Capitolo 5 : Adrenalina

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Erano forse le 2 del pomeriggio, Jade doveva essere alla fermata ad aspettare l'autobus e invece era ancora in classe in amabile compagnia: il tipo strano con i capelli castani chiari e 5 tizi, davvero poco amichevoli.
Era già una situazione scomoda, in più da alcuni minuti tutti si erano accorti della presenza di lei.
Sentì qualcuno imprecare poi:
-Hei, tu laggiù.
Disse probabilmente Jordan, che lei aveva capito essere un po' il capo tra tutti e 5. Effettivamente quei 4 sembrano davvero i suoi giocattolini. Pensò Jade, ricordando le parole del ragazzo castano e continuando a tenere lo sguardo sul libro.
-HEI, CI SENTI?! CHI CAZZO SEI?
Urlò ancora, sta volta abbastanza incazzato.
Jade solo a quel punto gli diede retta e appena alzò lo sguardo vide Jordan ridacchiare e fare un sorriso ai suoi compagni.
-Ahh, menomale è solo la muta.
Disse sollevato, mentre gli altri annuivano.
Muta? Pensò Jade. Credono che io sia muta? Non rivolgeva la parola a nessuno tranne ai professori durante le interrogazioni, ma loro probabilmente non lo sapevano.
Jade si rilassò un po', ma poi vide lo sguardo del ragazzo castano chiaro puntato su di lei: lui sapeva che non era affatto muta.
Jordan e i suoi intanto ripresero a fissare minacciosi il ragazzo e ad ignorare Jade.
-Bene, Jordan. Hai finito di fare il pagliaccio? Perchè io avrei da fare, invece che stare qui a perdere il mio tempo con te.
Disse il ragazzo sempre tranquillo, provando ancora ad avvicinarsi alla porta.
Fu questione di un secondo e Jordan gli aveva già tirato un violento pugno dritto nello stomaco.
Il ragazzo si piegò dal dolore e Jade sussultò.
Lo ammazzeranno, sono in 5. Pensò. Va beh, affari suoi. Non mi importa. Si disse subito dopo.
Quella scena le ricordava quando alle scuole medie delle ragazze più grandi l'avevano picchiata. Quella volta tutti i suoi compagni erano lì intorno a guardarla mentre le davano calci e pugni, mentre in 3 la riempivano di botte, mentre lei piangeva e gridava aiuto. Tutti erano lì a gridare "RISSA, RISSA" come degli automi, a ridacchiare, a bisbigliare. Tutti erano lì e nessuno la aiutava, nessuno.
Ricordava di aver gridato il nome della sua migliore amica e di aver incrociato il suo sguardo, un attimo prima che lei la ignorasse totalmente, lasciandola lì sola a farsi picchiare. Ricordava tutto.
Jordan si abbassò all'altezza dell'orecchio del ragazzo piegato in due dal pugno e gli disse qualcosa a voce più bassa, ma non abbastanza, perchè tutti poterono sentire cosa gli disse:
-Stai soffrendo Black? Del resto da un assassino e da una puttana non poteva non uscire una feccia come te..
Il ragazzo tranquillo e controllato di pochi istanti prima sparì del tutto. In un attimo, Jade lo vide lanciarsi contro Jordan con così tanta rabbia e impetuosità da travolgerlo e sbatterlo a terra.
Due dei "giocattolini" si fiondarono sul ragazzo castano che aveva iniziato a tempestare di pugni il loro "leader" e lo bloccarono nonostante lui cercasse, infuriato com'era, di liberarsi dalla loro presa.
Lentamente Jordan si rialzò da terra con il naso sanguinante a causa dei pugni e ancora più incazzato di prima, alzò lo sguardo minaccioso sul ragazzo castano. Jade sapeva cosa sarebbe successo, non era difficile immaginarlo. E così Leonard ti ha lasciato un biglietto in cui ti chiedeva di diventare la sua ragazza, eh? Eh, piccola troia? E tu gli hai detto si, giusto? Bene piccola troia ora vedrai che succede a prendersi i fidanzati altrui.
Quelle parole risuonarono nella testa di Jade, quello che le avevano detto prima di riempirla di pugni. Ricordava quanto facessero male in ogni singolo particolare, come quegli attimi le era sembrato durassero un'eternità e il dolore che aumentava ad ogni colpo.
Jordan colpì di nuovo, ma con più forza e più volte, il ragazzo castano in pieno stomaco mentre altri due continuavano a mantenerlo e altri due ancora guardavano la scena.
Il ragazzo si piegò dal dolore, ma nonostante questo rivolse un sorriso ostinato a Jordan e ai suoi amici, cercando di mascherarlo.
-Hai già finito? Ti stanchi facilmente vedo..
Usó quel poco di fiato che ancora aveva per sfidarlo, senza paura.
Jordan ricambiò il sorriso, contento della sfida lanciata dalla sua vittima e poi si avventò sul ragazzo.
Fu un attimo, e il silenzio non fu rotto da un pugno, ma dal suono di una sedia che si spezza prendendo in pieno la schiena di Jordan. Jade l'aveva afferrata e l'aveva lanciata su quel tipo più forte che poteva, infatti l'aveva spaccata in due. Lui urlò e imprecò buttandosi a terra dal dolore. I "giocattolini" gli si avvicinarono subito, mollando le braccia del ragazzo dai capelli castani.
Jade restò immobile per un secondo, trattenendo il fiato. Aveva agito d'istinto, ma solo allora stava iniziando a riprendere consapevolezza. Oh cazzo, mi metterò nei guai per questo. Arrivó quel pensiero a risvegliarla.
Gli amici di Jordan si girarono a guardarla e lei riprese il controllo di se stessa, iniziando subito dopo a correre.
In tre la inseguirono mentre un altro restava con Jordan che si contorceva ancora dal dolore...non gli aveva tirato una sedia qualunque, anzi, aveva scelto la più pesante, quella dove si sedeva l'insegnante, costruita con un legno più resistente.
Jade uscì correndo da scuola e si precipitò alla fermata. La sorte le fu favorevole poiché un secondo dopo un autobus lassó di lì. Dio, che fortuna! Salì in fretta e dal finestrino vide i due amici di Jordan guardarla, con le mascelle serrate e gli sguardi incazzati. La ragazza distolse lo sguardo e si lasciò sprofondare nel sedile del pullman, riprendendo fiato solo allora. Non aveva idea di dove andasse l'autobus, ma al momento non le importava, bastava fuggire da lì.
Ripensò all'accaduto e sentì un sorriso folle spuntarle sulle labbra. Non aveva mai agito in quel modo, con la violenza, ma non poteva lasciare che quegli idioti picchiassero il ragazzo.
Aveva fatto quello che nessuno aveva avuto il coraggio di fare per lei quando era alle medie. Sarà riuscito a scappare? Si chiese poi ripensando al tipo con i capelli castani. Sembrava abbastanza intelligente da poter fuggire, quindi non si preoccupò più di tanto.
Sentiva il cuore a mille, un altro sorriso le era spuntato sul volto, animata da quelle emozioni nuove: paura, perchè probabilmente Jordan e i suoi amichetti gliel'avrebbero fatta pagare, ma anche gioia, per aver aiutato quel ragazzo.
Era da tempo che non percepiva delle particolari emozioni e ora finalmente, dopo tempo, sentiva di sentire.

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