-Prima parte- Capitolo 1 : Apatia

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Jade sbuffò, fissando delle piccole gocce di pioggia rigare il vetro della finestra dietro di lei. Era a scuola e come spesso accadeva era annoiata, la spiegazione del professore non le sembrava molto allettante e le importava poco di ascoltare. Tutto le sembrava più interessante di quello, perfino le gocce di pioggia.
Distolse per un attimo gli occhi dalla finestra e diede un rapido sguardo al resto della classe, osservando gli alunni intorno a lei, presenti quel giorno, tutti a fissare il professore che spiegava, tutti super diligenti. Ma a Jade poco importava degli altri, che ai suoi occhi apparivano solo terribilmente scontati, così noiosi, così rivoltanti. Sotto il suo sguardo annoiato vide un unico banco vuoto presente in classe.
Chi era assente quel giorno? Non se lo ricordava, eppure erano più di sette giorni che quello stesso posto era vacante. Infondo, si disse, non le importava nemmeno di questo, uno in più uno in meno non faceva differenza per lei.
Sospiró ancora, demotivata e stanca di quelle giornate che ormai sembravano tutte uguali, dettate da una statica routine: Svegliarsi. Scuola. Casa. Compiti. Dormire. E poi di nuovo, sempre le stesse cose. Non che le importasse più di tanto di quella triste monotonia, non che le importasse più di tanto di qualunque cosa.
Poggiò la testa sul banco, mentre i lunghi capelli castani e sottili le scendevano ai lati del viso. La vita sembrava scivolarle addosso senza toccarla davvero, esattamente come il moto di quei ciuffi di capelli che le sfioravano le guance. Niente rapiva il suo interesse, nessuna emozione la colpiva particolarmente se non una profondissima e costante noia.
Non aveva amici, non che le importasse fare amicizia. Non trovando utilità nei legami, né alcuna gioia nel crearli, semplicemente non li ricercava. Le persone le sembravano terribilmente superficiali e fidarsi di loro era una follia. Le esperienze avute l'avevano aiutata a capire in parte il mondo e soprattutto il male di cui erano capaci gli altri. Sapeva cose che probabilmente una sedicenne non doveva sapere, cose che aveva appreso troppo in fretta spinta dalla sete di conoscenza. Quella stessa conoscenza che aveva pagato con il dolore.

Il suono della campanella che annunciava la fine della giornata, la distolse dai suoi pensieri. Mentre tutti gli altri si fermavano a chiaccherare, Jade afferrò il suo zaino e si avviò all'uscita, incurante degli sguardi dei suoi compagni di classe.
-Ma perchè è sempre da sola? È così strana...
-Secondo me è antipatica...
-È davvero inquietante sembra quasi un fantasma...
-Ma forse non sa parlare? O forse è muta?
-Ho sentito dire che non ha amici perchè è una brutta persona....
Dato che nessuno sapeva niente di lei, tendevano ad inventare cose per giustificare il suo comportamento schivo, ma non le importava particolarmente nemmeno di questo. Non aveva mai cercato di avvicinarsi a nessuno e nessuno aveva mai provato ad avvicinarsi a lei, quindi non si aspettava di certo di essere amata. La situazione le era del tutto indifferente poiché la ragazza apprezzava la solitudine, o almeno quella era sicuramente la condizione meno rischiosa in cui vivere.
Arrivó fino alla fermata dell'autobus e guardò di sfuggita lo schermo del telefono, per controllare l'ora. Tra poco sarebbe dovuto passare un pullman per portarla a casa, mettendo fine ad un'altra noiosa giornata scolastica. Avrebbe raggiunto nuovamente il suo solitario ma sicuro rifugio: la sua stanza.
Jade si accomodò sulla grande panchina grigia e un attimo una donna accanto a lei fece lo stesso. La ragazza si limitó ad ignorarla, continuando a fissare lo schermo del suo telefono.
Passó qualche minuto poi la donna inizió a canticchiare distrattamente un'allegra canzonetta, mentre Jade socchiudeva gli occhi, irritata. Se c'era una cosa che odiava più del prossimo, erano le persone irragionevolmente felici, non riusciva a spiegarsi come fosse possibile tanta gioia in un mondo tanto triste.
Intanto la donna continuava a cantare sta volta con più convinzione, addirittura alzandosi in piedi e accennando una sorta di felice balletto. Jade continuava ad ignorarla, nonostante la stranezza del gesto.
Vide avvicinarsi un passante con il suo cane, e lo osservó aspettandosi una reazione per quello strano scenario della donna-ballerina. La reazione però non arrivo, l'uomo non le rivolse neppure uno sguardo, non la vide nemmeno. Passó accanto a lei e a Jade molto tranquillamente, senza nessuna particolare espressione.
Quel gesto le diede da pensare, era certa che quel passante non avesse visto la donna, nonostante gli fosse passato davanti e ció era davvero molto strano.
La sua esuberante compagnia intanto continuava a sorridere e a canticchiare slensierata. È estremamente irritante. Pensò ancora Jade. Sentì qualcun altro arrivare alla fermata del bus e alzando lo sguardo vide due ragazzi, più o meno della sua stessa età, intenti a fumare. I tipi si sedettero a debita distanza da lei e continuarono a gustarsi la loro sigaretta tranquillamente, sotto lo sguardo scioccato di Jade. Cazzo possibile che non vediate una pazza davanti a voi che canta e balla?
Era una situazione assurda: una signora che cantava anzi ormai quasi urlava e si dimenava in uno strano balletto, era impossibile non notarla.
La donna sembró accorgersi dei due ragazzi e, sempre canticchiando, gli si avvicinó con un sorriso enorme, mentre loro continuavano ad ignorarla.
-Uhm, questo cappellino ti sta proprio male, piccolo!
Disse lei e in un momento gli tolse il berretto che finì subito a terra. Jade fissava la scena aspettando una reazione che nuovamente non arrivó: il ragazzo imprecò alla vista del suo cappello che cadeva e si abbassò per riprenderlo.
-Vento di merda.
Disse ancora mentre l'altro ragazzo ridacchiava, e anche la donna. Guardó la scena, cercando di realizzare cosa avesse appena visto, sbalordita da quello che era successo. Il suo sguardo si fissó così intensamente su di loro, che i due ragazzi se ne accorsero e si allontanarono, straniti da quelle attenzioni.
L'arrivo dell'autobus la riportó alla realtà e si rimise in piedi, contenta di poter andare a casa, lontano da quella inspiegabile scena appena vissuta. Vide la strana donna avvicinarsi all'autobus mentre cominciava la sua sosta, ma l'autista non la vide e per poco non la investì. Jade salì in fretta sul bus, sempre più scioccata, e si sedette nel primo posto libero che trovò. La gioiosa sconosciuta stava per fare lo stesso, ma il conducente le chiuse la porta in faccia.
-Hei, stavo entrando!
Urlò la donna. Lui la ignorò completamente come se lei non esistesse, poi ripartì, sotto lo sguardo sbigottito di Jade.

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