Capitolo 2.

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Lali's pov.
Mi sveglio con un dolore atroce alla testa, mi tocco il viso e noto che ancora ho delle lacrime agli occhi. Insomma, mi spiegate come si fa a piangere mentre si dorme? Cioè, io...boh. Insomma è strano, troppo.
Mi alzo e vado in bagno, mi sciaquo il viso e mi appoggio al lavandino.

-Lali, sapevi che sarebbe arrivato questo giorno, ti eri ripromessa di non piangere quando sarebbe successo, ma sei crollata. Hai pianto.- dico guardandomi allo specchio. Mi piace parlare in terza persona, mi da una carica maggiore. Però è vero, io mi ero promessa di non piangere quando sarebbe successo. Quando Peter si sarebbe fidanzato io non avrei pianto. Lo avevo promesso. Ma non è stato cosi, sono crollata e mi sono messa a piangere, come quando da bambina perdi il tuo giocattolo preferito. Io ho paura di perdere Peter, lo conosco da quando abbiamo 2 anni, e non voglio perderlo. Sa più cose lui di me che mia madre, ed è un uomo, ma con lui non ho vergogna di nulla. Lui è mio fratello. Non dovrei avere questa reazione, in fondo sapevo che sarebbe successo, che Peter avrebbe trovato una donna, una donna con cui avrebbe passato più momenti che con me, una donna con cui si sarebbe baciato, avrebbe fatto l'amore, e tutte le cose sdolcinate che fanno i fidanzati, magari ci si sarebbe anche sposato, e avrebbe persino avuto dei figli. Insomma, lo sapevo tutto questo. Ma parliamo di una donna, non di una troia come la Stoessel.
Il fatto è che io non mi immagino più la mia vita senza lui. Insomma, con chi potrei giocare ai videogame per ore intere? Con chi farei passeggiate sulla spiaggia le sere d'inverno? Con chi ascolterei musica rock a tutto volume mentre balliamo come matti? Con chi parlerei di ogni mio problema? Con chi litigherei per ogni cazzata? Con chi passerei i venerdì sera? Già, perché il venerdì sera ci siamo solo io e lui. Nessun altro. Pizza, divano, film, videogame, giochi buffi, selfie, pop-corn, gelato. Il venerdì sera stiamo sempre insieme, sin da quando eravamo piccoli.
Il primo e il terzo venerdì del mese dormiamo da lui, mentre il secondo e il quarto da me.
Infatti avrò meta del mio guardaroba da lui, come lui ne ha metà del suo da me.
Io non sono gelosa, ma Peter è mio. Non voglio che mi lasci, non voglio che se ne vada dalla mia vita, io gli voglio bene.
-Lali c'è Peter!- urla mia madre.

-Digli di andarsene!- urlo di ricambio. Ok, sono confusa. Non voglio vederlo ma non voglio che mi abbandoni, strano no? Io ho bisogno di lui, ma non voglio ne vederlo, ne sentirlo ora.
Nella testa mi arriva l'immagine di Peter che bacia la Stoessel. Le lacrime mi iniziano a scendere.

-Fanculo.- impreco dando un pugno al muro. Insomma, perché cazzo piango?
Mi accascio alla porta e mi siedo portandomi le ginocchia al petto.
Quando non sento più rumori dal piano di sotto mi alzo e torno in camera. Apro la porta e trovo Peter disteso sul mio letto.
-Che ci fai tu qui?- chiedo fredda, acida.

-Hai pianto?- chiede alzandosi di scatto.

-Rispondi alla mia domanda e non farne altre.-

-No, tu ora mi dici perché piangi.-

-Non stavo piangendo.- dico prendendo una t-shirt e dei pantaloncini.

Peter's pov.

Mi sveglio e, appena pronto corro da Lali. Salgo in scooter e arrivo. Mi scontro con Carlos che sta salendo in auto per andare a lavoro.
-Buongiorno Signor Esposito!- lo saluto.

•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora