Capitolo 20

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Le strade sono innevate e, dato che finalmente guadagno abbastanza da permettermelo, prendo un taxi per andare in centro.
Stare un po' all' aria aperta mi farebbe davvero bene, anche se fa freddo, peró non me ne faccio un problema.
È pomeriggio e i negozi sono abbastanza affollati.
Mentre guardo le vetrine decido di regalare un libro a Lisa; lei adora leggere, come me, anche se abbiamo dei gusti molto differenti.
Dopo aver preso un regalo anche a Jacob, penso a Edward.
Non ho la più pallida idea di cosa fargli, peró dev'essere speciale.
Qualcosa di unico, ma semplice e che rispecchi il suo gusto.
Ripenso alla sua camera, agli oggetti che porta sempre con se, quando mi ricordo di aver visto un diario nero, di pelle, nella sua cartella.
Ogni tanto l'ho sorpreso a scrivere, ma non mi ha mai detto cosa di preciso.
"Cosa scrivi?" gli avevo domandato prima che nascondesse quelle pagine macchiate dall' inchiostro nero.
"Niente che ti possa preoccupare" mi rispose prima di posare un delicato bacio sulle mie labbra.
Perfetto, penso, e comperato anche un regalo per lui, mi avvio per la strada che conduce a casa sua.
È poco distante da qua e, poi, una passeggiata nel bosco non puó guastare la giornata.
Mentre cammino ripenso ai momenti trascorsi con lui, alle nostre rivelazioni e all' amore reciproco che ci ha travolti.
È successo tutto così in fretta che niente ha potuto fermarci per pensare a cosa ci avrebbe portato questa storia.
Adesso siamo qui, uno imbronciato con l' altra, che camminiamo su un filo teso; un filo teso che potrà spezzarsi se lo tiriamo troppo forte, che potrà annodarsi se lo coinvolgeremo in un rapporto incasinato o che potrà rimanere così com' è se continueremo a stare insieme, come abbiamo fatto fino a tre giorni fa.

Quando arrivo davanti a casa sua, la sua macchina è parcheggiata al solito posto e le luci delle varie stanze sono accese.
Il vialetto di sassolini è illuminato dalla luce emanata dalla piccola lampadina sopra la porta d' entrata.
Lo percorro con calma e, senza bussare perchè so che non mi aprirebbe, entro in quel posto perfetto.
È tutto come l' ultima volta che sono stata qua, solo che la misteriosa porta ha qualcosa di strano, ma che non riesco a identificare.
"Alice?" domanda mentre scende le scale e si avvicina a me.
Per abitudine tolgo le scarpe e la giacca pesante, appoggio lo zaino accanto all' entrata e lo guardo.
"Ciao" sorrido un po' imbarazzata.
"Immagino che vorrai delle spiegazioni" sospira e quello sguardo tormentato si fissa sul pavimento.
"Esatto, sempre se tu vorrai parlarne, e devo dirti una cosa" commento un po' incerta.
"Vieni" allunga una mano verso di me e io la prendo senza rifletterci su troppo.
Mi conduce davanti alla strana porta che porta a una stanza con chissà cosa all' interno.
Apre la porta e mi permette di entrare all' interno.

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