Capitolo 4

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Lisa non è tornata da ieri sera e ormai mi sono arresa nel tentativo di prendere sonno.
Dopo essermi preparata una tazza di tè caldo alle sei della domenica mattina sono tornata in camera, seduta alla mia scrivania a scrivere.
Cos' altro posso fare?
L' unica cosa che puó aiutarmi a esprimere come mi sento è la scrittura.
Quello della scorsa notte è uno dei tanti incubi che mi tormenta da anni e non posso fare niente per cancellarlo.
La penna lascia macchie nere sulla pagina e mentalmente rileggo queste poche righe:

"Caro diario,
viviamo nell' oscurità, ma la luce c'è sempre accanto a noi.
Le ombre sono il gioco più bello della vita.
Si possono interpretare come si vuole, si possono improvvisare, ma il significato non cambia.
Le ombre lasciano spazio alla fantasia, ma con gli anni, più si cresce ognuno le comprende differentemente dagli altri.
La nostra ombra ci segue, sarà sempre con noi ovunque andremo, ovunque saremo.
Alla nostra ombra non importano gli errori che facciamo, non le importa dei nostri difetti: a qualsiasi costo sarà sempre con ognuno di noi."

Nessuna lacrima. Niente di niente.
Solo pensieri che si accumolano nella mia mente e che poi si trasformeranno o in magnifici sogni o, molto più probabilmente, in incubi.
Chiudo gli occhi e sospiro.
Vorrei solo sapere la verità su di me, perchè so che mia madre e mio padre non sono le persone con cui ho vissuto fino a una settimana fa.
Non lo sono mai stati, ho sempre pensato di essere stata adottata.
A pensarci bene non ricordo più niente prima dei 7 o 8 anni...questo è sempre stato il mio più grande dubbio, ma sono solo una ragazzina, cosa ne so io della realtà della vita.
Le ultime parole prima di lasciare casa, hanno fatto malissimo, ma non mi è importato quanto temevo.
A distogliermi dalle mie riflessioni è la porta della stanza che viene aperta con un cigolio e poi viene chiusa.
Lizzy avrebbe bussato, ne sono certa al cento per cento, quindi significa che non è lei.
Non ho paura e solo la curiosità che viene dal profondo del mio cuore mi permette di voltarmi e vedere un viso pallido illuminato dalla luce del sole appena sorto che filtra nella stanza, con i capelli ramati che lo coprono e lo sguardo fisso a terra.
Il suo corpo perfetto è coperto da una maglietta nera e dei jeans neri anch'essi, come l' altra sera quando l'ho visto per la prima volta.
Ma solo ora mi accorgo della sua bellezza e della delicatezza che esprime.
"Hey" la sua voce profonda si diffonde nella stanza fino ad arrivare a me.
"Ciao" ricambio il saluto e mi alzo dalla sedia per andargli incontro.
Tutto questo non ha senso.
La mia vita non ha mai avuto senso, ma ora sembra più chiaro: ero destinata ad un percorso senza fine, senza punti luce che mi sarebbero stati d' aiuto.

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