Capitolo 18.

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Lali's pov.

Mentre cammino per le strade di Buenos Aires alle 6 del mattino da sola, sento il mio cellulare squillare. Rispondo senza nemmeno guardare chi sia, forse le lacrime agli occhi nemmeno mi permetterebbero di leggere sul display. Se qualcuno mi vedesse ora mi prenderebbe per matta. Da sola alle 6 del mattino, dopo aver dormito sulla spiaggia con la persona che fino a ieri sera ritenevo mio fratello, con un abito da sera rosa antico, le lacrime mi rigano le guance, i capelli tutti arruffati. Sembro una matta, seriamente. Ma dopo una cosa del genere chi sarebbe completamente lucido? Dopo aver passato una notte piena d'amore. D'un amore che nemmeno esiste. Peter non lo pensava davvero, era solo ubriaco. Ed io non avevo le idee molto chiare ieri sera, ero leggermente drogata. Tranquilli, non preoccupatevi, non una droga che fa male, la mia droga fa bene. La mia droga è Peter. Ieri sera mi sono drogata di lui per tutto il tempo e lui nemmeno si è accorto di questo particolare. Fingeva così bene di amarmi che per un attimo c'ho creduto anche io. Ci ho sperato per davvero. Peter nemmeno si ricorderà di tutto questo. Era talmente ubriaco che stava ancora dormendo sulla spiaggia. E' stato un grandissimo sbaglio che non si ripeterà mai più. Forse nemmeno ci parleremo più, finisce tutto così, con il nostro ed ultimo bacio, con la nostra prima ed ultima volta. Anche se è andata così, io di lui mi ricorderò sempre, non mi scorderò minimamente di lui.                                           Per sbaglio porto lo sguardo sul mio polso e noto il braccialetto che mi regalò al mio compleanno. E' un semplice "OPS" rosso, dove sul cuore c'è incisa la P. Il regalo di compleanno migliore di sempre. La sua lettera è incisa sul mio bracciale, il suo nome è inciso nel mio cuore e da lì non verrà cancellato. 

-Lali dove diamine sei?!- mi urla Eugenia dall'altro lato del telefono. 

MI schiarisco la voce e dico: -Sto tornando a casa.-

-Dov'eri finita?! Dove sei stata tutta la notte?! E soprattutto con chi?!-

-Ero in spiaggia, sto tornando a casa, sta tranquilla.-

-Con chi sei stata?- richiede.

-Con...Peter.- sussurro, non avrà di certo capito nulla.

-Che?-

-Con Peter.- alzo di pochissimo il tono della voce.

-Cazzo, Lali parla!- urla infastidita.

-Con Peter!- urlo a mia volta. 

-OH MEO DEO!- la China inizia a sclerare. L'abbiamo persa, non ci sono dubbi. -Che avete fatto?- chiede elettrizzata.

-Ti spiego a casa. Mi hai coperto con mamma, vero?- 

-Si, non si è minimamente accorta della tua assenza. La mia Lalita cresce.- commenta tirando su il naso per far finta di piangere.

-Imbecille, ciao.- attacco al telefono e continuo a camminare. Casa mia disterà almeno 5 km, e non sono nemmeno ad uno. Maledetta me e quando ho deciso di venire in spiaggia. Ah, già, non l'ho deciso io, ma Peter. Ecco, maledetto lui allora. Non doveva andare così ieri sera, ognuno sarebbe dovuto tornare sulla propria strada. Io dovevo andare con Mariano, lui avrebbe dovuto lasciarmelo fare. Peter sarebbe tornato con Martina, ed io non avrei dovuto piangere. Sarebbe andato tutto per il verso giusto, ma non sarebbe stato perfetto. Ok, ora basta pensare a questo, ho ancora 4 km da fare e non posso pensare solo ed unicamente a Peter. Scuoto la testa per cacciare questi pensieri via dalla mia testa e continuo a camminare. D'un tratto vedo passare un ragazzo con un motorino che si ferma proprio accanto a me. Non può essere Peter, per favore Dio. Si toglie il casco e lo riconosco subito, è Pablo.

•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora