LUCIO PDV
"Signorino Lucio...? "
Delle nocce delicate e dolci di una ragazza stavano bussando alla mia porta da quasi 20 minuti, ma non volevo muovermi. non volevo sciogliere quel contatto. Tenevo la testa di Sia vicino al volto inebriandomi del suo dolce odore di cioccolato, sentivo le sue braccia attorno al corpo, il suo petto muoversi e il suo respiro riscaldarmi i petto. Eravamo nascosti sotto le coperte, e stranamente quella mattina faceva più freddo del solito.
"Signorino Lucio posso entrare?"
Io: Si ma non fare rumore.
La porta si aprì piano facendo quel fastidioso rumore che mi fece coprire le orecchie di Sia per non farla svegliare. La ragazza dai capelli rossi entrò in stanza con un sorriso timido ma sicuro. Era nuova.
"Buon Giorno Signorino Lucio, io sono Delia e sono al suo servizio tutta la giornata. Per iniziare la giornata preferisce un bagno caldo o la colazione?"
Lucio: Delia chiamami Lucio ti prego. Per adesso non ho bisogno di nulla, nel caso, ti farò un fischio.
"Bene..Lucio. Per qualsiasi richiesta basta "fare un fischio".
La ragazza uscì dalla stanza e chiuse la porta con delicatezza. Sentivo che non si era allontanata tanto, e che continuava a passare e spassare avanti alla porta della mia stanza aspettando che io la chiamassi per farle fare qualche cosa. Era una della razza "bebè", coloro che erano stati trasformati da meno di un secolo. Sciolsi l abbraggio di Sia e entrai in bagno, rirmpii la vasca e spofondai in quell acqua calda lasciando che il corpo si rilassasse. Quella era una mattina molto fredda, e i vetri delle finestre erano tutti appannati. Sentii il delicato rumore delle lenzuola scivolare dal letto e cadere sul pavimento. Dopo pochi secondi vidi Sia entrare in bagno con quel cappuccio ,con le orecchie, che le copriva la testa e le coperte attorcigliate al corpo.
Sia: Cos'è questo freddo?
Io: Non so.
Sia: è normale?
Io: Non lo so.
Mi stava fissando con occhi assonnati e stanchi. Il suo sorriso divenne sempre più largo fino a mostrare tutti i denti. corse in stanza lasciandi la porta del bagno aperta e emise un gridoli acuto, sentivo il suo respiro più profondo e forte e i piedi sbattere contro il pavimento. Uscii dalla vasca e corsi in stanza.
Io: Cosa c'è??
Sia si spostò facendo in modo che i potessi vedere il bianco che copriva l intero giardino degli inferi. I rami degli alberi erano congelati e luccicavano sott ai pochi raggi di quel sole che illuminava il giardino. I fiocchi di neve cadevano lenti al suolo e i demoni Bebè stavano già costruendo assurdi pupazzi bianchi.
Sia: La neve.
Sorrisi, ma un forte dolore alla schiena mi costrinse a ghignare in silenzio.
Io: ...Mark
MARK PDV
Non avevo chiuso occhio. Il ricordo di Renè, dei suoi occhi, le sue lacrime. Come avevo potuto? non era colpa mia, e quest lo sapevo, ma dovevo mantenere la calma, e non lo avevo fatto e volevo morderla. E se non mi fossi fermato più? Non volevo pensarci. Scesi dal letto e feci una doccia veloce. Quella mattina l aria era più fredda e il vetro della finestra si era completamente appannato. Infilai il pantalone di una tuta grigia e una maglia nera, misi la felpa e le scarpette e mi avvicinai alla finestra passando la mano coperta dalla manica per non sentire freddo, anche se il freddo che sentivamo noi era molto minore rispetto al freddo che sentiva un umano. L erba era completamente sparita sott quella soffice neve bianca che continuav a cadere a piccoli fiocchi sul suolo ricopredo gli ultimi punti ancora verdi del grande giardino degli inferi. Il lago delle anime perdute era ghiacciato e i rami degli alberi erano ricoperti di bianco. Avevo sentito parlare della storia della neve negli inferi, ma in nove anni non l avevo mai vista. I miei occhi scrutarono tutto il giardino fino a posarsi su dei lunghi capelli biondi.
Io: Renè.
Infili il cappello, chiusi la felpa e uscii dalla stanza pronta a chiederle perdono per quelo che avevo fatto.
Io: Buon Giorno Padre.
Geremia e Papà mi guardarono con furia e dopo un po con tenerezza.
Stefan: Figliolo devi venire con noi.
Io: Oh non posso c'è la neve e...
Geremia: Lo ha detto Lucifero.
Mi zittirono, o meglio io smisi di parlare. Lo sapevano. Li seguii fino alla sala padronale senza fare troppe storie. La sala era buia, e una fioca luce illuminava il volto del nonno seduto sul trono con gli occhi rossi come il fuoco e le corna visibili. Quello non era il nonno...Quello era Lucifero.
Lucifero: Mark ti stavo aspettando.
Io: Lo so...Lucifero.
I suoi occhi entrarono nei miei inchiodandomi e costringendomi ad abbassare la testa al suolo.
Lucifero: Sei un ragazzo astuto ed intelligente lo sai, ma certe volte proprio non capisco cosa ti passa per la testa.
Restai in silenzio, era l unica cosa da fare. Forse non mi avrebbe fatto niente, nel peggiore dei casi, speravo di cavarmela con una sgridata assurda.
Lucifero: Come hai potuto, anche solo pensare di mordere quella ragazza? Perdere il controllo in quel modo così assurdo.
Era sceso dal trono, stava venendo verso di me. Ecco ero pronto. Le sue mani mi afferrarono i capelli costringendomi a guardarlo negli occhi.
Lucifero: Tu sei di sangue reale non dimenticarlo mai.
Dopo pochi secondi un dolore lancinante alla schiena mi fece urlare. Mi accasciai al suolo cercando di estrarre quel pugnale benedetto da dietro la schiena, ma era inutile. Il dolore era sempre più intenso e le forze mi stavano abbandonando. Cosa voleva fare? Sorchiusi gli occhi e emisi un respiro profondo e disperato.
Io: ...Lucio...
Lucio: Mark!!!!!
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La Prescelta- L'impero dei due Re
VampireSono passati 9 anni dall'incoronazione di Kira come nuova regina e di Stefan e Geremia come nuovi Re degli Inferi. Quelli che prima erano Bambini adesso sono adulti e frequentano la scuola superiore della Florida. Manca solo un'anno alla loro incoro...