Capitolo 8

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"Scusa, so che la domanda puó sembrare impertinente, ma...quanti anni hai?"
Mentre siamo in macchina la curiosità mi divora pur di ricevere una risposta a questa semplice domanda.
È impossibile che Edward frequentando i miei stessi corsi sappia già guidare.
È troppo giovane, anche se devo ammettere che non voglio trarre conclusioni affrettate sul suo conto.
"Tranquilla Alis, anzi mi ha fatto piacere che te ne sei accorta.
Ti spiego tutto dopo" e con questa frase lascia in sospeso la risposta che attendo da più di mezz'ora.
Edward è decisamente il ragazzo che ha affollato la mia mente con più domande rispetto a tutte le persone che abbia mia conosciuto.

Il paesaggio fuori dal finestrino non mi pare di averlo mai visto, peró si puó scorgere il mare e si sentono anche le onde che s' infrangono sugli scogli.
"Dove siamo?" domando rivolgendogli il mio sguardo incuriosito e sospettoso.
"Ti sto portando in riva al mare, se è questo che ti tormenta, ma non preoccuparti" mi sorride prima di riportare la sua attenzione sulla strada.
Dopo un' altra mezz'ora Edward mi avverte di essere arrivati a destinazione prima di fermare la macchina.
Scendo dal lato del passeggero e quello che vedo mi lascia senza fiato.
"Casa mia" commenta "o meglio, è un luogo dove vengo quando mi serve di trovare la pace in me stesso" sorride e si mette al mio fianco.
"Wow" è tutto ció che riesco a dire osservando la piccola casetta di legno illuminata dalla luce tenue e mattutina del sole.
Intorno ci sono delle piante tipiche del luogo e alle nostre spalle le onde del mare s'infrangono sulla costa.
Sembra un sogno e sinceramente temo davvero che possa svegliarmi da un momento all' altro.
Mentre percorriamo il breve sentiero di ghiaia, Edward mi cinge la vita con un braccio e io sorrido per quel semplice gesto.

Entriamo nell' abitacolo ampio e luminoso.
I mobili di legno s'intonano perfettamente con le pareti bianche e con l' arredo di color beige.
Fra due giorni potró dire di essere stata in paradiso, di averci trascorso istanti bellissimi e di essermi dimenticata il passato.
Quello splendido ragazzo mi distoglie dai miei pensieri bussando alla porta della stanza che mi ha imprestato.
"Scendi in soggiorno" commenta e non mi da il tempo di raggiungerlo che è già seduto sul divano ad attendermi.
Mi siedo accanto a lui con la speranza che possa rispondere alle mie infinite domande, ma prima che possa aprire bocca mi poggia un dito sulle labbra.
"Parlo io e poi tu fai le domande" inizia il suo racconto in modo concentrato e con una voce calda e melodiosa.

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