pessima idea venire tutti insieme." Sentenziò Iman. "Ovvio, è stata un'idea di Giorgio." Sbuffai alzando gli occhi al cielo. "Io l'avevo detto che qualcuno doveva rimanere a casa a sistemare." Aggiunsi.
"Perché non ci sei rimasta tu a casa, signorina so tutto io? Huh?" Sputò Giorgio al limite dell'esasperazione.
"Ecco ci risiamo." Sbuffò Giulio passandosi una mano tra i capelli.
"Okay. Io me ne vado." Sbottò Elisa.
"Dai oh. Non siamo dei ragazzini. Facciamo sta cazzo di spesa e andiamo." Disse Giulio. "Cosa ci serve?" Chiese.
"Pasta, pane, latte, uova, carne, yogurt.. Dai non è difficile. Su." esclamò iman. "Birre." Puntualizzò Valerio e scoppiammo tutti a ridere.
Cercando di smettere di discutere in un'ora terminammo la spesa tornando a casa per l'ora di pranzo.
I ragazzi iniziarono a montare la playstation appena arrivati, senza nemmeno darci una mano in cucina o a sistemare la spesa.
"Ragazzi potete pensare dopo ai vostri giochini e venire invece a dare una mano ad apparecchiare almeno? Grazie." Urlai dalla cucina mentre mettevo l'acqua per la pasta. "Valerio alza il tuo culo pigro e muoviti!" Ordinò Iman, sistemando le cose in frigo. "Ma perché sempre io?" Piagnucolò lui lanciando il joistick sul divano. "Dai vale non fare storie. Inizia a mettere i piatti." Lo sfottevano Giulio e Giorgio ridacchiando. "Dato che avete tanta voglia di ridere. Perché non iniziate a pulire i gamberi e a fare la salsa rosa per il cocktail? Su, su!" Li incoraggiai porgendo a Giulio la ciotola con i gamberi e a Giorgio la ciotola con il ketchup e la maionese.
"Metto un po' di musica!" Propose Elisa. "Collega il telefono di qualcuno alle mie casse, sono in camera." Le disse Vale. "Okay, collego il mio" gli urlò lei in risposta salendo le scale.
Tornò giù in un baleno.
"Metti la riproduzione casuale per la prima così non si litiga per quale canzone scegliere." Le dissi. E così fece. Quando la canzone partì, rimanemmo tutti in silenzio.
"Imbarazzante" canticchio Giorgio, beccandosi l'ennesima gomitata della giornata da parte mia. Valerio uscì dalla stanza sbattendo la porta della cucina. "Vuoi togliere quella cazzo di canzone!" Strillò Iman guardando Elisa con gli occhi lucidi, uscendo anche lei dalla cucina.
"Era meglio se prendevamo il mio." Borbottò Giorgio. "Zitto!" Bisbigliai colpendogli il braccio.
"Cazzo Eli ma potevi stare più attenta!" La rimproverò Giulio passandosi una mano tra i capelli. "Giù, ho messo la riproduzione casuale. Chi cavolo se l'aspettava che usciva fuori sto putiferio. Manco mi ricordavo di avercela quella dannata canzone" Si giustificò Elisa.
Sapevamo tutti che Valerio aveva scritto la canzone dedicandola alla sua ex ragazza, la quale era spesso motivo delle loro discussioni. Iman non riusciva a lasciarsi andare con lui perché sentiva ancora la presenza dell'ex nel cuore di Valerio, e di certo quella canzone non aiutava.
"Continuiamo a preparare noi il pranzo, se ci lasciamo sopraffare dai drammi non mangiamo più!" Esclamai. Elisa mise un'altra canzone e ricomiammo a fare ciò che stavamo facendo.
Finalmente era tutto pronto. Prendemmo posto a tavola e pochi minuti dopo la coppietta entrò mano nella mano, come se non fosse successo nulla. "Guarda, guarda chi si rivede!" Esclamò Giulio. "Secondo me sono andati a pomiciare con la scusa della lite per non preparare il pranzo!" Li accusò Giorgio ridendo. "Dai mangia! Idiota!" Lo rimproverai.

*
"Mm.." Mi lamentai, non riuscendo a muovermi. Il braccio di Giulio mi avvolgeva la vita, la sua testa era poggiata sulla mia spalla e le gambe intrecciate alle mie. Presi il telefono dal comodino e guardai l'ora, segnava le 17:23. Che qualcuno mi spieghi perché io e Giulio finiamo sempre per addormentarci quando ci stendiamo da qualche parte per pararlare o per guardare un film.
Tolsi il braccio di Giulio e mi alzai lentamente cercando di non svegliarlo. Chiusi la porta alle mie spalle e scesi in cucina. A quanto pare non eravamo gli unici dormiglioni in casa: Giorgio dormiva sul divano con la bocca leggermente aperta.
Ancora non riuscivo a credere alle parole che Valerio aveva detto in macchina, speravo con tutta me stessa che l'avesse detto tanto per dire. L'ultima cosa che volevo era che scoppiasse un casino a causa mia.
"Preparami un caffè.." La voce roca di Giorgio interruppe i miei pensieri. "Ti sembro la tua cameriera?!" Lo guardai sbigottita. "No. Mi sembri una brava bambina che fa ciò che le si chiede di fare." disse dandomi un bacio umido sulla spalla scoperta per via della canotta che indossavo.
"Beh non sono nessuna delle due cose. Il caffè te lo prepari da solo fin quando non impari a chiedere per favore." affermai andandomi a sedere sul divano. "Allora non lo bevo il caffè." Si sedette di fianco a me. "Affari tuoi allora." dissi accendendo la tv.
"Che succede qui?" domandò Elisa sbadigliando e sedendosi di fianco a me. "Niente, Giorgio crede di avere la cameriera personale." Dissi con noncuranza. Giorgio avvolse un braccio intorno alle mie spalle stringendomi a sé baciandomi la tempia. "Lo sai che ti voglio bene, vero?" mi sussurrò all'orecchio in modo che solo io potessi sentirlo. Annuii accoccolandomi a lui, guardando la tv.

Io verrò a salvarti, non andartene. •LowLow•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora