Capitolo 10.

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Lali's pov.

-Lali, devi svegliarti o farai tardi a scuola.- dice la voce poco riconoscibile che credo sia quella di mia madre.

-Ancora 5 minuti mamma.- mugugno io rigirandomi nel letto e mettendo la testa sotto il cuscino verde fluo che mi regalò Pablo prima di partire. Il suo cuscino. Già, io amo il verde, ed amo Pablo. Si, Pablo...ah, dimenticatevi di quello che vi ho detto ieri. Stavo scherzando. In quanto a lui, si insomma, avete capito... a Peter, credo che un pò di distanza ci farà bene.

-Mariana, devi muoverti. Peter arriverà qui a momenti e tu non sei ancora pronta.- mi rimprovera lei togliendomi il cuscino da sopra la testa.

-Non passa a prendermi Peter.- dico alzandomi e mettendomi davanti all'armadio per scegliere cosa indossare. Sbuffo rumorosamente, non so se sia per il semplice motivo che non so cosa mettermi o perchè mia madre ora mi farà il suo solito quarto grado.

-Come mai?-

-Ha l'obbligo di passarmi a prendere ogni santa mattina?- chiedo con un po di acidità nel tono della voce.

-No, ma lo ha sempre fatto da quanto ha lo scooter.-

-Beh si vede che è impegnato.- prendo dall'armadio un paio di jeans, t-shirt bianca e camicetta a quadri rossa.

-Sta succedendo qualcosa Lali?-

-Che dovrebbe succedere?-

-Non lo so...con Peter per esempio. Avete litigato?-

-No mamma.- ok, Lali, contieniti, è tua madre e non puoi urlarle contro.

-Sei sicura che non è successo qualcosa?-

-Si mamma, sono sicura.-

-Sicura sicura?- questa donna mi fa perdere la pazienza.

-NON E' SUCCESSO NIENTE!- urlo ormai infastidita e girandomi a guardarla. Lei si limita ad annuire, ormai è abituata ai miei urli isterici.

-Quando vorrai dirmelo, sai dove trovarmi.- si avvicina a me e mi sistema i capelli con le mani con la delicatezza che solo una madre ha. -Quanto mi piaceva spazzolarti i capelli. Eri la mia piccola bambolina.- mi lascia un bacio umido sulla fronte. In un microsecondo mi tornano in mente i momenti in cui da bambina mi facevo spazzolare i capelli, le portavo le solite letterine che fanno tutti i bambini con su scritto "mamma ti amo" e l'abbracciavo. Già, l'abbracciavo. Saranno mesi che non mi faccio più abbracciare da lei, e so quanto ci sta male. Una volta l'ho sentita dire a papà che non capisce proprio questa fase della mia adolescenza, che Ana e Pato non erano come me. Che loro si facevano aiutare ed esponevano i loro problemi, stavano sempre in compagnia e non stavano mai chiusi in camera. Mentre io mi chiudo in camera mia, con la musica a tutto volume, con un libro in mano. Mi chiudo nel mio mondo, e loro sono agli estremi di questo "universo parallelo", come lo definisce lei. Dice che voglio stare sempre sola e che solo Peter fa parte del mio mondo.

-Forse qualche volta potrei ritornare ad essere la tua bambolina.- dico accennando un lieve sorrisetto.

-Tu lo sei sempre, anche se non ti fai più spazzolare i capelli. Vado a prepararti la colazione, muoviti.- sorride e va verso la porta.

-Mamma.- si gira a guardarmi. -Ti voglio bene.- sorride calorosamente, era da tanto che non glie lo dicevo.

-Anche io Lali.- esce dalla porta ed io continuo a prepararmi. Dopo circa 5 minuti, sono pronta. Sono solo le 7:30, mia madre esagera sempre. Prendo il cellulare e scrivo un messaggio alla China.

•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora