Capitolo 16

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DICEMBRE
Quando apro gli occhi mi ricordo di essere rimasta con Lisa a dormire da Edward e Jacob.
Dormono ancora tutti per via della notte passata a ridere e a scherzare.
Ieri sera abbiamo guardato un horror che mi ha terrorizzata e, ovviamente, Lisa rideva alle mie reazioni eccessive, ma Edward riusciva a tranquillizzarmi.
Mi alzo dal letto senza svegliare nessuno e mi affaccio alla grande finestra che si affaccia sul giardino principale.
Nevica e fa abbastanza freddo dato che è Dicembre, ma il riscaldamento ci tiene al caldo in questa casa enorme.
Decido di scendere a preparare la colazione, perchè sono sicura che tra poco i miei amici si sveglieranno.
Non m'importa del mio aspetto, anche perchè la mia amica è messa peggio di me, quindi vado direttamente in cucina e apparecchio per quattro.
Nello scendere le scale ho visto una porta che non mi aveva mai incuriosito come ora.
A pensarci bene non ci avevo mai fatto caso e poi si trova lontana dalle altre stanze, dove solo un occhio attento potrebbe scorgerla, ma a me non sfugge niente.
Dopo aver preparato la cioccolata calda per tutti, ed averla coperta per far si che non si raffreddi, raggiungo la porta misteriosa.
È bianca, di legno e incisa con dei motivi floreali alla base, forse come decorazione.
È così diversa dalle altre: tutte nere tranne quella della cucina che è di vetro.
E poi questa ha la serratura per la chiave, mentre le altre no.
Mi chiedo cosa ci sia dietro di questa.
Se sia una stanza, o un luogo senza fine, oppure un assaggio del paradiso.
Non saprei, ma una cosa è certa: mi sto facendo troppe paranoie.
Appoggio una mano sulla porta, calda e massiccia, poi sulla maniglia che è fredda a contatto con la mia pelle.
Cosa mi nasconde Edward di così strano da custodirlo in questo lato nascosto della casa?
C'è qualcosa di cui non sono a conoscenza e che dovrei sapere?
Troppe domande e nessuna risposta, ecco il punto.
Quando finalmente mi decido ad entrare la sua voce m'immobilizza.
"Che stai facendo?!" domanda e trattiene a fatica la rabbia che gli ribolle dentro.
Mi giro verso di lui per scusarmi, ma quando lo guardo rimango paralizzata da ció che la sua rabbia lo porta ad essere.

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