CAPITOLO 3

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La sveglia suona e mi costringe ad alzarmi.Oggi inizierò l'Università, ho già in mente che corsi seguire, sicuramente letteratura italiana. Ho sempre sognato di diventare una professoressa d'italiano e poi la letteratura mi appassiona da quando ero piccola.

Mi alzo e vado a prepararmi un caffè, non amo molto il caffè ma in giornate come queste ci vuole.

Mi lavo i denti e cerco di sistemarmi questi capelli, sembro una pazza ma non ho tempo di usare la piastra. Vado al mio armadio e decido di indossare una maglietta a mezze maniche della Hollister bianca con lo stemma rosso, un jeans e le converse nere.

Dopo essermi spruzzata un po di profumo mi dirigo verso l'ascensore e quando arrivo al piano terra c'è Alys che mi aspetta, ieri nella fretta non sono nemmeno riuscita a darle il mio numero di telefono ma sicuramente avrà provveduto Carol.

Dopo 15 minuti di macchina arriviamo davanti alla mia amata Università, è ancora più bella di qualche giorno fa, forse perché è piena di studenti. Vedo tanti ragazzi con le magliette che hanno lo stemma dell'Università 'UM'.

Io ed Alys rimaniamo minuti incantate a guardarla...
-'La vita da universitarie ci aspetta!' Mi dice guardandomi entusiasta.

-'Già.' Le dico sorridendo.

Io ad Alys abbiamo solo tre lezioni insieme, quella di letteratura italiana, di letteratura inglese e quella di algebra. La prima è algebra e ne sono contenta, non che mi piaccia ma almeno starò con Alys.

Alys mi prende la mano ed entrambe ci dirigiamo verso la nostra classe. Ovviamente ci sediamo vicino, adesso che si sono tutti seduti riesco a vedere meglio la mia futura classe di algebra.

Il professore si presenta e devo dire che sembra un tipo simpatico. Ci informa di alcune regole scolastiche, e dei soliti avvertimenti noiosi.

La campanella suona e la prossima materia è storia, Alys ed io questa volta non siamo insieme.

Decido di dirigermi verso il corridoio  per cercare la classe di storia.

Proprio mentre sto camminando una bionda ossigenata mi viene addosso.

-'Stai attenta stronza.' Mi dice con aria insolente. Chi si crede di essere, conosco troppo bene i tipi come lei, sono le solite troiette della scuola che si vantano  dei loro soldi e di quanto siano ammirate.

Prendo coraggio e le dico:
-'Barbie, sei tu che mi sei venuta addosso quindi evita di scaldarti.' E le mando un falso sorriso.

Lei mi guarda come se avessi fatto un peccato mortale.

-'Avrò sicuramente sentito male perciò chiedimi scusa.'Mi dice. Giuro vorrei tanto staccarle la testa ma non posso fare queste figure il primo giorno di scuola.

Perciò decido di evitare questioni e me ne vado.

Prima però le mostro un altro dei miei sorrisi più falsi, proprio a dirle 'crepa'.

-'Brava matricola.' Mi dice. Da questa sua affermazione e dal fatto che molte persone sembrano sbavarle dietro riesco a capire che è più grande di me.Si chiama Alannah, lo so perché le le sue 'amiche' anzi oche continuavano a dire 'Oh Alannah, che borsa fantastica', 'Oh Alannah che capelli morbidi'. Sto per vomitare.

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