Pov's Lali.
Peter annuisce, e mi fa un piccolo sorriso rassicurante. Io prendo il mio cellulare, strappo una margherita da terra e gliela metto tra le mani piene di sangue, poi scatto la foto.-Ecco fatto, grazie.- ripongo il cellulare in tasca e lo guardo. Prima sembrava una bestia, era infuriato ed ora è così calmo...
-Dimmi.- sussurra piano.
-Ehm?- chiedo non capendo a che si riferisce.
-Mi stai guardando con gli occhi che hai quando fai una riflessione, ebbene dimmela.-
-Beh, stavo pensando...- mi guardo intorno e sento che c'è qualcosa che non va: non è il posto giusto. -Non qui. Andiamo in spiaggia.- mi alzo e, bassa come sono, ci passo perfettamente, Peter invece dà una testata e non posso evitare di ridere.
-Ehy, non ridere di me!- esclama con la voce da cucciolo. -Vado a lavarmi le mani e andiamo.- si avvia alla fontanella e praticamente io lo pedino senza lasciarlo un attimo da solo. -Che c'è?- chiede guardandomi di sottecchi.
-Mi piace guardarti.- sorride e torna a concentrarsi nell'azione di lavarsi le mani. È così bello: i capelli lunghi gli coprono leggermente il viso, e si morde la lingua, lo fa sempre per concentrarsi.
-Okay, fatto, andiamo.- sorride ancora e poi si incammina con me che lo seguo. Prima di arrivare allo scooter la sua mano si lega con la mia e sento un brivido percorrermi. La stringo ancora di più, come per sentirmi ancora più protetta.
-Ecco tieni il casco.- me lo porge e saliamo in scooter. Stavolta mi abbraccio a lui e partiamo, il suo odore mi si inala nelle narici e mi viene da sorridere ricordando come da piccola mettevo il suo profumo perché mi piaceva. -A che pensi?- mi chiede ad un semaforo, e mi accorgo che mi ha fissato per tutto il tempo dallo specchietto retrovisore.
-Boh, te lo ricordi il profumo che mettevi da piccolo?-
-Vagamente, perché?-
-Me lo mettevo anche io, lo amavo.- accenna un sorriso e poi scoppia in una fragorosa risata. E rido anche io guardando quel poco che si vede del suo viso dallo specchietto. E vedo un Peter calmo, dolce e tenero, quasi un bambino, un Peter felice.
Arriviamo in spiaggia e scendiamo dallo scooter. Come al solito togliamo le scarpe e arriviamo a riva, camminiamo un po' mentre entrambi ci fissiamo i capelli spostati dal vento, e poi ci sediamo.-Allora piccola? Mi illumini d'immenso?- chiede impaziente Peter e io rido, poverino. Come faccio a spiegarglielo ora? Okay, bello, vado ad istinto.
-Non lo so, è che eri così... così... così inquietante, facevi quasi paura, un assassino. E poi...-
-E poi?- mi incita.
-Quando ti ho portato via ti sei praticamente trasformato, eri calmo, dolce, e felice?- finisco di spiegare e gioco con la sabbia.
- Si, e allora? Cioè qual'era la riflessione?-
Come qual'era? Cioè, dai Peter, capiscilo da solo, non ci vuole tanto.-Che abbiamo detto che ci facciamo male, eppure siamo felici tutti e due adesso.- sussurro piano con lo sguardo basso e lui mi prende la mano.
-Le cose belle spesso fanno male.-
-Non ci abbiamo nemmeno provato, non sappiamo se fa male.- ecco, questo è il mio difetto più grande: pensare ad alta voce.
Aspetto una risposta di Peter, che per il primo minuto non arriva, così rimaniamo in silenzio.-Non voglio.- dice d'un tratto.
-Che?-
-Non voglio perderti. Ci proviamo, poi va male, e faremo finta di odiarci buttandoci merda addosso. E sai quanto odio questo.-
STAI LEGGENDO
•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•
RomantizmLali e Peter sono due ragazzi di 16 anni che frequentano la stessa classe sin dall'asilo. Sono come fratelli. Sono entrambi molto popolari nella scuola. Hanno una band, i "Teen Angels", insieme ai loro amici: Eugenia, Nico e Gaston. Lali è una ragaz...