Capitolo 12

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"Raccontami tutto" esclama Lisa enfatizzando l' ultima parola.
"Va bene" sospiro.
Ma chi me l' ha fatto fare?
Una settimana fa non feci in tempo ad entrare in camera che la mia amica era lì, in piedi, ad aspettarmi, e una volta varcata la soglia si mise a scrutare prima Edward, poi me.
Per fortuna si è trattenuta per tutti i sette giorni dal farmi mille domande davanti a tutti, anche se so che è stato molto difficile per lei.
E adesso mi ritrovo qui, seduta al McDonald a trascorrere il sabato sera con lei.
Lisa: la ragazza che mi ha accolto a braccia aperte, che mi ha sorriso senza conoscermi e una delle persone più importanti che faranno parte della mia vita.
Mentre le racconto cosa è successo tra me ed Edward, omettendo i dettagli sul fatto che lui è un angelo, lei sorride e trattiene a fatica l' entusiasmo.
"Finalmente potremo organizzare uscite a quattro! Io, te, Jacob ed Edward" esclama entusiasta prima di prendere un sorso dal suo frappè alla fragola.
"Già, sono contenta di avere Edward e te nella mia vita" sorrido e continuiamo a parlare per almeno due ore.

**Non so perchè sto correndo, ma i miei piedi non si fermano e, poi, la sabbia è molto piacevole a contatto con la mia pelle.
"Fermati" una voce neutra e delicata, di una bambina che mi compare a qualche metro di distanza, mi aiuta a fermarmi.
Devo averla giá vista, ma non ricordo dove di preciso; mi avvicino cauta e quando vedo meglio il suo volto, sobbalzo.
Vedo il passato che doveva avere questa bambina e vedo il passato che ha vissuto realmente.
Sono io, all' età di sei anni, quando tutto era perfetto e niente poteva abbattermi.
Le immagini diventano più nitide quando la bambina viene strappata dalle braccia di suo padre, che poi non rivedrà mai più, e se ne va, in lacrime, con quella donna che si ritiene sua madre.
Lui la chiama, ma la voce si fa lontana, sempre di più...**

Mi sveglio e vedo la mia amica seduta accanto a me, preoccupata.
"Alice, stai bene?"
"Si, non è niente, torna a dormire" borbotto.
"Okay..." sospira insicura e molto assonnata "se hai bisogno chiamami" e detto questo torna nel suo letto per riprendere sonno.
Non ha mai insistito a farsi raccontare i miei incubi o a impicciarsi troppo nella mia vita privata.
Quando sono sicura che Lisa si è addormentata, mi alzo e vado nella sala comune perchè non riesco più a stare sdraiata a guardare il soffitto.
Sono solo le sei di domenica mattina, la stanza è vuota e non che me ne importi qualcosa, e decido di prepararmi una tazza di caffè.
Sono stanca di passare notti insonni per colpa di mia madre che rovina i miei sogni.
I miei pensieri si dirottano da un' altra parte quando mi ricordo della scatola con i ricordi di mio papà, che avevo nascosto da mia madre, e che avevo messo in valigia prima di partire da quella schifosa città.
Oggi mi dedicheró a quella ricerca dato che adesso è troppo presto e non voglio risvegliare preoccupata Lizzy.

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