Capitolo 30 : Imbarazzo

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Il pallido volto di Josephin Nuive restava rivolto ad un punto indistinto nel vuoto, con l'espressione assente e distante di una persona sofferente e confusa. In quella gelida serata, Jade la guardava in silenzio provando a decifrare delle parole che stava ormai borbottando da qualche minuto.
-Siamo solo un effetto collaterale niente di più... siamo solo un effetto collaterale niente di più...
Quella frase cantilenante veniva di tanto in tanto ripetuta dalla donna dall'aspetto poco lucido, sembrava perdersi a tratti nella sua mente, come se mantenere un pensiero razionale troppo a lungo le risultasse difficile. Un comportamento simile poteva essere inusuale per una persona "normale", ma invece del tutto comprensibile per qualcuno che forse, intuì Jade, era ben consapevole di essere "particolare".
Lo sguardo un po' folle e sperduto di lei, così diverso da quello dell'uomo non-vivo che aveva incontrato poche ore prima, sottolineava una consapevolezza che a James mancava: Josephine sembrava sapere bene di essere morta.
-Come mai riesco a vederti?
Aveva chiesto la ragazza in un sussurro, mantenendo una certa distanza dalla figura di quella donna comparsa dal nulla nel buio della sera.
Quando lo sguardo sofferente di Josephine si fissò su di lei, Jade notò una certa inquietante ostilità velata in quegli occhi chiari, come se ci fosse qualcosa o qualcuno che la disturbasse, un'espressione irritata che stonava su quel viso giovane.
-Hai visto molti di Noi, Jade Gwels?
Quelle furono le sue parole. Lei annuì soltanto, rabbrividendo al sentire il suo nome pronunciato da quella che era in realtà una sconosciuta. Intuendo subito a chi facesse riferimento Josephine con quel "Noi", Jade si fece forza e ripetè la sua domanda.
-Perchè riesco a vedervi?
Vide quel bagliore di lucidità sparire nuovamente dai suoi occhi chiari e piano tornò quell'espressione distante sul volto di lei. Le sembrò di fissare una donna sospesa in aria, come se Josephine, sebbene apparentemente fosse lì, in realtà stesse fluttuando chissà dove osservando dall'alto il vuoto di un abisso sotto i suoi piedi, lontana e assente da quel mondo che ormai non le appeteneva.
-Non era previsto che morissimo, siamo solo un effetto collaterale niente di più...
Ripeté in sussurro, mentre i suoi occhi fissavano il nulla e Jade cominciò a pensare che quella conversazione non avrebbe portato a niente. Non poteva immaginare come si sentisse Josephine né cosa poteva aver scoperto da lasciarla così turbata e sconvolta, perché intuiva che le sue parole potessero avere un senso ma non era ancora capace di trovarne uno, per quanto si sforzasse.
-In che senso non era previsto?
Chiese ancora, provando ad aiutarla a spiegarsi e Josephine tornó a concentrarsi su di lei, fissandola a lungo in silenzio per poi dire:
-Hanno provato a prenderti con loro molto tempo fa, ma non ci sono riusciti... saresti stata una delle cavie, non un effetto collaterale, non era previsto...
Quegli strani vaneggiamenti la sorpresero, mentre l'inquietudine aumentava sempre di più rendendola molto confusa. Non riusciva ad afferrare i riferimenti della donna, ormai dubbiosa sulla veridicità delle sue parole caotiche. 
-I morti non puó vederli nessuno... le anime, quelle si, quelle non sono mortali...puoi vederle se sei capace di salvarle, se hai un legame con loro...
Stava dicendo ora con quella voce sottile che rendeva l'aria sempre più tesa.
-Una persona che uccide vedrà per sempre l'anima che ha privato della vita.. la vittima non la abbandonerà, anche se ha dimenticato la sua colpa resterà con lei per sempre...sei legato a chi ti da la vita così come sei legato a chi te la strappa via.
Disse in un sussurro alzando lo sguardo su Jade.
Furono quelle parole e lo strano modo in cui la stava guardando che fecero gelare il sangue alla ragazza, c'era qualcosa di sadico e folle in quel volto cereo, come se per ogni momento che passava con Josephine l'ansia salisse piano.
-Allora, Jade Gwels. Tu perchè mi vedi?
Disse infine, con l'espressione falsamente innocente di una bambina.
Jade non vacilló, certa com'era di non aver ucciso nessuno e sapendo che le persone defunte che aveva visto avevano già un assassino, quindi dei colpevoli. Intuì invece, dal modo minaccioso in cui Josephine la stava guardando, che la donna non fosse convinta della sua innocenza, poteva leggere negli occhi di lei la risposta che si aspettava di sentire ma che Jade non le avrebbe dato.
-Io non so' perchè ti vedo, ma non sono un'assassina.
Aveva detto subito, con tono fermo.
-È stato tuo fratello ad ucciderti, io non ti conoscevo nemmeno.
Il silenzio della sera fu invaso dal frastuono di una risata dalle sadiche note, proveniente da quella che un tempo era stata la trentenne di nome Josephine e che ora era invece solo un'anima sperduta.
-Lo credevo anch'io, lo credevano tutti. Però mio fratello... lui non poteva vedermi...
Disse la donna con un' espressione tetra sul volto.
-...tu.. tu invece si.
Si fissarono in silenzio, lo sguardo confuso di Jade contro quello acceso di rabbia di Josephine. La ragazza di certezze ormai non ne aveva molte, ma almeno di quello era sicura, non era mai stata un'assassina.
-Mi dispiace per quello che ti é successo, però posso assicurarti che ti sbagli. Saranno altre le motivazioni che mi permettono di verdervi, ma sicuramente non ho ucciso nessuno.
Dopo le accuse Jade ne ebbe abbastanza, quella situazione ormai le faceva girare la testa dalla confusione, si stava smarrendo così come stava facendo Josephine, dall'espressione nuovamente distante. Si avviò verso l'auto, stranita dai discorsi di quella donna sconvolta che desiderava soltanto non rivedere più.
-Sai cosa fa un'anima quando non può nè trovare la pace, nè crepare all'inferno?!
La voce di Josephine aveva richiamato la sua attenzione e si voltò a guardarla prima di salire sul veicolo. La donna la fissava intensamente con uno sguardo disperato e immobile dalle palpebre spalancate.
-... cerca vendetta.
In quell'inquietante frase c'era la promessa che quello non sarebbe stato il loro ultimo incontro, ma soprattutto, ormai per Jade era ben chiaro, che ciò che l'aspettava poteva essere anche peggiore di ciò che aveva vissuto fino a quel momento. Fu un attimo infinito di scambi di sguardi, poi Josephine sembró spegnersi di nuovo, come se le sue precedenti parole non provenissero da lei ma da lontano, e  Jade approfittó di quel momento per salire in fretta sul veicolo blu scuro.
-Siamo solo un effetto collaterale...niente di piú...niente di più...
Le sentì ripetere un'ultima volta quella cantilena, poi riuscì a convincere Elliot a far partire l'auto e si allontanarono da quell'anima oscura e tormentata.

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