Capitolo 24.

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Pov's Lali.

-Mariana cosa cavolo ci fai ancora a letto? Sono le 8.00 del mattino, muovi quel culo!- sento un grandissimo fracasso, mia madre che spalanca la porta e mi toglie le coperte, sbattendo ripetutamente un mestolo su una pentola.

-Mi alzo, mi alzo, basta che la smetti con 'sto coso.- mi metto a sedere a indiano, e fisso il vuoto.

-Senti, io non posso accompagnarti a scuola, ho una riunione di lavoro tra 5 minuti. Tu andrai a scuola lo stesso, ti procuro un passaggio.-

-Ma mamma, sono già in ritardo, fammi dormire, ti prego.- la supllico io.

-No, ora chiamo Peter e ti faccio venire a prendere. Tu ANDRAI a scuola, sono stata chiara?-

-Si, ma tranquilla, chiamo Gas, okay?- mi alzo dal letto e prendo un paio di vestiti a caso: jeans, maglietta e felpa rigorosamente nera.

-Certo, fai pure.-

-Mi hai preparato la colazione? Ho fame.- continuo a parlarle girata di spalle, mentre mi vesto.

-Si.- sento dei passi, si sta allontanando dalla mia stanza e va verso la porta. Fortunatamente non mi ha chiesto nulla di Peter, menomale. -Lali?- ecco, lo sapevo.

-Si?- finalmente vestita, mi volto verso la porta e la percorro per andare in bagno, con mia madre ferma sulle scale che mi guarda.

-Cosa è successo tra te e Peter?- "ma no, niente mamma. Ci siamo solo innamorati e io ho perso solo la mia verginità con lui, tranquilla, proprio nulla."

-Che dovrebbe essere successo?-

-Non lo so, dimmelo tu.-

-Mamma, non è successo niente, tranquilla. Davvero, è tutto okay, abbiamo solo priorità diverse ora.- il nodo alla gola, eccolo! Ma dove vai se il nodo alla gola non ce l'hai.

-Priorità che ti fanno stare male, no?- male? Male? Sto morendo dal dolore e tu lo definisci solo "male"? Lo vuoi vedere dove te lo ficco quel "male"?

-No, sto benissimo, davvero, tranquilla.- mi guardo allo specchio ormai pronta e conto: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, non devi piangere.

-Bene, allora oggi state da lui, vero? Claudia mi ha detto che per lei va bene, io e tuo padre rimaniamo fuori per il week end, e tu logicamente starai da loro. Non ti causa problemi?- mamma io ti odio, lo giuro.

-No, no, tranquilla.- dico con falso entusiasmo.

-Bene, allora a lunedì. Ciao Lali!- esce di casa sbattendo la porta e scoppio in un urlo isterico.

Mentre faccio colazione chiamo Gaston.

Io: ehy, non è che mi vieni a prendere? Sono bloccata a casa da sola.

Gas: Lali, scusami, ma non sto bene. Sono a letto con la febbre.

Io. rimettiti presto Gas. Allora ci vediamo, ciao.

Chiudo al telefono senza dargli la possibilità di rispondere e penso a cosa andrò in contro se non andrò a scuola. L'inferno vero e proprio. Decido che dovrei trovare un passaggio, ma Pablo non guida, i ragazzi nemmeno, e rimane Peter.
Mi siedo in veranda e chiudo gli occhi, conto fino a che non mi viene il coraggio di farlo, e trattengo il respiro: lo chiamo.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Ot...

Peter: Ehy Là.

La sua voce, cristo santo. La sua voce perfetta, mi era mancata così tanto. E poi "Là", mi vuole morta.

•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora